Risultati Y2020
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
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Risultati Y2020
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
"Il Bilancio 2020 del Gruppo Hera evidenzia, una volta di più, la nostra solidità e l’efficacia delle nostre strategie, ma anche lo stretto legame con territori e stakeholder."
"La crescita registrata dal Gruppo Hera è stata fortemente sostenuta dall’operazione di partnership con Ascopiave, che ha permesso alla multiutility un ulteriore consolidamento nel Triveneto."
"Il Bilancio 2020 del Gruppo Hera evidenzia, una volta di più, la nostra solidità e l’efficacia delle nostre strategie, ma anche lo stretto legame con territori e stakeholder.
Questi risultati sono lo specchio, infatti, di un’attività ininterrotta nonostante la pandemia, a sostegno del tessuto economico in cui operiamo: trimestre dopo trimestre, siamo riusciti a superare l’emergenza reagendo con tempestività, riorganizzando il lavoro e individuando soluzioni per tutelare i nostri asset da un lato e i clienti dall’altro. In un contesto complesso, abbiamo elaborato nuovi progetti e stretto accordi con partner d’eccellenza e, nella seconda parte del 2020, con una particolare accelerazione alla fine dell’anno, abbiamo beneficiato di una ripresa complessiva delle attività economiche nei territori serviti.
Risultati positivi che si riflettono in tutti i principali indicatori e sono ancor più significativi alla luce delle difficoltà determinate dall’emergenza sanitaria: abbiamo così confermato il track record di 18 anni di crescita e migliorato ulteriormente la nostra solidità patrimoniale, con ricadute positive anche per i nostri azionisti pubblici e privati, a cui abbiamo deciso di distribuire già quest’anno un dividendo in rialzo a 11 centesimi per azione. La buona generazione di cassa del 2020 ci consentirà, inoltre, di coprire integralmente la politica di aumento dei dividendi fino al 2024."
Tomaso Tommasi di Vignano
Presidente Esecutivo
"La crescita registrata dal Gruppo Hera è stata fortemente sostenuta dall’operazione di partnership con Ascopiave, che ha permesso alla multiutility un ulteriore consolidamento nel Triveneto.
Nonostante il contesto complesso, siamo riusciti ad anticipare fin da subito l’estrazione di una parte significativa delle sinergie previste generando un contributo cruciale all’incremento dei flussi di cassa del 2020.
L’anno è stato, inoltre, dedicato a sviluppare ulteriormente la prospettiva verso la sostenibilità pienamente integrata nelle strategie di business: il nostro impegno è promuovere un ulteriore sviluppo in questa direzione, con progetti per la circolarità, la carbon neutrality e l’innovazione tecnologica, in linea con le policy europee e con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030.
In questa direzione si inseriscono anche alcune collaborazioni avviate di recente, come quella con Snam per lo sviluppo dell’idrogeno. I gas verdi, infatti, sono per noi una frontiera particolarmente interessante proprio perché operiamo in più business: mettendo a disposizione la nostra expertise trasversale e la nostra ampia piattaforma infrastrutturale possiamo dare vita a innovativi esempi di circolarità carbon neutral tra filiere."
Stefano Venier
Amministratore Delegato
Consensus | Hera's results | Δ % | |
---|---|---|---|
Ebitda (mln €) | 1.121,0 | 1.123,0 | +0,2% |
Ebit (mln €) | 554,5 | 551,3 | (0,6%) |
Net profit post min. (mln €) | 307,4 | 302,7 | (1,5%) |
Net Financial Position (mln €) | 3.248,8 | 3.227,60 | (0,7%) |
Preview | Post Results | ||||
---|---|---|---|---|---|
Analista | Broker | Rating | Target Price (€) | Rating | Target Price (€) |
Emanuele Oggioni | Banca Akros | Buy | 4,00 | Buy | 4,00 |
Davide Candela | Intesa Sanpaolo | Buy | 4,70 | Buy | 4,70 |
Roberto Letizia | Equita Sim | Hold | 3,50 | Hold | 3,50 |
Federico Pezzetti | Intermonte | Outperform | 4,20 | Outperform | 4,20 |
Claudia Introvigne | Kepler Cheuvreux | Buy | 3,60 | Buy | 3,60 |
Javier Suarez | Mediobanca | Outperform | 4,00 | Outperform | 4,00 |
Enrico Bartoli | Stifel | Buy | 3,70 | Buy | 3,70 |
Media | 3,96 | Media | 3,96 |
Broker | Commento degli analisti ai risultati finanziari |
---|---|
Banca Akros | "Il dividendo proposto all'assemblea degli azionisti è di 11 centesimi di euro per azione (+10% anno su anno), leggermente più alto delle nostre attese di 10,5 centesimi per azione. Questa decisione si riverbera positivamente sulla politica di remunerazione del piano industriale, avendo alzato la base di partenza, che arriverà a 13 centesimi per azione nel 2024 (rispetto ai 12,5 centesimi precedentemente fissati). Secondo il management questo dovrebbe essere considerato come un floor, con ulteriori potenziali rialzi." |
Intesa Sanpaolo | "Il management è confidente di recuperare almeno metà dell’impatto del Covid-19 nel 2021, mentre ulteriore contributo all’incremento dei risultati dovrebbe venire dalla crescita nell’Energy e nel Waste e da potenziali M&A. La società sta infatti valutando alcuni dossier e il riacquisto di minorities che potrebbero anche essere finalizzati con l’utilizzo delle azioni proprie in portafoglio senza effetti sul debito. Infine il management ha detto che la corrente politica del dividendo (rivista al rialzo) deve essere intesa come un floor, con tutte le sovraperformance dei prossimi anni potenzialmente distribuite come divididendi, come visto quest’anno. Apprezziamo la migliorata politica del dividendo supportata dalla solida generazione di cassa così come dal continuo e solido impegno di Hera nel campo della sostenibilità." |
Equita Sim | "Hera ha mostrato una buona resilienza sui risultati 2020 con numeri sostanzialmente in linea con le attese nonostante le condizioni difficili nell'ultimo trimestre e grazie alla contribuzione delle M&A e alle efficienze operative. Considerati i risultati acquisiti e le indicazioni qualitative, non apportiamo variazioni significative alle stime 2021 e confermiamo la visione neutrale." |
Intermonte | "Il dividendo è stato incrementato del 10% a 11 centesimi per azione, superiore ai target del piano industriale presentato a inizio anno, una decisione che ha beneficiato dell’eccellente generazione di cassa dimostrata in un anno straordinario come il 2020. Grazie al duplice risultato di un incremento dell’Ebitda e di una riduzione del Debito netto, il rapporto tra Debito ed Ebitda è sceso a 2,87 volte, un marcato miglioramento rispetto alle 3,02 volte del 2019. Continuiamo a credere che il gruppo sia ben posizionato per beneficiare della crescita nella base clienti Energy, della leadership nel waste e della strategia costruita attorno ai concetti di resilienza e transizione ambientale e digitale. Il gruppo sta trattando a sole 6,6 volte il multiplo EV/Ebitda del 2021, un livello che consideriamo sottovalutato, aprendo lo spazio per un re-rating del titolo a seguito della sottoperformance del 2020." |
Kepler Cheuvreux | "I risultati finali di Hera sono migliori del preconsuntivo, sia a livello operativo con l'Ebitda in crescita del +3,5%, che a livello di dividendo incrementato del 10%. La politica del dividendo è stata migliorata fino al 2024. Confermiamo la nostra visione positiva sull'azione alla luce del suo attraente potenziale di crescita e del solido e diversificato profilo di business." |
Mediobanca | "La società ha riportato una forte generazione di cassa, con il rapporto Debito/Ebitda che è sceso sotto le 3 volte. Crediamo che questo sia la conseguenza dell'ottimizzazione del processo di fatturazione, che dovrebbe essere strutturale essendo la conseguenza di miglioramenti tecnologici. Il management ha indicato che la politica del dividendo è da considerarsi un floor e nel caso di sovraperformance, queste vengono restituite agli azionisti. Questo è quello che è successo quest'anno e di conseguenza Hera ha rivisto al rialzo la sua politica del dividendo. Abbiamo incluso Hera nella lista dei nostri core holdings sulla base della solidità del modello di business e l'esposizione a trend secolari legati all'adozione di modelli circolari, green e sostenibili." |
Stifel | "Hera ha riportato solidi risultati nel 2020, confermando ancora una volta la crescita persistentemente riportata negli ultimi 20 anni e la forza del suo modello di business così come il prudente approccio del management. La società ha infatti più che compensato con la crescita organica, le efficienze e la crescita esterna gli effetti del contesto economico determinato dalla pandemia. Ci aspettiamo che Hera recuperi parzialmente questi effetti nel 2021 e continui nel suo percorso di crescita. Hera rappresenta una storia di crescita a basso rischio quasi immune agli impatti del Covid-19 e del rallentamento economico. Il prezzo del titolo ha solo parzialmente recuperato dai livelli di inizio 2020, crediamo che la crescita a basso rischio offerta dalla società e l’alta qualità del suo management siano sottostimati dai correnti prezzi di mercato." |
MOL TOTALE DI GRUPPO 1.123,0 mln€, +3,5% vs. ‘19
Gas
+9,6%
vs. ‘19
Energia elettrica
+5,5%
vs ’19
Ciclo idrico
+0,2%
vs ’19
Ambiente
-2,3%
vs ’19
Nel 2020 l’indice italiano Ftse All Share ha messo a segno una performance del -5,6%, dopo aver toccato a metà marzo un massimo ribasso del -36,2%, in linea con la media degli altri indici delle principali borse europee. In questo contesto di straordinaria incertezza e volatilità, il titolo Hera ha chiuso il periodo con un prezzo ufficiale di 2,990 euro, in calo del -23,5%, in linea con le performance registrate dai principali titoli comparabili. Prendendo in considerazione il biennio 2019-2020, il titolo Hera ha mostrato anche in queste condizioni l’usuale resilienza, con una discesa dei corsi azionari meno veloce rispetto al mercato e mantenendo per tutto il periodo una performance positiva rispetto ai valori di inizio 2019 e superiore rispetto al settore di riferimento.
Dopo un 2019 che si era chiuso con tutte le borse mondiali
in rialzo supportate dalle prospettive di una solida
crescita economica, anche i primi mesi del 2020 erano
partiti con un’impostazione positiva, ignorando i campanelli
di allarme che arrivavano dalla Cina sulla diffusione di un
virus sconosciuto. Sul finire di febbraio, con i primi casi
di Covid-19 scoperti in Europa, i principali governi hanno
introdotto misure di distanziamento sociale senza
precedenti, con implicazioni negative di straordinaria
portata per l’attività economica globale. Di fronte alla
frenata dell’economia e all’incertezza sulle tempistiche di
un ritorno alla normalità, la volatilità si è accentuata sui
mercati finanziari provocando cadute verticali su tutte le
borse mondiali. L’eccezionale intervento di sostegno fornito
dai governi per preservare le economie nazionali e la
liquidità pressoché illimitata garantita dalle banche
centrali ha permesso ai mercati azionari di recuperare
fiducia e mettere a segno, dalla metà di marzo, un recupero
delle quotazioni, anche grazie al rallentamento della
diffusione del virus nel periodo estivo. A partire dalla
fine del terzo trimestre il numero dei contagi ha ripreso a
salire velocemente, con i governi costretti a intraprendere
nuovamente misure restrittive, e la reazione dei mercati non
si è fatta attendere con copiose vendite su tutti gli asset
rischiosi. È solo nel mese di novembre, con le elezioni
americane e l’annuncio dei positivi risultati nei test di
alcuni vaccini, che le borse mondiali hanno ritrovato
fiducia in una veloce normalizzazione dell’economia nel
2021, incrementando l’esposizione sui titoli ciclici,
principali beneficiari di un recupero del ciclo economico, a
scapito dei titoli più difensivi come le utility.
Nel 2020 l’indice italiano Ftse All Share ha messo a segno
una performance del -5,6%, dopo aver toccato a metà marzo un
massimo ribasso del -36,2%, in linea con la media degli
altri indici delle principali borse europee. In questo
contesto di straordinaria incertezza e volatilità, il titolo
Hera ha chiuso il periodo con un prezzo ufficiale di 2,990
euro, in calo del -23,5%, in linea con le performance
registrate dai principali titoli comparabili.
Prendendo in considerazione il biennio 2019-2020, il titolo
Hera ha mostrato anche in queste condizioni l’usuale
resilienza, con una discesa dei corsi azionari meno veloce
rispetto al mercato e mantenendo per tutto il periodo una
performance positiva rispetto ai valori di inizio 2019 e
superiore rispetto al settore di riferimento.
Il 6 luglio 2020, in linea con le indicazioni contenute nel piano industriale, Hera Spa ha distribuito un dividendo pari a 10,0 centesimi per azione, il diciottesimo di una serie ininterrotta e in crescita fin dalla quotazione.
euro | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Dps | 0,035 | 0,053 | 0,06 | 0,07 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,095 | 0,10 | 0,10 |
L’effetto congiunto di una continua remunerazione degli azionisti tramite la distribuzione di dividendi e il rialzo del prezzo del titolo ha permesso al total shareholders’ return cumulato dalla quotazione di rimanere sempre positivo e di attestarsi, alla fine del periodo di riferimento, a oltre il +253%.
Gli analisti finanziari che coprono il titolo (Banca Akros, Banca Imi, Equita Sim, Intermonte, Kepler Cheuvreux, Mediobanca e Stifel) esprimono raccomandazioni positive o neutre e non ne prevedono alcuna negativa. Alla fine dell’anno, il consensus target price era pari a 3,93 euro, superiore a 3,87 euro che veniva raccomandato al termine del 2019.
Al 31 dicembre 2020 la compagine sociale mostra l’usuale stabilità ed equilibrio, essendo composta per il 46,0% da 111 soci pubblici dei territori di riferimento riuniti in un patto di sindacato, con decorrenza dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2021, e per il 54,0% dal flottante. La compagine azionaria è altamente frammentata tra un numero elevato di azionisti pubblici (111 comuni il maggiore dei quali detiene una partecipazione inferiore al 10%) e un numero elevato di azionisti privati istituzionali e retail.
Dal 2006, Hera ha adottato un piano di riacquisto di azioni proprie, rinnovato dall’Assemblea degli Azionisti del 29 aprile 2020 per un periodo di ulteriori 18 mesi, per un importo massimo complessivo di 270 milioni di euro. Tale piano è finalizzato a finanziare le opportunità d’integrazione di società di piccole dimensioni e a normalizzare eventuali fluttuazioni anomale delle quotazioni rispetto a quelle delle principali società comparabili italiane. Alla fine del 2020, Hera deteneva in portafoglio 28,9 milioni di azioni, in crescita di 14,7 milioni rispetto alla fine del 2019. La solida generazione di cassa dell’esercizio e la congiuntura del mercato hanno permesso di costituire un portafoglio di azioni proprie che copre la quasi totalità delle azioni che il piano industriale prevede di corrispondere alle controparti in ambito M&A, con l’obiettivo di controdiluire gli azionisti incrementando l’utile per azione.
Nel corso del 2020 Hera ha ricevuto uno straordinario riconoscimento internazionale: dopo un’approfondita valutazione su 28 criteri suddivisi in 141 domande attinenti alle dimensioni ambientale, sociale e della governance, S&P Global ha eletto Hera come la migliore multiutility a livello mondiale, assegnandole la medaglia d’oro della sostenibilità e inserendola negli indici Dow Jones Sustainability Index World e Europe, i due più prestigiosi indici mondiali seguiti dagli investitori sostenibili. S&P Global ha inoltre premiato il netto miglioramento del rating, risultato in crescita di ben 19 punti, assegnando a Hera l’appellativo di Industry mover. Hera ha inoltre battuto ogni record, venendo inclusa nei due indici sopracitati dopo soli due anni di valutazioni, considerando che mediamente le società appartenenti al paniere hanno impiegato 8,5 anni. Questa valutazione ha fornito l’occasione per far risaltare l’approccio sostenibile della strategia del Gruppo negli ultimi 18 anni e che è oggi un vantaggio competitivo per sfruttare le opportunità di mercato offerte dallo scenario, potendo svolgere un ruolo da leader nel campo dell’economia circolare e della neutralità carbonica, contribuendo anche a raggiungere gli obiettivi definiti dalle Nazioni Unite e dalle istituzioni europee e a cui si rifaranno anche i capitali messi a disposizione dal Recovery fund.
È continuata nel 2020 l’intensa attività di dialogo del top management con gli investitori sia con incontri fisici, nella prima parte dell’anno, che virtuali al fine di non far mancare continui aggiornamenti sull’andamento delle attività e sulle prospettive future. Dopo la pubblicazione del nuovo piano industriale 2019-2023, il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato di Hera Spa hanno preso parte a un road show nelle principali piazze finanziarie europee e nordamericane per illustrare agli investitori i target di crescita del Gruppo. Nel terzo trimestre è proseguita la puntuale attività di comunicazione con la partecipazione alle principali conference organizzate da Borsa Italiana (Sustainability Day e Infrastructure Day) che hanno visto la partecipazione di rilevanti investitori istituzionali. Hera ha poi partecipato anche a un road show sul tema del valore condiviso e a una conference organizzata da un broker internazionale dedicata alle Italian Jewels, ovvero alle società italiane considerate di maggiore qualità. L’intensità dell’impegno che il Gruppo profonde nel dialogo con gli investitori ha contribuito al rafforzamento della sua reputation sui mercati e costituisce un intangible asset a vantaggio del titolo e degli stakeholder di Hera.
Per quanto riguarda le informazioni richieste dall’art. 2428, comma 3 e 4 del Codice Civile, il numero e il valore nominale delle azioni costituenti il capitale sociale di Hera Spa, il numero e il valore nominale delle azioni proprie in portafoglio al 31 dicembre 2020, oltre alla variazione delle stesse intervenuta nell’esercizio 2020, si rinvia alla nota 24 del paragrafo 3.02.05 e al prospetto delle variazioni del patrimonio netto del paragrafo 3.01.05 del bilancio separato della Capogruppo.
Lo scenario di riferimento dei prossimi anni
presenta sfide e opportunità che Hera ha saputo
intercettare per tempo, basando su di esse e con
largo anticipo la propria strategia, in coerenza
con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Nel 2020, grazie al proprio modello multibusiness
solido ed efficiente, e a una buona gestione
operativa, finanziaria e fiscale, Hera è riuscita
a mantenere in crescita i propri risultati
capitalizzando gli sforzi fatti sin qui e allo
stesso tempo a mettere in campo una serie di
azioni di sostegno per i propri stakeholder.
Tante partnership, un unico filo conduttore: promuovere l’economia circolare per combattere il cambiamento climatico che richiede urgenti misure per potere raggiungere sia gli SDGs dell’Agenda ONU 2030 sia gli obiettivi prefissati dall’Accordo di Parigi e dalle Direttive UE.
Per garantire la conquista dei traguardi in tempo utile, il Gruppo ha messo in campo delle partnership, perfettamente aderenti alla strategia definita dal Piano Industriale al 2024, che contribuendo ad una maggiore agilità nei processi e ad un time-to-market più rapido, consentono un’accelerazione nell’ottenimento dei risultati. Inoltre, questo approccio, oltre a ridurre il profilo di rischio, consente performance più sostenibili nel tempo, con un notevole abbassamento dei costi R&D.
In Hera, a fare la differenza è la natura multiutility del Gruppo e la diversificazione dei business in portafoglio in cui le sinergie intra-business diventano un vantaggio competitivo: rendendo circolari anche i processi, lo scarto di un business diventa la risorsa di un’altra attività, in un gioco win-win che rende unica la performance della società.
Nella lotta al climate change ha un ruolo fondamentale la raccolta, trattamento e RICICLO DELLE PLASTICHE in modo sostenibile, considerata l’enorme quantità prodotta ogni giorno e riversata nell’ambiente. Hera, leader italiano nel SETTORE AMBIENTE ne dedica grande attenzione da anni, investendo sia in Herambiente per migliorare la raccolta differenziata, sia nella controllata Aliplast, per aumentare il riciclaggio delle materie plastiche: una partnership con PANARIAGROUP consente ora un maggiore recupero e rigenerazione di film plastici (solo nel 2020 ha permesso di evitare l’emissione in atmosfera di oltre 450 tonnellate di CO2) mentre un recente accordo con NEXTCHEM, controllata del Gruppo Maire Tecnimont, prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di polimeri riciclati di alta qualità. Una collaborazione che permetterà al Gruppo di espandersi ulteriormente nel settore del trattamento e riciclo di alcune plastiche rigide che non possono essere riciclate nella catena di riciclaggio standard.
È però nella PRODUZIONE DI IDROGENO che essere un operatore integrato, come Hera, porta rilevanti vantaggi perché consente la produzione economicamente competitiva e sostenibile: nell’elettrolisi dell’acqua viene utilizzata l’energia green a basso costo proveniente dai WTE non più incentivata per separare l'acqua in idrogeno e ossigeno. Mentre l’ossigeno viene utilizzato nel processo di depurazione delle acque reflue del ciclo idrico, di cui Hera è il 2° operatore in Italia, l’idrogeno viene stoccato o distribuito al cliente finale attraverso la rete di distribuzione Gas (Hera è al 3° posto a livello nazionale), creando un ciclo energetico rinnovabile e innocuo per l'ambiente. Per potenziare questo processo, il Gruppo ha avviato recentemente delle partnership con SNAM, YARA e SAPIO che consentiranno di trovare concrete soluzioni in grado di ridurre l’impronta di carbonio del settore industriale, della mobilità e dei singoli cittadini.
Anche la PRODUZIONE DI BIODIESEL sfrutta la strategia cross-business. Per minimizzare ulteriormente lo smaltimento a favore del recupero di materia e di energia Hera ha siglato degli accordi con ENI, ENI Rewind e CAMST: gli oli vegetali esausti di uso domestico raccolti da Hera, assieme a quelli commerciali provenienti dalla ristorazione, verranno lavorati nelle bioraffinerie di Eni per essere convertiti nel biocarburante HVO, componente del carburante che verrà poi utilizzato come fonte di alimentazione di diversi mezzi che Hera utilizza per la raccolta dei rifiuti urbani. Inoltre, tutto lo scarto organico prodotto da CAMST, azienda leader nella ristorazione italiana che somministra circa 130 milioni di pasti/anno, verrà trattato nell’impianto del Gruppo a Sant'Agata Bolognese per la produzione di biometano e compost.
Questo approccio integrato viene sempre di più applicato su tutti i progetti e riflette l’impegno di Hera per lo sviluppo e la crescita, con azioni mirate alla transizione energetica, alla tutela ambientale e all’evoluzione tecnologica.
Sempre di più alle imprese viene chiesto di prendere coscienza del proprio ruolo sociale e di agire di conseguenza. Il grado di integrazione dei fattori ESG nella strategia e nei processi diventa quindi un indicatore della maturità dell’azienda in ambito di responsabilità sociale e di sostenibilità.
Il Gruppo, nato dall’aggregazione di diverse municipalizzate, ha conservato la loro tipica attenzione al benessere sociale locale e alla tutela del bene comune nel rispetto del territorio e delle risorse. Infatti, in Hera, di pari passo a progetti di innovazione tecnologica, ricerca industriale e sviluppo economico, finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi, nascono e crescono iniziative con una forte impronta sociale.
Partendo da HERA PER LE SCUOLE e il progetto
“LA GRANDE MACCHINA DEL MONDO”, nato da oltre
15 anni, per diffondere nelle nuove generazioni la cultura del
rispetto dell'ambiente e di un uso responsabile delle risorse
e la divulgazione scientifica.
Ogni anno, per gli alunni dai 4 ai 18 anni, vengono
organizzati laboratori pratici, giochi a squadre e di ruolo,
sfide tra classi con obiettivi ambientali, visite guidate
anche virtuali agli impianti di Hera ed eventi, sui temi
acqua, energia e rifiuti. Gli alunni scoprono in modo ludico e
interattivo il valore della gestione e trattamento dei
rifiuti, della raccolta differenziata, della scarsità delle
risorse naturali come l’acqua e l’importanza del risparmio
energetico, in un’ottica di economia circolare e sostenibilità
ambientale. Dal 2013 ad oggi sono stati coinvolti oltre
448 mila studenti di 20 mila classi e 6400 scuole
dell’Emilia-Romagna.
Per le scuole secondarie di 2° grado c’è anche “UN POZZO DI SCIENZA” il programma speciale di divulgazione scientifica che ogni anno propone un tema attorno al quale si sviluppano: incontri con scienziati ed esperti, testimonial di pensiero e aziende innovative o start-up sui temi legati all’ambiente e alla tecnologia; laboratori esperienziali su acqua, energia e rifiuti e dibattiti tra classi, sono ideati per coinvolgere i ragazzi e renderli consapevoli e protagonisti del futuro di cambiamenti che li attende. Fino ad oggi sono stati coinvolti circa 140 mila studenti di 5500 classi e 500 istituti superiori.
Sul tema della cultura inclusiva il Gruppo partecipa al progetto “INSPIRINGIRLS”, promosso da VALORE D e rivolto agli studenti delle scuole medie per incoraggiare le giovani studentesse a perseguire le proprie aspirazioni, andando oltre gli stereotipi di genere. Dal 2017 le ‘role model’ hanno incontrato circa 30.000 ragazzi in tutto il Paese.
Diversità e inclusione è stato anche il focus della prima edizione di “4 WEEKS 4 INCLUSION”, un programma intercompany, nato nel 2020, con il contributo di 27 aziende italiane, tra cui Hera, che insieme hanno ideato, per i loro dipendenti, un calendario con 67 eventi digitali svolti nell’arco di un mese, dedicati a temi quali disabilità, confronto intergenerazionale, valorizzazione del contributo femminile, identità di genere, etnia e religione. Più di 300 dipendenti di Hera hanno aderito all’iniziativa.
Ai dipendenti, attraverso HERACADEMY, la
Corporate University del Gruppo, Hera offre
anche un fitto programma di formazione, workshop, esperienze
di cooperazione e scambio di conoscenze per sviluppare nuove
competenze. Dal 2011 sono stati organizzati 11 workshop con
una media di circa 200 partecipazioni per evento.
In parallelo si svolge da anni H-FARM,
iniziativa di
orientamento universitario indirizzata ai figli
dei dipendenti prossimi all’iscrizione universitaria, in
collaborazione con l’Università di Bologna e ormai giunta alla
9° edizione: ad oggi, considerando i percorsi 2020/2021, sono
stati co-progettati
434 percorsi e realizzati 284, che hanno
coinvolto studenti in tutti i territori dell’Emilia-Romagna ed
in maniera residuale in Veneto e nelle Marche.
Sempre a supporto dei dipendenti e delle loro famiglie c’è HEXTRA, il sistema di welfare del Gruppo, che ogni anno rinnova l’offerta di servizi in funzione delle esigenze emerse tra la popolazione aziendale. Il piano prevede l'erogazione di una quota welfare, che ora si attesta sui 385€, uguale per tutti i dipendenti, con la quale ognuno ha la possibilità di comporre il proprio pacchetto, scegliendo tra servizi, scontistiche ed una serie di facilitazioni e benefit in campo formativo e non. Fin dal suo lancio nel 2016, ne ha beneficiato la quasi totalità dei dipendenti con quasi 4 milioni di euro fruiti mediamente ogni anno.
Dal portale HEXTRA, si può partecipare al progetto HERASOLIDALE, nato nel 2014 per promuovere tra i lavoratori il sostegno ad associazioni impegnate in programmi di solidarietà. Dal 2018 HeraSolidale si rivolge a Organizzazioni presenti e operanti sul territorio nazionale e internazionale e, oltre i dipendenti, coinvolge anche i nuovi clienti luce e gas di Hera Comm che possono scegliere di destinare 1 euro, in fase di sottoscrizione di un'offerta a libero mercato, a una delle associazioni coinvolte. Infine, il Gruppo si impegna a destinare al progetto 1 euro per ogni nuovo cliente acquisito da Hera Comm. La quarta edizione che durerà fino a dicembre 2022 ha già raccolto 83 mila euro mentre le tre edizioni concluse hanno raccolto circa 570 mila euro che sono stati destinati a 25 Onlus.
Ma l’impegno del Gruppo sul fronte della solidarietà non finisce qui. Grazie alle collaborazioni con numerosi partner, dal 2014 CAMBIA IL FINALE ha consentito ad Hera di dare nuova vita a 3,6 mila tonnellate di ingombranti e RAEE in buono stato, sottraendoli allo smaltimento. La sfida di questo progetto è infatti quella di recuperare gli oggetti e ridare vita alle cose e alle persone di una comunità, aiutando l’ambiente e chi è in difficoltà.
Con FARMACOAMICO invece, i medicinali con ancora almeno 6 mesi di validità vengono raccolti da Hera e donati a enti non profit che li impiegheranno in progetti di assistenza alle fasce più deboli della comunità. Dal 2013 al 2020 il Gruppo Hera ha potuto evitare che oltre 345 mila confezioni di medicinali ancora utilizzabili divenissero in rifiuto, consentendo di recuperare e donare agli enti no profit del territorio beni essenziali per un valore di quasi 4 milioni di euro.
Partner di questo progetto è Last Minute Market, impresa sociale e società spin off dell’Università di Bologna, che promuove la lotta allo spreco e la sostenibilità ambientale e che collabora con Hera anche nel progetto CIBOAMICO per recuperare i pasti preparati e non consumati all'interno delle mense del Gruppo. Il cibo viene poi donato a 4 onlus che danno ospitalità e assistono quotidianamente persone fragili e in condizioni di difficoltà. Oltre al beneficio sociale (trasformando le eccedenze in una risorsa), ambientale (evitando lo spreco di acqua ed energia impiegata nelle preparazioni), il progetto ha una valenza anche economica: dal 2012 sono stati recuperati circa 110.000 pasti, per un valore totale che supera i 452 mila euro.
Tutte iniziative in cui il Gruppo si mette in gioco insieme alle comunità per ge nerare un positivo impatto ambientale e sociale tangibile e misurabile, creare valore e dare risposta alla domanda “A quale esigenza umana, ambientale e sociale l’impresa, mentre persegue i propri obiettivi di business, riesce al contempo a rispondere?”
La mission di Hera definisce anche le linee di condotta che il Gruppo adotta per raggiungere gli obiettivi strategici: sostenibilità e creazione di valore, qualità ed eccellenza dei servizi, efficienza, innovazione e miglioramento continuo sono alcune delle sfide che Hera si pone ogni giorno.
Attraverso una cultura di dialogo con tutti gli stakeholder, ogni anno la società si impegna a rendicontare l’operato in modo trasparente per accertarsi di potere essere orgogliosi del modello di business, di avere raggiunto i risultati prefissati e di avere creato valore. Questo esercizio di analisi non può fare a meno di prendere in considerazione sia i nuovi impegni presi in carico sia i riconoscimenti ottenuti.
Essendo la sostenibilità parte del DNA del Gruppo viene dunque naturale che gran parte dei traguardi raggiunti abbiano a che fare con fattori ESG, come ad esempio l’ingresso nel DOW JONES SUSTAINABILITY INDEX WORLD e EUROPE, entrambi gestiti da S&P Global che nel 2020 ha riconosciuto il Gruppo Hera come migliore multiutility al mondo, inserendola tra le 61 Industry leader dei rispettivi settori di riferimento. A questa valutazione è seguito l’inserimento nel SUSTAINABILITY YEARBOOK 2021, assegnando a Hera anche la GOLD CLASS e la menzione speciale “INDUSTRY MOVER” che nell’insieme rappresentano il più alto riconoscimento che l’autorevole indice borsistico internazionale riserva alle società valutate.
Le PERFORMANCE ESG del Gruppo sono state valutate positivamente anche da FTSE Russell che nel 2020 ha incluso il titolo Hera nel FTSE4GOOD INDEX SERIES, importante serie di indici etici creata per favorire gli investimenti in aziende che soddisfano i rigorosi criteri di valutazione in ambito ambientale, sociale e di governance. L’importante traguardo consente al Gruppo di essere ancora meglio posizionato per capitalizzare i benefici derivanti da una condotta di business responsabile.
In AMBITO ENVIRONMENT il Gruppo Hera ha compiuto un ulteriore passo avanti nel questionario CDP – CARBON DISCLOSURE PROJECT, l’ente che gestisce il sistema di misurazione e divulgazione dei dati che riguardano l’impatto ambientale delle realtà industriali a livello globale e rappresenta un punto di riferimento d’eccellenza per investitori e aziende. Hera ha ottenuto una valutazione massima (A) per la governance e per i dati relativi alle emissioni, raggiungendo come punteggio complessivo il livello A-.
Si distingue anche sul fronte GOVERNANCE, mantenendo saldamente da 3 anni il primo posto nella categoria “finanza sostenibile”, e un posto di eccellenza nella classifica generale tra le società italiane valutate dall’INTEGRATED GOVERNANCE INDEX (IGI), progetto sviluppato da ETicaNews finalizzato ad una valutazione quantitativa del livello di integrazione degli ESG nel modello di governance integrata delle aziende.
Nella dimensione SOCIAL il Gruppo si distingue per una forte promozione della diversità, dell’inclusione e dello sviluppo delle persone. Lo dimostrano l’ottenimento di due premi ed una certificazione internazionali: TOP EMPLOYER 2021, conferita dall’ente olandese Top Employer Institute alla multiutility per il 12esimo anno consecutivo, grazie all’eccellente gestione delle risorse umane e alle modalità organizzative che promuovono l’agilità del lavoro e la digitalizzazione all’interno del Gruppo; TOP UTILITY DIVERSITY 2021, assegnato dall’omonimo think tank del comparto public utilities, per l’impegno nelle politiche a favore della diversità, dell’inclusione e della responsabilità sociale, e, infine, POTENTIALPARK 2021, società di ricerche svedese che ha giudicato Hera come “talent friendly” e premiato la sua capacità nella comunicazione online e social rivolta a giovani neolaureati in cerca di occupazione.
Riconfermata la presenza del titolo sia nel DIVERSITY & INCLUSION INDEX 2020 di Refinitiv, dove Hera si è classificata 12esima nella graduatoria globale delle imprese impegnate nella promozione di diversità, inclusione e sviluppo delle persone, sia nel BLOOMBERG GENDER-EQUALITY INDEX 2021, che a livello internazionale premia le imprese più impegnate nella promozione e nella creazione di luoghi di lavoro equi ed inclusivi.
Una manciata di riconoscimenti di eccellenza che sprona a migliorare ulteriormente le performance perché dare risposta alle priorità e alle sfide più urgenti per lo sviluppo sostenibile del Pianeta è la prospettiva che orienta i business del Gruppo, verso una crescita economica in grado di generare valore condiviso per il territorio e per le comunità.
Anche per questo motivo, nel 2020 il Gruppo Hera è entrato a far parte dell’ALLEANZA PER L’ECONOMIA CIRCOLARE, che già unisce importanti aziende simbolo del made in Italy, con l’obiettivo di rafforzare il continuo miglioramento sul fronte della sostenibilità attraverso un’azione quotidiana e sfidante, per rendere innovazione e sostenibilità parti integranti del business e scelta strategica di competitività, pure nell’ottica della lotta ai cambiamenti climatici.
Hera rivolge costante impegno a interpretare i segnali dei contesti in cui opera. Tale impegno è finalizzato a catturare una visione d’insieme del proprio futuro e di quello dei propri stakeholder. Al fine di anticiparne gli sviluppi, di seguito sono rappresentati i principali driver dei fenomeni di cambiamento e la loro inestricabile correlazione; in particolare, sono identificati i macrotrend dei contesti di riferimento, le principali politiche di gestione del Gruppo ovvero la strategia industriale e la correlata sostenibilità (ambientale, tecnologica e relativa al capitale umano).
Macroeconomico e finanziario
Nel 2020 l’economia globale ha registrato una forte contrazione economica, determinata in gran parte dagli effetti che la pandemia da Covid-19 ha provocato sul tessuto economico e sociale. Le stime più recenti elaborate dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) mostrano un decremento della ricchezza mondiale del 3,5% rispetto al 2019. A questo risultato hanno contribuito in particolar modo le economie avanzate (-4,9% rispetto al 2019), mentre la flessione delle economie in via di sviluppo si mostra meno accentuata (-2,4% rispetto al 2019). Particolarmente negativi i dati relativi all’area Euro e al Regno Unito, che evidenziano riduzioni del Pil comprese tra il -7% e -10%, mentre gli Stati Uniti mostrano un decremento del -3,4% rispetto all’anno precedente. Di segno opposto, la Cina, che registra per il 2020 una crescita economica del 2,3%. Le misure di contenimento della diffusione dell’epidemia, introdotte nel corso dell’anno secondo gradi diversi di intensità, hanno determinato l’interruzione delle attività economiche e inibito la capacità di programmazione di tanti player, portando realtà produttive e commercio globale verso una sorta di sostanziale impasse, sbloccata solo in parte dalla marcata ripresa registrata durante i mesi estivi. Tale inversione di tendenza è ascrivibile alle misure di stimolo straordinarie adottate da tutte le principali economie mondiali.
Con riferimento all’area Euro, la flessione economica è
rilevante (-7,2% rispetto al 2019) e particolarmente
concentrata nel secondo e quarto trimestre dell’anno. Il calo
del prodotto interno lordo risulta essere più consistente, con
tassi vicini al -10%, in Spagna, Francia, Italia, mentre si
mantiene su valori più contenuti in Germania (-5,4%).
La spesa domestica è crollata, quale esito delle misure di
contenimento del virus e quale effetto di un aumento della
propensione al risparmio delle famiglie europee. Sono
risultate in sofferenza anche le esportazioni che, oltre alla
contrazione della domanda, hanno dovuto fronteggiare le
limitazioni al flusso di merci imposte dalle misure
restrittive.
L’inflazione media del 2020 è negativa e si attesta al -0,3%,
gravata dal calo dei prezzi energetici e dalla debolezza dei
prezzi dei servizi e dei beni industriali non energetici.
Per il prossimo biennio il FMI prevede una generale ripresa a livello mondiale (+5,5% nel 2021 e +4,2% nel 2022), da confermare sulla base dell’evoluzione delle condizioni sanitarie, della diffusione dei vaccini su scala mondiale e dell’efficacia degli straordinari stimoli economico-finanziari adottati a livello europeo. L’area Euro dovrebbe seguire lo stesso percorso di recupero: in particolare, si attendono tassi di crescita del 4,2% nel 2021 e del 3,6% nel 2022, che tuttavia non permetteranno di recuperare i livelli di Pil di fine 2019 entro il 2021.
La gran parte delle considerazioni effettuate sull’area Euro vale anche per la situazione economica italiana: le misure restrittive, infatti, hanno procurato una notevole riduzione del Pil nel secondo e nel quarto trimestre (rispettivamente del 13,0% e del 3,5% sul trimestre precedente), mentre il terzo trimestre - in concomitanza con un generale allentamento delle misure di contenimento - ha fatto registrare una solida ripresa (+15,9% rispetto al secondo trimestre), che tuttavia non ha evitato al Paese una contrazione del Pil intorno al 9% su base annua.
Nel 2020, le esportazioni hanno registrato una flessione del -9,7% e altrettanto netto è stato il calo dei consumi delle famiglie. Il tasso di occupazione, grazie alle misure straordinarie adottate dal Governo, si è attestato a novembre 2020 al 58,3%, su livelli relativamente vicini a quelli di inizio anno (58,9%): il blocco dei licenziamenti e il largo ricorso agli ammortizzatori sociali, in particolare, hanno permesso di arginare temporaneamente gli impatti negativi del contesto esogeno.
Le più recenti proiezioni elaborate dal FMI stimano che l’Italia possa andare incontro a una ripresa del 3,0% nel 2021 e del 3,6% nel 2022, a condizione però di un efficace contenimento della pandemia e di un altrettanto efficace utilizzo delle risorse straordinarie stanziate a livello europeo.
Il 2020 è stato caratterizzato, a livello globale, da incertezza e volatilità dei mercati finanziari. Benché la pandemia da Covid-19 sia stata senza dubbio l’evento dominante, non vanno dimenticati gli effetti della guerra commerciale fra Usa e Cina, nonché quelli riferibili alle elezioni presidenziali americane. Nel primo trimestre 2020, in particolare, la volatilità dei mercati ha raggiunto livelli comparabili a quelli registrati nella crisi finanziaria del 2008, ridimensionandosi però già dal secondo trimestre. Nell’ambito delle principali economie emergenti, il mercato azionario cinese ha mostrato invece una reazione più contenuta, ascrivibile ad alcune caratteristiche strutturali di tale piazza finanziaria e alle robuste misure monetarie e fiscali adottate da Pechino per sostenere l’attività economica.
Il debito pubblico ha subito gli effetti della crisi, manifestandoli in modo più immediato rispetto al passato, ed esponendo così i paesi alla necessità di dover fronteggiare il combinato dato da un aumento della spesa corrente e da una concomitante riduzione delle entrate tributarie. Lo stock del debito dei paesi avanzati si è collocato in media sopra il 100% del Pil, in netto aumento rispetto al 74% registrato nel 2007.
Al fine di far fronte al quadro di recessione economica e alla
conseguente spirale deflazionistica, le banche centrali hanno
adottato politiche monetarie estremamente espansive, che hanno
azzerato o reso negativi i tassi, tramite misure di credit
easing e quantitative easing volte a fornire liquidità a
supporto dei prestiti bancari verso famiglie e imprese. Il
tasso di crescita della liquidità globale è conseguentemente
aumentato da un livello medio annuo del 7% a un tasso di oltre
il 26%.
A seguito dell'emergenza pandemica, in particolare, la Bce ha
introdotto fin da subito un programma straordinario di
acquisto di titoli pubblici e privati (Pepp -Pandemic
emergency purchase programme) finalizzato a ripristinare il
corretto funzionamento dei mercati dei titoli europei e
assicurare l'efficace trasmissione degli impulsi di politica
monetaria. Tale misura, che si protrarrà fino all’esaurirsi
della crisi, ha attenuato le tensioni sui mercati secondari
dei titoli di Stato, che hanno registrato una rapida riduzione
dei rendimenti rispetto al picco di inizio marzo. La Bce, in
questo senso, ha comunicato che non farà venire meno il
proprio sostegno economico e monetario, sottolineando al tempo
stesso l’importanza di politiche fiscali coordinate che
facciano fronte alla contrazione dell’economia dell’area Euro,
ma anche il ruolo chiave cui è chiamato il fondo Next
Generation EU, approvato dal Consiglio europeo, che fornirà un
deciso sostegno (750 miliardi di euro per il rilancio e la
resilienza delle economie europee) sfruttando il bilancio e la
capacità di prestito dell’Unione.
Tali politiche monetarie hanno determinato il perdurare del trend di discesa dei tassi di interesse, anche sulle scadenze di lungo periodo; la curva dei tassi di interesse euro swap, in particolare, ha registrato una riduzione media di circa 40 punti base rispetto all’anno precedente, portandosi su livelli negativi anche su scadenze fino a 15 anni, con andamento forward che non evidenzia un percorso di risalita. La Bce, nell’orizzonte di proiezione di medio periodo, si aspetta che i tassi rimangano ai livelli attuali o inferiori, fino a quando le prospettive di inflazione non convergeranno a un livello sufficientemente vicino al 2%.
In questo contesto, il mercato azionario italiano ha mostrato dinamiche analoghe a quello globale. Nei primi sei mesi del 2020 il Ftse Mib è infatti calato del 18%, per poi recuperare lentamente a seguito degli annunci di importanti misure di contrasto alla crisi in ambito europeo e nazionale. In base a quanto emerge dal rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, inoltre, il debito pubblico italiano resta sostenibile anche in considerazione della natura temporanea delle misure espansive di bilancio. Le misure di sostegno nazionali finora adottate, tra cui l'espansione della Cassa integrazione guadagni, la moratoria sui prestiti, il posticipo degli adempimenti fiscali, i contributi a fondo perduto e gli schemi di garanzia sui nuovi finanziamenti sono destinate a contenere situazioni di stress economico-finanziario di famiglie e imprese. Nel mese di marzo i mercati obbligazionari avevano cominciato a scontare i livelli di indebitamento delle imprese, in tutti i settori di attività, ma le misure di politica monetaria intervenute hanno soddisfatto il bisogno di liquidità delle stesse e hanno contribuito ad attenuare le conseguenze economiche della pandemia. Il mercato italiano delle obbligazioni emesse da società private ha evidenziato un calo dei prezzi e l'incremento dei rendimenti sui titoli di Stato italiano è risultato particolarmente marcato; i rendimenti delle obbligazioni con scadenza a dieci anni hanno raggiunto valori prossimi al 2,5%, in crescita rispetto al 1,3% registrato all'inizio dell'anno. Lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani con scadenza a 10 anni (Btp) e il benchmark tedesco è salito velocemente a metà marzo, raggiungendo il picco di quasi 300 punti base (da una media di circa 145 punti base registrata nei due mesi precedenti); analoghe dinamiche sono state osservate con riferimento ai credit default swap (Cds) sul debito sovrano.
Gli spread dei titoli obbligazionari di Hera hanno risentito dell’effetto pandemico con un repentino incremento dei livelli. Lo spread decennale, mostrato nel grafico seguente, ha infatti toccato un massimo di 150 punti base, con un rialzo di circa 100 bps rispetto all’anno precedente. Tuttavia, grazie al buon merito creditizio del Gruppo, si è sempre mantenuto su livelli inferiori dello spread Btp-Bund di medesima durata, mostrando al tempo stesso una minore volatilità.
Business e regolazione
Tra gli effetti che l’emergenza sanitaria ha provocato sul
tessuto produttivo nazionale, va registrata anche la flessione
dei consumi di energia elettrica. Le stime più aggiornate
elaborate dalla società di trasmissione rete nazionale (Terna)
mostrano per il 2020 una richiesta nazionale di energia pari a
302,8 TWh, in calo del 5,3% rispetto al 2019. Nel complesso la
domanda è stata soddisfatta per circa il 90% dalla produzione
nazionale, che ha segnato una flessione del 3,8% rispetto
all’anno precedente, mentre il saldo con l’estero si è
attestato a 32,2 TWh.
Nel 2020 le fonti rinnovabili hanno contribuito al 41,7% della
produzione elettrica netta totale, per un valore di 114,0 TWh,
in aumento dell’1% rispetto al 2019. Tale contributo si
traduce in un incremento della quota di consumi finali
soddisfatti da fonti rinnovabili (fino al 38%, superiore di
oltre due punti percentuali rispetto al contributo sul totale
dell’esercizio precedente): significativo, in questo senso, il
contributo fornito dalla produzione fotovoltaica (+9,6%
rispetto al 2019) ma anche, benché in misura più contenuta,
quello ascrivibile alla produzione idroelettrica (+0,7% sul
2019). Nel loro insieme i due vettori hanno più che compensato
la generale flessione registrata dalle altre fonti
rinnovabili.
Analogo il trend riferito ai consumi di gas naturale, con volumi nazionali che nel 2020 – in base ai dati del Gestore dei mercati energetici (Gme) – sono diminuiti del 4,4% rispetto al 2019, per un totale di 70,7 miliardi di metri cubi consumati. La dinamica è principalmente riconducibile alla debolezza della domanda registrata durante i mesi del lockdown e all’andamento climatico della prima parte dell’anno. I consumi dei settori industriale e termoelettrico si sono attestati rispettivamente a 24,4 e 13,2 miliardi di metri cubi (-5,7% e -6,1% rispetto a quelli dell’esercizio precedente). Più tenue, invece, il calo della domanda del settore civile, che si è attestato a 31,0 miliardi di metri cubi (-2,4% rispetto al 2019).
Per quanto concerne il settore dei rifiuti, l’Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra)
aveva stimato per il 2019 una produzione nazionale di rifiuti
urbani pari a 30,1 milioni di tonnellate, in lieve calo dello
0,3% sull’anno precedente, e una produzione nazionale di
rifiuti speciali di 143 milioni di tonnellate, in aumento del
3,3% sull’anno precedente. I rifiuti speciali derivano
principalmente dai settori delle costruzioni e del trattamento
rifiuti e attività di risanamento (vi contribuiscono
rispettivamente per il 42,5% e il 26,5%); il settore delle
attività manifatturiere vi contribuisce invece per il 20%.
A oggi non sono disponibili evidenze relative alla produzione
di rifiuti urbani e speciali nel 2020, ma considerando la
correlazione con i tradizionali indicatori socio-economici (su
tutti Pil e spesa per consumi) e gli effetti straordinari
legati all’emergenza sanitaria, è verosimile aspettarsi un
calo nazionale della produzione dei rifiuti. Sulla base delle
prime evidenze nei territori serviti dal Gruppo la produzione
di rifiuti non si è ridotta di valori simili alla contrazione
della domanda elettrica, mentre nell’ambito dei rifiuti
speciali hanno avuto una forte incidenza anche le condizioni
metereologiche caratterizzate da ridotte precipitazioni.
Il più recente rapporto dell’Istat sulle statistiche del settore idrico nazionale conferma un prelievo complessivo di circa nove miliardi di mc di acqua, equivalenti a 419 litri giornalieri per abitante. Quasi l’85% della risorsa viene prelevata da acque sotterranee, circa il 15% da acque superficiali e in via residuale da acque marine e salmastre. Dall’ultimo aggiornamento del Blue Book risulta come circa la metà dell’acqua prelevata in Italia venga destinata all’agricoltura, che si conferma perciò il comparto economico più idrovoro, seguito dall’industria. Emerge pertanto l’importanza degli interventi finalizzati a incentivare il riuso della risorsa idrica in ambito agricolo e industriale.
La forte pressione concorrenziale che caratterizza ormai da
diversi anni i settori tipicamente presidiati dalle utility,
sia con riferimento ai business a libero mercato che a quelli
regolati, si conferma anche per il 2020.
Nel mercato energy la serrata competizione tra i venditori per
l’incremento della base clienti trova conferma in churn rate
sempre più elevati, come peraltro rilevato dalla stessa
Autorità di regolazione per energia reti e ambiente - Arera.
Al fine di rispondere alle sfide e alle difficoltà provocate
dalla crisi pandemica, le imprese hanno adottato in tempi
rapidi nuove soluzioni di gestione e contatto con il cliente
in chiave digitale, accelerando in molti casi alcuni trend già
in atto. Le società di vendita hanno altresì accompagnato la
fornitura di commodity con la vendita di Servizi a valore
aggiunto. Nell’autunno 2020, infine, si sono svolte le gare
per l’assegnazione dei servizi di Ultima Istanza nel settore
gas (Default gas e Fornitore Ultima Istanza gas con cadenza
annuale) ed elettrico (Salvaguardia con durata biennale).
Sul versante delle attività di trattamento e recupero dei rifiuti industriali, il panorama competitivo si estende ai grandi player europei. Il mercato per la gestione e il trattamento dei rifiuti urbani e speciali di derivazione urbana si caratterizza per una forte domanda, legata soprattutto alla situazione emergenziale del centro-sud Italia, capace di esprimere volumi tali su cui sta convergendo una competizione di livello internazionale. Nel mercato dei rifiuti industriali, gli impianti di trattamento esistenti sono spesso oggetto di strategie d’acquisizione, secondo un trend che – nel condurre a una marcata industrializzazione dei servizi – dovrebbe ragionevolmente avvantaggiare gli operatori più grandi. Nel mercato del recupero è in atto l’evoluzione del settore verso una struttura di carattere più industriale, la sola che possa rispondere in maniera adeguata ai target sfidanti indicati a livello comunitario.
Con riferimento ai business regolati, Hera svolge la propria
attività nei business di competenza di Arera, che ne determina
le condizioni di accesso e le modalità di funzionamento, nel
rispetto degli obblighi di trasparenza.
Nel 2020 sono proseguite le attività connesse alle procedure
di gara per gli affidamenti dei servizi di distribuzione gas,
igiene ambientale e ciclo idrico. Per quanto riguarda la
distribuzione gas, le gare a oggi effettivamente aggiudicate a
livello nazionale sono ancora un numero esiguo (tra le
principali si ricordano gli Atem di Milano 1, Torino 2 e
Belluno), e quasi tutte le aggiudicazioni sono state oggetto
di impugnazione. Relativamente ai territori nei quali il
Gruppo svolge attualmente il servizio, è terminato l’iter di
verifica della documentazione di gara predisposta dagli Enti
concedenti da parte di Arera per gli Atem Forlì-Cesena, Modena
1, Rimini e Trieste, mentre sono ancora in corso di
valutazione le offerte presentate per l’Atem di Udine 2. Con
riferimento al business di igiene ambientale, si è conclusa la
procedura, con l’aggiudicazione a favore del Gruppo del
servizio nell’ambito di Ravenna-Cesena, mentre risultano
ancora aperte le procedure per gli ambiti di Modena e Bologna.
Nel ciclo idrico, infine, è in corso l’esame dell’offerta dei
concorrenti partecipanti alla gara per l’affidamento in
concessione del servizio idrico integrato per la provincia di
Rimini, a esclusione del Comune di Maiolo.
In ambito regolatorio, i provvedimenti di maggior rilievo per il Gruppo Hera approvati nel corso del 2020 risultano essere:
A fronte della situazione di lockdown diffusa sul territorio nazionale, Arera è intervenuta con misure dapprima a favore dei clienti finali dei servizi energetici e idrici, e a seguire a favore dei venditori e dei distributori delle filiere energy.
Per il periodo dal 10 marzo al 3 maggio 2020, gli utenti finali hanno beneficiato della temporanea sospensione delle procedure di blocco delle forniture per morosità, agevolazione che dal 4 al 17 maggio 2020 è stata riservata ai soli utenti domestici (delibera 60/2020/R/com e successive integrazioni). Nella filiera energy, al fine di mitigare gli effetti conseguenti ai benefici riconosciuti ai clienti in difficoltà, è stata concessa ai venditori la possibilità di pagare parzialmente le fatture emesse dai distributori di energia elettrica e gas con scadenza nei mesi di aprile-giugno (nei limiti di soglie minime rispettivamente pari al 70% e all’80%) ed evitare così le procedure di inadempimento da parte dei distributori (delibera 116/2020/R/com).
Con la delibera 190/2020/R/eel e in attuazione del D.L.
Rilancio, Arera ha disposto la riduzione delle bollette
elettriche per le utenze non domestiche connesse in bassa
tensione con potenza superiore a 3 KW. In altre parole, al
fine di ridurre la spesa sostenuta da piccoli esercizi
commerciali, artigiani, bar, ristoranti, laboratori,
professionisti e altri fornitori servizi, per le competenze
dei mesi di maggio, giugno e luglio 2020, l’Autorità ha
ridefinito provvisoriamente corrispettivi e componenti
tariffarie unitarie. Attraverso la Cassa per i servizi
energetici e ambientali (Csea), Arera ha già provveduto a
ristorare i minori incassi dei distributori. Con delibera
432/2020/R/com, la stessa Arera ha poi introdotto modifiche
straordinarie in materia di regolazione output-based dei
servizi di distribuzione dell’energia elettrica e del gas. Per
l’energia elettrica, le modifiche coinvolgono le regolazioni
premi-penalità relative alla durata e al numero di
interruzioni, alla resilienza e all’ammodernamento delle
colonne montanti vetuste; per il settore gas, le modifiche
hanno invece a oggetto la sostituzione dei tratti di rete in
materiale non conforme, riducendo il target di sostituzione al
2022 dal 40 al 30% e, da ultimo, lo slittamento dell’istanza
di deroga. In altri termini, per entrambi i settori, Arera ha
formalizzato la applicabilità della clausola di forza maggiore
per la qualità commerciale.
Infine, con delibera 501/2020/R/gas, Arera è intervenuta anche
sugli obblighi di messa in servizio degli smart meter gas
G4-G6: il raggiungimento dell’obbligo di roll out all’85%,
infatti, è stato posticipato al 31 dicembre 2021 per le grandi
imprese (con più di 200 mila punti di riconsegna) e al 31
dicembre 2022 per le medie imprese (con Pdr tra 100 e 200
mila).
Per quanto riguarda il servizio idrico integrato, la delibera
235/2020/R/idr ha introdotto alcune deroghe alle disposizioni
vigenti sia in ambito tariffario che di qualità del servizio,
al fine di salvaguardare l'equilibrio economico e finanziario
delle gestioni.
In ambito tariffario, il percorso di riduzione del
riconoscimento degli oneri finanziari per le immobilizzazioni
in corso relative alle opere non strategiche è stato
posticipato al 2022, mantenendo per gli anni tariffari 2020 e
2021 il saggio di copertura pari a quello previsto per le
opere strategiche. Per l’anno 2020 sono state inoltre
introdotte specifiche componenti per la copertura di costi
legati all’emergenza, ivi inclusi i costi legati alle
dilazioni e alle rateizzazioni dei pagamenti concesse nel
periodo emergenziale. In ragione della ricerca di una maggiore
sostenibilità tariffaria, infine, l’Ente di governo d’ambito
può rinviare ad annualità successive (non però successive al
2023) il recupero della quota parte degli oneri ammissibili al
riconoscimento tariffario 2020, con correlata possibilità di
anticipazione finanziaria erogata da parte della Csea.
Con riferimento alla regolazione della qualità del servizio,
gli obiettivi di qualità tecnica e contrattuale saranno
considerati cumulativamente sul biennio 2020 e 2021.
Come per gli altri settori di sua competenza, con delibera 443/2019/R/rif Arera ha introdotto modifiche e integrazioni alla regolazione tariffaria del servizio integrato rifiuti. Per assicurare la necessaria continuità ai servizi ambientali, in particolare, il Regolatore ha introdotto una serie di leve volte a garantire la sostenibilità sociale ed economica del sistema tariffario. I termini per la determinazione delle tariffe e della Tari sono stati prorogati al 30 giugno 2020 (D.L. 18/2020, c.d. Cura Italia (convertito nella L. 27 del 24 aprile 2020), disponendo, in deroga, la possibilità di approvare anche per l’anno 2020 – fino al 31 ottobre - le tariffe o la Tari già adottate per l’anno 2019. Arera ha altresì introdotto misure di agevolazione tariffaria per gli utenti finali non domestici penalizzati dalle chiusure delle attività economiche, prevedendo una rimodulazione delle quote variabili per i servizi ambientali, ma anche ulteriori forme di tutela per le utenze domestiche in stato di disagio economico (delibera 158/2020/R/rif). Con delibera 238/2020/R/rif, al fine di garantire l'equilibrio economico e finanziario delle gestioni, Arera ha poi completato il quadro della regolazione emergenziale disponendo temporanee modifiche al metodo tariffario rifiuti, garantendo meccanismi di copertura degli oneri economici e finanziari sostenuti per adottare le misure a tutela delle utenze. In aggiunta, è stata concessa la possibilità di acquisire con anticipo il riconoscimento in tariffa 2020 degli oneri differenziali sostenuti per far fronte all’emergenza.
Sempre in esito all’emergenza epidemiologica, con riferimento al settore del teleriscaldamento, la regolazione della qualità tecnica del servizio (delibera 548/2019/R/tlr) che avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° luglio 2020, è stata differita al 1° gennaio 2021 (delibera 188/2020/R/tlr).
La Legge di Bilancio 2020 (L.160 del 27 dicembre 2019) ha introdotto alcune misure significative per i servizi energetici e idrici. La causa di esclusione dalla prescrizione biennale dei crediti conseguenti a conguagli per consumi risalenti a oltre due anni, per esempio, è stata stralciata anche in caso di accertata responsabilità del cliente nella mancata rilevazione della misura. Nella regolazione dei settori energetici, inoltre, Arera ha successivamente implementato tale disposizione di legge con delibera 184/2020/R/com. Analogo il caso dell’idrico, dove la misura è stata recepita con delibera 186/2020/R/idr, introducendo anche specifici obblighi informativi a favore degli utenti finali. Si è poi intervenuto sul termine di preavviso di sospensione fornitura per morosità che è stato incrementato a 40 giorni dalla ricezione della comunicazione da parte dell’utente finale. Per i settori energetici, dove a favore degli operatori è stato contemporaneamente introdotto un potenziamento della disciplina del sistema indennitario per contrastare fenomeni di turismo energetico, tale disposizione è stata attuata da Arera con delibera 219/2020/R/com. A sua volta, la delibera 221/2020/R/idr, con cui la misura è stata declinata anche per il settore idrico, ha previsto un opportuno monitoraggio degli effetti derivanti dalla sua adozione, nell’interesse ultimo dell’equilibrio economico finanziario delle gestioni. La L.160/2019 ha infine previsto l’introduzione di specifiche penali a favore di utenti finali nei casi di violazioni relative a modalità di rilevazione dei consumi, esecuzione dei conguagli o di fatturazione da parte dei venditori o gestori.
Per quanto riguarda l’assetto di mercato della vendita ai
clienti finali delle filiere energetiche, le modalità di
superamento delle tutele di prezzo sono attualmente
prefigurate con esclusivo riferimento al settore elettrico.
Con il D.L. 162/2019, c.d. Milleproroghe, convertito con la L.
8/2020, sono state ridefinite le tappe per il superamento
della maggior tutela elettrica, rinviandole al 1° gennaio 2021
per le piccole imprese e al 1° gennaio 2022 per i clienti
domestici e le microimprese.
In tale quadro legislativo è intervenuta Arera: con la
delibera 491/2020/R/ee, infatti, l’Autorità definisce la
regolazione delle condizioni economiche e contrattuali di
erogazione del servizio a tutele graduali destinato alle
piccole imprese che non abbiano un contratto a mercato libero
e, a partire dal 1° gennaio 2021, le modalità di assegnazione
del servizio stesso. L’individuazione dei soggetti che erogano
il servizio deve avvenire a seguito di procedure concorsuali
(periodo di assegnazione definitiva) e, in considerazione
delle tempistiche relative al perfezionamento delle attività
necessarie allo svolgimento delle procedure di affidamento, il
suddetto periodo è preceduto da un periodo transitorio in cui
la fornitura è erogata dagli esercenti la maggior tutela
(periodo di assegnazione provvisoria, intercorrente fino al 30
giugno 2021). L’aggiudicazione dei lotti avverrà mediante il
meccanismo delle aste a doppio turno con aggiudicazione
dell’area all’operatore che offre il prezzo più basso, entro i
limiti di una soglia minima (floor) e massima (cap) al prezzo
offerto, stabiliti da Arera.
Nella fase di assegnazione provvisoria, le condizioni
economiche del servizio a tutele graduali saranno
sostanzialmente analoghe a quelle del servizio di maggior
tutela, assicurando perciò sostanziale continuità alla
remunerazione degli esercenti provvisori. Nella fase di
assegnazione definitiva, al cliente finale sarà applicato un
prezzo derivante dalla somma delle seguenti voci:
Gli esercenti del servizio a tutele graduali riceveranno
quindi una remunerazione allineata al prezzo offerto in sede
di gara a mezzo di uno specifico meccanismo di perequazione
rispetto al prezzo unico applicato al cliente.
Il Decreto MiSE 31 dicembre 2020 presenta le modalità per
favorire l’ingresso consapevole nel mercato libero e quelle
per il superamento del regime dei prezzi regolati per le
piccole imprese e definisce che, ciascun partecipante alle
procedure di gara dovrà aggiudicarsi una quota massima del 35%
del volume assegnabile sull’intero territorio nazionale. Al
fine di adeguare la disciplina al suddetto decreto, con la
delibera 14/2021/R/eel, il Regolatore ha pertanto disposto il
differimento temporaneo a fine gennaio 2021 della
pubblicazione del Regolamento di gara per l’affidamento del
servizio da parte di Acquirente Unico Spa.
Con il documento per la consultazione 445/2020/R/eel Arera ha condiviso i suoi orientamenti finali relativamente al meccanismo per il riconoscimento dell’eventuale mancato incasso delle componenti tariffarie a copertura degli Oneri generali di sistema (Ogds). L’iniziativa è volta a dare ottemperanza alle sentenze della giurisdizione amministrativa, le quali hanno sancito che le imprese di vendita non devono sostenere oneri economici relativi agli Ogds che, versati alle imprese distributrici, non sono stati riscossi dai clienti finali a causa della morosità di questi ultimi.
Infine, Arera ha pressoché completato la regolazione del servizio di teleriscaldamento (Tlr), approvando anche il Testo integrato misura teleriscaldamento (Timt) con delibera 478/2020/R/tlr, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2022 a valere per il triennio 2022-2024. La regolazione affronta diverse tematiche tra cui la lettura dei misuratori, le modalità di stima e ricostruzione dei dati di misura e gli standard di qualità e indennizzi automatici.
Si riporta di seguito lo schema temporale dei principali periodi regolatori e correlati provvedimenti di riferimento di Arera per i settori di attività del Gruppo.
Nella tabella seguente si riportano infine i principali riferimenti tariffari per ciascun settore regolato, sulla base del quadro normativo in vigore nell’anno 2020 e previsti fino alla fine degli attuali periodi regolatori.
|
Distribuzione e misura gas naturale |
Distribuzione e misura energia elettrica |
Servizio idrico integrato |
Ciclo integrato rifiuti |
---|---|---|---|---|
Periodo regolatorio |
2014-2019
2020-2025 |
2016-2019
2020-2023 |
2016-2019
2020-2023 |
2018-2021 |
Governance regolatoria |
Singolo livello (Arera) |
Singolo livello (Arera) |
Doppio livello (Ega, Arera) |
Doppio livello (Ente territorialmente competente, Arera) |
Capitale investito riconosciuto ai fini regolatori (Rab) |
Costo storico rivalutato (distribuzione) Media tra costo standard e costo effettivo (misura) Riconoscimento parametrico (capitale centralizzato) |
Riconoscimento parametrico per asset fino al 2007 Costo storico rivalutato per asset dal 2008 |
Costo storico rivalutato |
Costo storico rivalutato |
Lag regolatorio riconoscimento investimenti |
1 anno |
1 anno |
2 anni |
2 anni |
Remunerazione del capitale investito (2)
|
Anno 2019
6,3% Distribuzione
Anni 2020-2021 |
Anni 2019-2021 |
Anni 2018-2019
Anni 2020-2021 |
Anni 2020-2021 |
Costi operativi riconosciuti |
Valori medi costi effettivi per raggruppamenti di imprese (dimensione/densità), su base 2011 (per ricavi fino al 2019) e 2018 (per ricavi dal 2020) (3) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Valori medi costi effettivi di settore su base 2014 (per ricavi fino al 2019) e (2018 per ricavi dal 2020) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Costi efficientabili: valori effettivi del gestore 2011 inflazionati Costi aggiornabili: valori effettivi con lag 2 anni Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Costi effettivi gestore con lag regolatorio di 2 anni (a partire dalle tariffe 2020 su costi 2018) Costi aggiuntivi per miglioramento qualità e modifiche perimetro gestione (natura previsionale) Conguagli per gli anni 2018-2019 su base costi 2017 in ottica di gradualità |
Efficientamento annuale costi operativi |
X-factor annuale
Anno 2019
Dal 2020 Commercializzazione: 1,57% |
X-factor annuale
Anno 2019
Dal 2020: |
Meccanismo di efficientamento basato su: sharing efficienze 2016 del gestore Livello di sharing differenziato rispetto alla distanza tra costo effettivo e costo efficiente del gestore |
|
Meccanismi incentivanti |
Sharing sui ricavi netti derivanti dal transito della fibra ottica nelle infrastrutture elettriche |
Sharing sui costi dell’energia elettrica in base ai
risparmi energetici conseguiti. |
Sharing sui ricavi derivanti dalla vendita di materiale ed energia (range 0,3-0,6) e da corrispettivi Conai |
|
Limite annuale alla crescita tariffaria |
Su base asimmetrica e in funzione di:
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
Su base asimmetrica e in funzione della presenza di:
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
(1) La delibera 443/19 viene applicata ai gestori del ciclo
integrato dei rifiuti, comprendendo l’attività di trattamento
(a smaltimento o recupero) solo nel caso in cui tali attività
siano incluse nel perimetro societario del gestore. È invece
rinviata a dedicato provvedimento la regolazione tariffaria
dei corrispettivi al cancello degli impianti. Gli effetti del
provvedimento assumeranno efficacia, a valere dall’annualità
tariffaria 2020, a valle della procedura di approvazione
prevista nel provvedimento stesso, fatte salve le disposizioni
di deroga previste dal D.L.18/2020 Cura Italia commentate
nella sezione di approfondimento
(2) Per i settori energetici e il settore rifiuti si fa
riferimento alla metodologia Wacc, mentre per il servizio
idrico integrato i valori si riferiscono al tasso di copertura
degli oneri finanziari e fiscali
(3) In merito alla rilevante contrazione del riconoscimento
dei costi operativi operata dalla delibera 570/2019, nel mese
di febbraio 2020, Inrete Distribuzione Energia Spa, principale
distributore del Gruppo, alla stregua di altri operatori del
settore, ha impugnato il provvedimento innanzi al Tar
Lombardia-Milano.
Climatico e ambientale
Gli interventi normativi ed economici per la gestione del
cambiamento climatico e la concretizzazione delle opportunità
derivanti dalla presa in carico dei rischi a esso collegati
sono priorità delle istituzioni internazionali e nazionali,
nonché degli operatori economici di ogni settore. Le priorità
del Gruppo per il perseguimento della sostenibilità ambientale
sono rappresentate da: i 17 obiettivi dell’Agenda per lo
Sviluppo Sostenibile 2030 (SDGs), le indicazioni dell’accordo
di Parigi per contenere il riscaldamento globale al di sotto
dei 2º C e la strategia climatica di lungo periodo A Clean
Planet for all (adottata dall'Unione Europea) per conseguire,
entro il 2050, la decarbonizzazione totale tramite la
neutralità carbonica e contenere l’aumento delle temperature
al di sotto di 1,5° C. Il cambiamento auspicato dal Green Deal
e, nel solco di questo, il nuovo piano d’azione per l’economia
circolare (Ceap) rappresentano ulteriori indirizzi rilevanti
in tale direzione.
Una leva ulteriore deriva dalla società civile ed è
rappresentata dal numero crescente di persone che, mostrandosi
sempre più sensibili ai temi dell’ambiente e dell’inclusione
sociale, danno corpo a una domanda crescente di interventi in
tema green & digital, coerenti con le raccomandazioni
dell’Unione Europea su ripresa economica e resilienza.
I fondi messi a disposizione con il Next Generation EU per far
fronte alla crisi indotta dalla pandemia da Covid-19, sono
accessibili dagli stati membri a condizione che essi
presentino un piano per la ripresa e resilienza che rispetti
determinate condizioni di ammissibilità.
L’adozione del Green Deal, ovvero dell’insieme delle
iniziative volte ad affrontare i problemi climatici e
ambientali per il raggiungimento della neutralità carbonica, è
a sua volta declinata in 11 azioni che ambiscono a creare una
società che si rapporti al tema delle risorse in modo equo e
competitivo. Tra queste, emergono l’adozione di una strategia
industriale che implementi l’economia circolare in tutti i
settori, a partire da quelli a maggiore intensità di risorse,
e la promozione di energia pulita, decisiva per garantire
l’approvvigionamento di energia verde, economica e sicura.
Il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, presentato
dalla Commissione nel marzo 2020, delinea un rinnovato quadro
strategico per coniugare in senso circolare lo sviluppo
economico dell’Unione Europea e, così facendo, per accelerare
la transizione e rendere possibile il cambiamento traguardato
dal Green Deal.
Tra le iniziative previste dal Ceap assumono particolare
rilievo quelle che incentivano non soltanto il riutilizzo e la
riciclabilità nei prodotti ma anche la riduzione
dell’overpackaging, misure a cui si aggiungono le regole per
le bioplastiche.
Nell’ambito del nuovo Ceap, inoltre, si prevede l’elaborazione
di ulteriori misure di policy che prescrivono obblighi di
contenuto minimo di plastica riciclata per determinate
categorie di prodotti, e valutano la possibile introduzione di
misure di prevenzione (per i rifiuti di imballaggi) e di
riciclaggio (per ulteriori categorie di rifiuti in plastica).
Le policy di gestione dei rifiuti, finalizzate a ridurre gli
impatti ambientali dei prodotti in plastica, invece, sono
estese agli stakeholder di tutta la value chain, interessando
cioè anche le fasi di progettazione, produzione e consumo dei
prodotti stessi, affinché entro il 2025 sia raggiunto
l’obiettivo di immettere nel mercato dell’Unione Europea
almeno dieci milioni di tonnellate di plastiche riciclate
all’anno in nuovi prodotti. Al di là del settore delle
plastiche, la promozione dell’economia circolare è
incoraggiata anche rispetto alla gestione delle acque.
Al fine di favorire un uso più sostenibile dell’acqua, nonché
di mitigare la carenza di acqua nel territorio dell’Unione
Europea, è stato adottato il Regolamento (UE) 2020/741, che
contiene prescrizioni per il riutilizzo dell’acqua, incoraggia
il riuso delle acque reflue depurate per l'irrigazione in
agricoltura e definisce i requisiti minimi per l'utilizzo
delle acque di recupero.
Nell’ordinamento nazionale è stata recepita la disciplina
europea e sono state apportate sostanziali modifiche al Testo
unico ambientale, con l’obiettivo di ottenere un miglioramento
delle performance nella gestione dei rifiuti e incrementare la
circolarità. Fra queste, si può citare il nuovo registro
elettronico per la tracciabilità dei rifiuti, una definizione
rinnovata del rifiuto urbano e di rifiuti simili che si basa
su criteri di natura qualitativa e non più quantitativa, così
come l’estensione della responsabilità del produttore,
configurata da requisiti minimi amministrativi, finanziari e
informativi. A tali misure si aggiungono il recepimento degli
obiettivi europei di riciclaggio e smaltimento in discarica
per rifiuti urbani, nonché la riforma del sistema di
ammissibilità in discarica.
Le novità introdotte in tale ambito saranno accompagnate
dall’adozione di un sistema di gestione sostenibile della
risorsa idrica, che faccia sintesi fra le necessità di
stoccaggio e conservazione, l’efficienza nei consumi e la
possibilità di riutilizzo delle acque reflue e che, al
contempo, permetta la rigenerazione degli ecosistemi naturali.
Il depauperamento delle risorse idriche rappresenta, infatti,
una delle principali minacce alla crescita economica e proprio
la produzione di energia è una delle maggiori cause di consumo
di risorse di acqua dolce.
Al fine di conseguire una piena decarbonizzazione del settore
energetico al 2050, la Commissione Europea ha pubblicato la
system integration strategy, articolata sulla base di sei
pilastri, che mirano a superare la contrapposizione tra
singole filiere energetiche, al fine di realizzare un sistema
virtuoso e in grado, come tale, di far dialogare tra loro le
differenti infrastrutture.
La strategia adottata vuole sviluppare:
L’ineluttabilità del cambiamento climatico ha indotto la
Commissione Europea a riconsiderare gli obiettivi di riduzione
delle emissioni già al 2030, con l’auspicio di pervenire a una
piena decarbonizzazione al 2050. Questi trend globali, uniti
all’emergenza sanitaria e alla crisi economico-sociale che ne
è scaturita, hanno costretto anche gli enti locali a rivedere
priorità e linee d’azione. La pandemia ha reso quanto mai
urgente l’attuazione di azioni capaci di rendere più
resilienti le città e i programmi locali, proprio per questo,
sono sempre più coerenti con le iniziative di economia
circolare, mobilità sostenibile, adattamento climatico e
digitalizzazione. Lo scenario è sfidante e offre nuove
opportunità al settore delle utility. Tutte le tipologie di
clientela saranno chiamate a introdurre miglioramenti
tecnologici in grado di ridurre i loro fabbisogni energetici:
clienti domestici, industrie e pubblica amministrazione.
La promozione e la vendita di prodotti e servizi per
l'efficientamento dei consumi energetici e il supporto
all'efficienza energetica degli edifici sono alcune delle
iniziative incentivate.
Gli stakeholder, finanziari e di altra natura, mostrano
crescente attenzione alle tematiche di sostenibilità e,
pertanto, anche ai rating di sostenibilità delle aziende. Ne
consegue che le opportunità di financing saranno sempre più
focalizzate su prodotti verdi, in grado di raccogliere denaro
sul mercato dei capitali a tassi potenzialmente inferiori alle
alternative.
Nella logica di condivisione del valore tra azienda e
comunità, orientata alla ricerca di soluzioni a vantaggio di
entrambe, assume un ruolo sempre più rilevante l’engagement
della comunità e delle singole persone. I principali megatrend
sono quelli che si innestano sulla Agenda ONU al 2030, sui
riferimenti teorici e sulle esperienze di successo di approcci
basati sul valore condiviso e sulle nuove opportunità di
business.
Le nuove linee di sviluppo non potranno prescindere da un
pieno sfruttamento dei dati (intesi come un vero e proprio
asset aziendale) e da una maggiore attenzione alla
cybersicurezza, per proteggere l’impresa e i suoi dati. La
velocità del cambiamento rende fondamentale definire piani di
formazione che permettono alla popolazione aziendale di
gestire al meglio il cambiamento (in primis quello digitale),
anche – ove serva – nel quadro di una formazione che, benché
parcellizzata, sappia darsi la necessaria continuità
(autosviluppo).
Tecnologico e del capitale umano
I principali trend dell’Ict consistono nell’Intelligenza artificiale, nell’automazione e, quindi, nel software, nella Robotic Process Automation, nella raccolta e nella gestione dei dati (Internet of Things, data governance e Data analytics), nelle piattaforme in cloud e, infine, nella cybersecurity e costituiscono elementi abilitanti capaci di accelerare l’evoluzione tecnologica digitale.
L’evoluzione tecnologica, nei suoi aspetti più disruptive, sta cambiando i paradigmi dei contesti economici e sociali con velocità crescente, alterando interi segmenti di mercato e le modalità di relazione sociale. Tale trend di accelerazione rischia di allargare il divario fra gli attori che mantengono il passo dell’evoluzione tecnologica e quelli che, per risorse o competenze, non riescono a farlo in tutti i comparti.
Gli investimenti in telecomunicazioni, reti, software e
automazione e altre infrastrutture tecnologiche sono sempre
più urgenti e devono essere accompagnati dalla diffusione di
una cultura e una formazione che abiliti alle nuove
tecnologie, a loro volta orientate verso l’economia
sostenibile e circolare e incardinate a digitalizzazione e
Intelligenza artificiale. Metaforicamente, questi due filoni
vengono identificati con il verde e con il blu: il verde
dell’ambiente, da proteggere con pratiche di sostenibilità
estensive e pervasive, e poi il blu dell’elettronica,
coniugato in tutte le sue sfumature di information and
communication technology (Ict).
La robotizzazione e l’Intelligenza artificiale possono
potenziare le capacità del capitale umano in termini di
efficienza e produttività, consentendo di assegnare alle
persone attività intraprendenti e ad alto valore aggiunto, per
le quali il pensiero umano risulta la migliore risorsa
possibile. Fra queste attività, vi sono senz’altro quelle da
intraprendere per ripensare gli scenari organizzativi e
metodologici alla luce delle nuove tecnologie e in funzione di
sfidanti obiettivi ambientali e sociali.
Il processo di diffusione delle tecnologie digitali è stato
accelerato dalla pandemia, che ha amplificato le necessità di
connessione e di sicurezza applicate allo smart working,
qualificandolo non più come semplice diritto residuale ma come
pratica strategica di flessibilità, produttività e work-life
balancing. Tutto ciò ha aumentato le esigenze
infrastrutturali, orientando la domanda di investimenti su
connettività e strumenti di collaborazione a distanza. Ne è
derivato un ripensamento dei confini stessi
dell’organizzazione, irriducibili a quelli fisici della sede
aziendale o a quelli logici dello stretto business, e,
piuttosto, da estendersi alle interrelazioni che interessano
l’organizzazione stessa in funzione degli obiettivi di
sviluppo sostenibile traguardati.
Le utility, in particolare, sono chiamate a cogliere le
opportunità digitali in termini di efficienza procedurale e di
workforce management, ma anche rispetto all’interazione
multicanale con il cliente, senza dimenticare la gestione e la
sensorizzazione delle infrastrutture sul territorio.
La diffusione capillare della tecnologia digitale sollecita
tutti gli aspetti dell’operatività aziendale, estendendone i
cambiamenti al punto da tradursi in ulteriori e nuovi servizi
a valore aggiunto.
La necessità di sicurezza informatica si è acuita con la
diffusione dell’informatizzazione e l’ultimo anno di pandemia
ha evidenziato un incremento esponenziale di attacchi e rischi
a essi conseguenti. L’operation technology (Ot) o
telegestione, che nel corso degli anni passati si era
sviluppata come area di nicchia limitata all’efficacia
impiantistica e poco attenta ad aspetti di sicurezza
informatica, ha dovuto fare i conti con l’impreparazione
culturale degli utilizzatori e con la vulnerabilità di molte
componenti delle infrastrutture tecnologiche. Un’altra area
delle infrastrutture delle utility potenzialmente soggetta a
rischi di sicurezza è rappresentata dagli oggetti connessi
mediante sensori, come smart objects e smart meters, in cui la
lassità dei protocolli di comunicazione rischia di favorire
intrusioni illecite.
Per rispondere alla crescente domanda di sicurezza
informatica, le aziende si trovano a non poter più rimandare
l’incremento di quegli investimenti che, riducendo la
fragilità dei sistemi, costituiscono l’unico viatico possibile
per recuperare le situazioni disomogenee maturate nel passato.
L’incremento di dati prodotti e la rapidità di disponibilità
degli stessi generano potenzialità per le aziende: l’Internet
of Things e l’interazione digitale delle persone
(l’automazione delle relazioni più standardizzabili con i
clienti mediante chatbot ne è un esempio) possono infatti
abilitare un flusso continuo e crescente di dati, che consente
non soltanto diagnosi tempestive delle diverse situazioni
(real time analytics) ma anche profilazioni più puntuali delle
decisioni e delle azioni da intraprendere, spesso con il
supporto dell’Intelligenza Artificiale.
I clienti di ogni settore, a loro volta, sono sempre più
inclini all’interazione mediante canali digitali e, per
questo, si attendono risposte in tempo reale e l’ininterrotta
disponibilità del servizio, premiando i fornitori più
propositivi in termini di attenzione ai comportamenti e
ottimizzazione dei consumi, ma anche, in misura crescente,
servizi aggiuntivi come smart house ed e-mobility.
Per quanto concerne la componente più tecnologica della
digitalizzazione, le piattaforme in cloud sono il principale
abilitatore e acceleratore dell’intero ecosistema. La
disponibilità di connettività ad alta performance ha
consentito di realizzare importanti economie di scala
infrastrutturali per uno sviluppo esponenziale della
tecnologia, che in ogni parte del mondo - a cascata - mettono
i sistemi nelle condizioni di esprimere una capacità
elaborativa che fino a pochi anni fa non era nemmeno
ipotizzabile. La diffusione rapidissima delle tecnologie in
cloud e la crescita delle grandi aziende operanti nel settore
si spiegano proprio con i benefici addotti agli utenti da tali
infrastrutture, che a fronte di costi contenuti sono in grado
di ottimizzare al massimo l’impiego del tempo, una delle
risorse più preziose del periodo storico in corso.
La diffusione di una modalità di fruizione dei servizi
informatici in ottica as a service e pay per use, proprio per
questo, appare un processo inarrestabile e destinato a
diventare statisticamente l’unico di fatto possibile, con
l’eccezione –al più -di applicazioni estremamente specifiche.
Tale disponibilità di potenze elaborative spiega e incentiva la diffusione di applicazioni di Intelligenza artificiale e Robotic Process Automation con integrata Intelligenza artificiale (Irpa), utili per assumere le decisioni di volta in volta più adeguate sulle azioni da compiere. Queste innovazioni porteranno a una progressiva automazione dei processi, specie laddove tali processi si compongono di attività esauribili in termini di regole e/o procedure. L’identificazione e la formalizzazione di processi operativi ibridi, che coniugano attività umane e attività automatizzate, bilanciandole in funzione del valore aggiunto al processo, è quindi uno dei temi su cui tutte le organizzazioni dovranno porre particolare attenzione, non soltanto in termini di disegno organizzativo, ma anche dal punto di vista della pratica formativa e del monitoraggio operativo.
La valorizzazione della componente umana risulta altresì fondamentale per un equilibrio tra tecnologia e persone, focalizzando gli effort antropici sulle attività a valore aggiunto, secondo uno schema di integrazione intelligente, che non si limita al mero efficientamento dei costi e alle logiche esclusivamente sostitutive. La digital workplace transformation e l’interconnessione su un’unica piattaforma permettono di interagire, condividere informazioni e guadagnare conoscenze e competenze. La capacità tecnologica di acquisire ingenti moli di dati rende ulteriormente importante investire sulla capacità umana di leggerli e renderli “parlanti”, affinché possano generare il valore atteso. Al tempo stesso, mentre l’adozione sempre più pervasiva di strumenti per la collaborazione a distanza ha creato un cambiamento del modo di lavorare e di misurare le performance, la capacità di offrire un ambiente che risulti connesso anche in termini di relazioni umane diventa, proprio per questo, ricercata e apprezzata.
L’attuale momento storico e l’emergenza sanitaria hanno enfatizzato la necessità di valore aggiunto addotto da una forza lavoro resiliente e sollecitata dallo sviluppo continuo di competenze che consentono di affrontare scenari futuri mutevoli e non sempre prevedibili. A fronte della necessaria rivisitazione dell’organizzazione delle persone, anche in termini di spazi da adeguare alle indicazioni delle autorità sanitarie, il consolidamento del remote working si è rivelato dirimente. I trend dei sistemi economico, politico, ambientale e sociale – combinandosi con la forte accelerazione della trasformazione digitale e la progressiva alfabetizzazione tecnologica delle persone - richiedono inoltre un approccio sempre più sensibile agli aspetti relazionali. Alcune ricerche del World Economic Forum evidenziano che i ruoli emergenti dipenderanno da competenze legate alla tecnologia ma anche al problem solving e al self management. Il reskilling, l’apprendimento continuo attivo e adattivo, nonché la progettazione stessa delle attività formative diventano quindi fondamentali per aumentare la resilienza delle organizzazioni. L’ambiente esterno caratterizzato da incertezza investe le persone di responsabilità crescenti, ed è fondamentale che la connessione tra contributo individuale e impatto organizzativo diventi sempre più percepibile, dando maggiore forza all’orientamento di tutte le risorse verso uno scopo comune. Le azioni di responsabilizzazione individuale, accompagnate dal ripensamento delle modalità di lavoro e dal benessere delle persone, sono pertanto indirizzate verso la valorizzazione delle persone e, così facendo, verso l’incremento della produttività. A tale proposito, le politiche di inclusione e la tutela della diversità si traducono anche in una lotta contro la discriminazione sul luogo di lavoro e, accompagnate dall’impegno per la promozione e la creazione di contesti equi e inclusivi, stanno diventando riferimenti sempre più imprescindibili per la comunità finanziaria responsabile.
L’analisi di scenario è una metodologia per la definizione di
input utili ai piani strategici per incrementare l’efficacia
del modello di business nel tempo.
Questo tipo di analisi consiste in un processo volto a testare
la resilienza della strategia sotto diverse assunzioni che
descrivono possibili stati futuri. Per il Gruppo Hera è
fondamentale analizzare il potenziale impatto, positivo o
negativo, di diversi scenari economico-finanziari, di
business, normativi, competitivi, ambientali, tecnologici e
del capitale umano che siano differenti tra loro, ma
ugualmente plausibili e internamente coerenti.
Lo studio degli scenari è stato declinato anche con
riferimento ai cambiamenti climatici, al fine di comprendere
come le opportunità e i rischi climatici fisici e di
transizione possono plausibilmente condizionare il business e
i relativi ambiti dello stesso nel tempo.
Lo schema di riferimento entro cui è stata sviluppata la strategia nei diversi ambiti di riferimento si compone di tre dimensioni:
Ambito macroeconomico e finanziario
La struttura di debito verso cui è orientato il Gruppo Hera è funzionale alle esigenze di business, non soltanto per quanto riguarda la durata dei finanziamenti, ma anche per l’esposizione ai tassi di interesse; la strategia finanziaria, a sua volta, è adeguata al rischio e orientata a massimizzare il profilo di rendimento.
Lo scenario, caratterizzato da tassi negativi anche per scadenze di lungo termine, consentirà a Hera di incrementare la quota di debito a tasso fisso. Il piano industriale presentato a gennaio 2021, in questo senso, mostra che la struttura finanziaria del Gruppo raggiungerà l’83% dell’indebitamento a tasso fisso al 2024, nel rispetto dei limiti indicati dalla policy sui rischi finanziari. Tali proiezioni si inseriscono nel quadro di un’attenta programmazione a lungo termine delle risorse finanziarie necessarie, che Hera effettua tramite l’analisi e il monitoraggio dei flussi di cassa, prestando attenzione anche alla struttura dell’indebitamento. Il costo medio del debito, in particolare, è costantemente efficientato, sia attraverso attività di financial risk management, che contemplano anche il ricorso a strumenti derivati, sia grazie a valutazioni di operazioni di liability management volte a cogliere opportunità di mercato favorevoli. Proprio in questa direzione, il piano prevede di far fronte al fabbisogno finanziario tramite emissioni obbligazionarie a tasso fisso, anche di tipo green e/o sustainable, lungo una traiettoria che si propone di ottimizzare il costo medio del debito attraverso la gestione proattiva delle operazioni summenzionate, in modo tale che, al 2024, il tasso medio del debito raggiunga il 2,6%. Le condizioni di emissione particolarmente favorevoli, inoltre, consentiranno di rispondere con ulteriori incrementi di efficienza alle necessità di investimento del Gruppo, soprattutto per garantire la realizzazione di progetti innovativi e sostenibili nei settori ambientale, idrico ed energetico.
Il rating del Gruppo è strettamente connesso al rating del Paese, al trend macroeconomico e allo scenario politico dello stesso, poiché la maggior parte del perché la maggior parte del business è concentrato sul territorio domestico. Nonostante la crisi economico-finanziaria scatenata dalla pandemia, tuttavia, le azioni e le strategie poste in essere sono tali da prefigurare il mantenimento e il miglioramento di adeguati livelli di rating. Nel corso dell’esercizio, peraltro, è proseguita la consueta attività di comunicazione con le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s (S&P), che, in considerazione della congiuntura, ha fornito riscontri incoraggianti. Il profilo di rischio del Gruppo, infatti, è valutato positivamente in termini di solidità e buon equilibrio del portafoglio di business, nonché in termini di buone performance operative, di rischio di liquidità e di resilienti indicatori di merito creditizio. Entrambe le agenzie, in particolare, hanno mantenuto un giudizio positivo sul merito creditizio del Gruppo rispettivamente pari a Baa2, outlook stabile e BBB/A-2 outlook positivo, valutazioni cui hanno giovato anche i risultati positivi raggiunti nel 2020 relativamente alle metriche di credito.
In arco piano, la continua adozione delle best practice di rendicontazione finanziaria sostenibile supporterà il Green financing e i rating del Gruppo. Hera, già impegnata nel green funding, continua lungo un percorso che parte da lontano: prima società italiana a emettere un green bond nel 2014, la multiutility, cui ha fatto seguire un finanziamento Esg linked nel 2018, per poi dotarsi, nel 2019, di un vero e proprio Green financing framework (Gff) accompagnato da un’ulteriore emissione obbligazionaria di tipo green. L’atteso e ulteriore miglioramento dei rating di sostenibilità, a sua volta, permetterà di accedere ancora più facilmente alle linee dedicate ai finanziamenti sostenibili, interessanti anche perché caratterizzate da costi potenzialmente inferiori a quelli delle linee di credito tradizionali. In coerenza con tali indirizzi, è poi in corso il recepimento delle raccomandazioni della Task force on climate-related financial disclosure (TCFD) del financial stability board, che prevedono la definizione di scenari climatici, rischi e opportunità legate al cambiamento climatico, così come dei processi di gestione di tali rischi, nonché la definizione di target di riduzione delle emissioni climateranti.
In questo contesto, l’ingresso nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI) primo indice in grado di tracciare le performance finanziarie delle società leader a livello mondiale in tema di sostenibilità, attesta la bontà e la credibilità del percorso intrapreso dal Gruppo Hera, schiudendo ulteriori sviluppi. Riconoscimenti di questo tipo, infatti, fungono anche e soprattutto da stimolo e consentono a Hera di individuare le aree da sviluppare per un ulteriore miglioramento delle proprie performance e, insieme, per includere nella platea degli investitori anche i soggetti impegnati nel Socially responsable investing (SRI), segmento in grande e continua espansione.
Ambito di business: la strategia industriale
La strategia presentata nell’ultimo piano industriale del
Gruppo prospetta un percorso di crescita economica e
industriale pienamente sostenibile, in coerenza con gli
obiettivi previsti dall’Agenda ONU al 2030 e con le direttrici
della più recente politica europea.
La ricerca di uno sviluppo sostenibile è perseguibile tramite
l’applicazione dei principi dell’economia circolare non solo
all’ambito di business del Gruppo, ma anche coinvolgendo gli
stakeholder esterni per influenzare anche il contesto.
Per quanto riguarda i business a libero mercato, la strategia del Gruppo prevede l’ulteriore sviluppo della propria base clienti e della propria impiantistica, in ottica di decarbonizzazione e di contributo all’economia circolare.
Per i business a mercato del settore energia è stato fissato
il traguardo dei quattro milioni di clienti al 2024, target
che verrà perseguito attraverso la valorizzazione della
customer base del nord-est e alle opportunità offerte dal
superamento del regime di maggior tutela del mercato
elettrico. Lo sviluppo commerciale sarà alimentato
dall’offerta di nuovi Servizi a valore aggiunto, che
arricchiranno la proposta commerciale del Gruppo e offriranno
al cliente una gamma di servizi complementari per il risparmio
energetico e la riduzione degli sprechi. Ne sono esempi la
vendita e l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’offerta
di apparecchiature a led e di termostati intelligenti o la
vendita di caldaie efficienti abbinata alla fornitura delle
commodity energetiche.
La personalizzazione delle offerte commerciali sarà
ulteriormente migliorata attraverso la progressiva diffusione
su scala nazionale dei contatori di energia di nuova
generazione (2G), che permettono di monitorare le abitudini di
consumo dei clienti e, perciò, di definire offerte commerciali
che possano premiare in maniera sempre più rilevante
l’adozione di comportamenti sostenibili (green loyalty).
L’offerta ai clienti condominiali, inoltre, potrà integrare il
menu dei servizi energia proposti, forte - già oggi - delle
attività di riqualificazione energetica degli edifici e degli
impianti termici, che beneficiano delle misure fiscali
previste dal Governo.
Infine, il Gruppo intende rinnovare il proprio impegno nella
partecipazione alle future gare per i mercati di ultima
istanza, con l’obiettivo di continuare ad affermarsi tra i
player di riferimento nazionale, facendo leva sull’esperienza
pluriennale già maturata.
Nei business a mercato del trattamento e recupero dei rifiuti
la strategia sarà indirizzata allo sviluppo dell’attuale base
impiantistica, essenziale per dare seguito al percorso
intrapreso da Hera verso la gestione dei rifiuti in logica
circolare, in linea con le migliori best practice
internazionali.
In questo senso, sono in fase di sviluppo nuove soluzioni
impiantistiche per la produzione di biometano dalla frazione
organica dei rifiuti solidi urbani: un nuovo impianto, ad
esempio, sarà realizzato nelle Marche, con l’obiettivo di
rispondere anche alle esigenze di trattamento e recupero
espresse dal bacino geografico del medio Adriatico e
dell’Italia centrale.
Specifiche iniziative sono inoltre previste nel settore del
riciclo delle plastiche, al fine di incrementare l’uso della
plastica riciclata e rispondere all’introduzione della Plastic
Tax. Aliplast, società di riferimento del Gruppo, continuerà
infatti a incrementare la propria capacità di trattamento,
avviando l’ingresso nel mercato delle cosiddette plastiche
rigide.
Per quanto riguarda i business regolati, importanti investimenti saranno dedicati a incrementare ulteriormente resilienza, efficienza e business continuity degli asset del Gruppo e a realizzare un ampio spettro di soluzioni sostenibili e circolari, che caratterizzeranno la gestione delle reti Hera nei prossimi anni. Parte dell’impegno finanziario sarà inoltre dedicato alla partecipazione del Gruppo alle gare per l’assegnazione delle concessioni dei servizi regolati che interesseranno alcuni business a rete (igiene urbana, distribuzione gas e ciclo idrico) prioritariamente nelle aree già presidiate dal Gruppo.
Nel ciclo idrico proseguirà l’impegno del Gruppo a favore delle soluzioni per il riuso e la rigenerazione della risorsa idrica. Il progetto che prevede il reimpiego delle acque in uscita dal depuratore per finalità agricole o di mantenimento dell’equilibrio idrogeologico del territorio, già realizzato a Bologna, sarà esteso ad altri territori. Proseguirà inoltre l’azione di contrasto alle perdite idriche, consolidando un approccio integrato che punta su tecnologie e metodiche di rilevazione sempre più avanzate, ma anche sulla manutenzione predittive e bonifica delle reti. A tutela della qualità della risorsa idrica, verranno utilizzate nuove tecnologie per il controllo e la rimozione degli inquinanti: il progetto Water Fingerprint, ad esempio, prevede di creare una specifica impronta digitale dell’acqua, realizzando uno spettro che viene associato a varie sostanze nel campo organico, grazie al quale sarà possibile segnalare eventuali situazioni in cui la risorsa idrica non si dimostrasse conforme alle sue regolari proprietà. Sempre in coerenza con le logiche dell’economia circolare, il Gruppo lavorerà all’installazione di elettrolizzatori presso i propri impianti di depurazione, con l’obiettivo di produrre idrogeno verde (o gas di sintesi nella configurazione power-to-gas) e sfruttare la produzione di ossigeno, valorizzando pienamente l’esistenza di flussi di materia circolari tra gli impianti di depurazione e gli elettrolizzatori stessi.
Per i business gas ed energia elettrica, nei prossimi anni il Gruppo rinnoverà l’attenzione al processo di digitalizzazione delle reti di distribuzione e al loro potenziamento in chiave di prevenzione e mitigazione dei rischi esogeni, consolidando in questo modo la business continuity. Per entrambi i business è previsto un importante piano di sostituzione dei contatori: nel settore elettrico verranno installati i contatori di energia di seconda generazione (2G), mentre nel settore gas saranno posati i nuovi contatori intelligenti - denominati NexMeter e oggetto di un brevetto proprietario - in grado di interrompere il flusso di gas e mettere in sicurezza l’impianto di utenza in caso di eventi sismici rilevanti, fughe di gas o piccole perdite latenti.
Per il business teleriscaldamento si prevede un piano investimenti volto a rafforzare la business continuity del servizio, perseguire una digitalizzazione degli asset e sviluppare l’estensione della rete in aree chiave, come nel caso dell’interconnessione tra due sistemi di teleriscaldamento della città di Bologna.
Per il business dell’igiene urbana, l’impegno del Gruppo si concentrerà sul miglioramento della quantità e qualità della raccolta differenziata e sul contenimento dei costi del servizio. Con questa finalità progetti come campagne di comunicazione, strumenti digitali e cassonetti intelligenti supporteranno il cittadino nello sviluppo di migliori e più corrette abitudini di raccolta e differenziazione dei rifiuti. Al fine di garantire qualità ed efficienza del servizio, saranno inoltre sviluppate nuove soluzioni, come il controllo da remoto dei contenitori dotati di apposita tecnologia (denominato Smarty).
La strategia adottata permetterà al Gruppo di aumentare il
proprio margine operativo lordo di 215 milioni di euro tra il
2019 e 2024, raggiungendo il traguardo di 1,3 miliardi di
euro. Tale crescita sarà alimentata in modo equilibrato sia
dalla componente organica che da quella per linee esterne. Gli
obiettivi economici e industriali previsti saranno raggiunti
grazie a un volume di investimenti stimato in circa 3,2
miliardi di euro nel quinquennio 2020-2024, valore
significativamente superiore rispetto alla media degli ultimi
cinque anni. Tali risorse saranno destinate ai territori
serviti in modo coerente con l’attuale presenza del Gruppo e
saranno concentrate soprattutto nelle attività regolate, in
ragione della loro natura capital intensive.
La marginalità generata in arco piano e un’attenta politica
finanziaria permetteranno al Gruppo di far fronte al volume di
investimenti stanziato, pur traguardando una riduzione del
rapporto tra debiti finanziari netti e Mol al 2,8x al 2024.
La sostenibilità continua a rappresentare un obiettivo del tutto integrato alla strategia del Gruppo. Si prevede, in particolare, che al 2024 circa la metà del margine operativo lordo sarà imputabile ad attività che creano valore condiviso, rafforzando l’impegno di Hera per gli obiettivi declinati nell’Agenda Globale ONU al 2030, ma anche per l’efficace recepimento delle più recenti indicazioni europee (Next Generation EU). Inoltre, il Gruppo ha fissato un set di obiettivi industriali che arrivano fino al 2030, proprio per disegnare fin d’ora un percorso di sviluppo che risulti coerente con le linee d’azione implicate da economia circolare e decarbonizzazione.
La strategia di Hera è stata da sempre fondata su uno stretto rapporto con il territorio e con il proprio ecosistema. L’evoluzione del contesto nelle dimensioni economica, politica, locale e tecnologica, si riverbera sulle attività trasversali del Gruppo e sulle direttrici che caratterizzeranno l’evoluzione delle stesse, stimolandone una sempre maggiore resilienza e accelerando l’evoluzione della cultura aziendale. Next GenHERAtion Growth, in particolare, rappresenta la sintesi della strategia del Gruppo ed è declinata in diversi ambiti di azione:
Si rimanda ai paragrafi seguenti per maggiori dettagli circa le azioni strategiche sopracitate e per l’attenzione al capitale umano implicata da ognuna di esse.
Climatico e ambientale: lo sviluppo sostenibile
ll framework del valore condiviso Hera, introdotto nel 2016, ha orientato la strategia del Gruppo verso una crescita basata sulle risposte ai problemi del contesto esterno, capace di massimizzare il valore condiviso, sia per l’azienda sia per la comunità. Nella revisione 2020 del modello sono stati inclusi il tema della resilienza e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, quello dell’acqua potabile (incluso all’interno dell’ambito che riguarda la gestione sostenibile della risorsa idrica, insieme alla depurazione già presente) e quello della biodiversità, fronti su cui il Gruppo è di fatto impegnato da anni, che vanno a integrare le altre dimensioni in cui si articola il framework Hera (come l’economia circolare e la gestione sostenibile della risorsa idrica). L’obiettivo del Gruppo è quello di creare valore condiviso tramite attività di business che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’Agenda Globale, ossia quelle call to action al cambiamento, indicate dalle politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale. Il 2020 ha confermato la bontà delle iniziative già avviate dall’Agenda Globale ONU al 2030 per rispondere ai megatrend in essere: pianeta fragile, disruption tecnologica e urbanizzazione accelerata sono stati considerati i più strettamente legati al business di Hera e con un impatto diretto sulle attività aziendali. Il contributo di Hera è preponderante in sette sustainable development goals dell’Agenda 2030: 6. acqua pulita e servizi igienico-sanitari, 7. energia pulita e accessibile, 9. imprese, innovazione e infrastrutture, 11. città e comunità sostenibili, 12. consumo e produzione responsabili 13. lotta contro il cambiamento climatico e 17. partnership per gli obiettivi.
Si rimanda al sito web del Gruppo (www.gruppohera.it/gruppo/sostenibilita) e al Bilancio di sostenibilità (sezione valore condiviso) per il maggior dettaglio delle azioni che il Gruppo intende promuovere contribuendo in senso ampio ai 169 target ovvero ai dieci Goals dell’agenda ONU 2030 mappati nel corso del 2017 a cui è stato aggiunto l’obiettivo 17 (l’unico trasversale ai tre driver del valore condiviso). Si segnala, inoltre, che nel corso del 2020 si sono resi disponibili sulla piattaforma formativa aziendale eventi formativi dedicati agli SDGs, in particolare all’economia circolare, e l’Agenda ONU è stata inserita nella formazione a tutti i neoassunti. Tra le principali azioni si annoverano quelle orientate alla promozione dell’efficienza energetica, alla gestione sostenibile della risorsa idrica, alla selezione di fornitori con qualificazione in termini di aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, allo sviluppo dell’occupazione e delle nuove competenze e alla diffusione dell’innovazione e della digitalizzazione. Per far sì che i principi del Green Deal, declinati operativamente nel piano di azione di economia circolare e nel Next Generation EU, diventino sempre più elementi di consapevolezza per tutte le persone del Gruppo, verranno erogati programmi formativi specifici, che prevedono la valorizzazione delle competenze interne per sviluppare progetti coerenti con il framework SDGs.
L’approccio all’economia circolare del Gruppo, oltre a guidare
specifici progetti di filiera, è divenuto un paradigma
trasversale, irriducibile al mondo del waste e capace, come
tale, di ispirare e orientare progetti di ampio respiro, cui
concorrono filiere fra loro diverse.
A titolo esemplificativo, nei prossimi anni le fasi di
progettazione ed esecuzione delle opere di ingegneria saranno
sempre più attente alle tematiche della sostenibilità, della
riduzione dell’impronta ambientale e della minimizzazione
dell’impiego di suolo vergine. La tecnologia building
information modeling (Bim) consentirà infatti di condurre
analisi materiche e prevedere la massimizzazione del riciclo e
riutilizzo (così da estendere l’approccio circolare anche nel
fine-vita dell’opera). Il piano industriale ha pianificato di
estendere l’approccio a una pluralità di interventi di
dismissione e demolizione degli impianti Hera, mirando a
ottenere il massimo riciclo/riuso/recupero possibile. Tra gli
interventi previsti in questo ambito, sono rilevanti gli
obiettivi fissati in arco piano per lo sviluppo delle attività
di riciclo della plastica e l’incremento della produzione di
biometano orientati a dare nuovo valore alla frazione organica
del rifiuto solido urbano. Le logiche della circolarità
verranno poi applicate ai principali acquisti del Gruppo, con
una sempre maggiore attenzione da riservare a materiali o beni
che rispondono ai principi dell’economia circolare, mentre
l’adozione di criteri ambientali minimi (Cam) con cui
determinare le caratteristiche merceologiche delle varie
componenti per gli allacciamenti acquedottistici verrà estesa
anche ad altri elementi standard delle reti quali riduttori
gas, acqua e sollevamenti fognari.
Con l’obiettivo di stimolare l’adozione di modelli di business
circolari nel territorio servito, saranno avviate nuove
iniziative e progetti volti al riuso dei materiali grazie a
collaborazioni con importanti partner presenti sul territorio
locale. I progetti pilota di tali azioni improntate alla
sostenibilità saranno disciplinati all’interno di specifici
accordi quadro pluriennali.
A beneficio della diffusione dei modelli circolari verrà poi
dedicata maggiore attenzione ai vari strumenti di engagement
del cliente, in modo da utilizzare i diversi canali di
comunicazione/diffusione in base alla vocazione dei diversi
territori, nonché di migliorare e ampliare gli strumenti già
esistenti per massimizzare l’ingaggio delle diverse tipologie
di clienti.
La campagna di sensibilizzazione e consapevolezza delle sfide
ambientali coinvolgerà anche i giovani alunni delle scuole
(progetti di educazione ambientale) anche nelle declinazioni
per la didattica a distanza pensate in ragione della
congiuntura sanitaria, e verrà portata avanti attraverso i
principali media a livello locale (press tour sui temi
dell’ambiente).
Per supportare la transizione energetica cui è chiamata
l’intera Società, il Gruppo Hera ha continuato a prevedere
azioni mirate a incrementare l’incidenza dell’efficienza
energetica presso le diverse categorie di utenza e anche al
proprio interno, nonché a sfruttare ogni forma possibile di
energia rinnovabile.
Le azioni per ridurre i consumi energetici all’interno del
perimetro del Gruppo (-7% al 2024 rispetto al 2013) così come
quelle condotte nei confronti di clienti industriali, clienti
domestici e pubblica amministrazione proseguiranno pertanto
con rinnovato slancio. Il quadro legislativo, infatti, offre
interessanti opportunità sul settore domestico, facilitando
gli interventi di rinnovamento degli edifici ritenuti
necessari per una transizione energetica pienamente efficace.
Similmente anche il patrimonio immobiliare della pubblica
amministrazione dovrà assistere a un progressivo
efficientamento dei consumi di energia.
La decarbonizzazione del settore industriale, invece, potrà
fondarsi anche sullo sfruttamento di nuovi vettori energetici
rinnovabili, come l’idrogeno pulito. A tal proposito, il
Gruppo sta studiando e sperimentando le opportunità legate
allo sviluppo della filiera idrogeno per gli asset del proprio
parco impiantistico.
In tale senso, una soluzione circolare è quella che coinvolge
gli impianti di depurazione: dall’installazione di
elettrolizzatori presso i siti di depurazione è possibile
ottenere idrogeno pulito (o gas metano di sintesi) alimentando
flussi circolari di materia: l’acqua depurata come feedstock
del processo di elettrolisi, l’ossigeno di risulta
dell’elettrolisi come input del processo di depurazione, il
biogas da fanghi di depurazione come input per il processo di
metanazione dell’idrogeno pulito.
Le opportunità legate al vettore dell’idrogeno coinvolgono
anche altri asset del Gruppo, come gli impianti
Waste-to-Energy: l’energia elettrica prodotta dalla
combustione della frazione biogenica, considerata rinnovabile,
potrà essere utilizzata per alimentare impianti di
elettrolizzazione e ottenere idrogeno verde da destinare alla
clientela industriale, alla mobilità o all’immissione nella
rete di distribuzione.
Sempre nella logica di pieno sfruttamento delle opportunità
rinnovabili, nei prossimi anni acquisiranno maggiore rilievo
tutti i processi di trasformazione di matrici di rifiuti,
scarti o di prodotti della filiera agricola in biometano,
pienamente compatibile con le reti esistenti di metano.
Il Gruppo Hera potrà quindi valorizzare alcuni scarti e
residui delle proprie attività per ottenere biometano,
attraverso diversi processi tecnologici a seconda della
matrice di rifiuto/feedstock utilizzata (ad es. fanghi da
depurazione, sfalci e potature, rifiuti organici dalla
raccolta urbana, eluati da rifiuti organici).
Attraverso un pieno sfruttamento delle opportunità di
produzione del biometano, il Gruppo contribuirà anche alla
progressiva decarbonizzazione della filiera del gas, operando
così per favorire la creazione di un consenso motivato e
resiliente attorno a un settore che riveste particolare
importanza nel nostro Paese.
Il Gruppo Hera, in altri termini, ambisce a sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica e dalla digitalizzazione per estrarre innovazioni, miglioramenti operativi, efficienze di costo e sinergie collegate alla gestione di dati, così da rispondere alle esigenze del territorio e degli stakeholder, assumere un ruolo di rilievo nell’erogazione di servizi e accompagnare le città verso nuovi modelli di sviluppo, presidiando ogni upgrade tecnologico attraverso l’analisi dei suoi impatti e la mitigazione dei suoi effetti collaterali.
Tecnologico e del capitale umano: l’innovazione
Capofila delle evoluzioni tecnologiche sono i progressi dell’industria chimica e dell’ingegneria che interessano la filiera dell’ambiente (plastica in primis) o dell’energia (biocarburanti e biocombustibili) alla ricerca di soluzioni concrete che possono rivelarsi abilitanti nella sfida dell’adattamento al cambiamento climatico o nel contrasto al depauperamento del patrimonio di risorse naturali. Il Gruppo sfrutta strategicamente tali progressi al fine di individuare processi di riciclaggio delle plastiche complementari a quello meccanico e di rendere il processo efficace anche per le frazioni plastiche meno pure e meno pregiate. Gli stessi progressi consentono, ad esempio, di sperimentare soluzioni che utilizzano l’eccesso di energia elettrica rinnovabile (altrimenti inutilizzabile) per scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno e convertirla poi in gas metano sintetico con l’addizione di carbonio (da CO2).
La strategia di adozione delle tecnologie digitali di Hera è incardinata su quattro assi:
La progettazione della data strategy è finalizzata a
trasformare il Gruppo in un’azienda data driven, dove le
decisioni vengono guidate dai dati, valorizzati come asset
aziendale e soggetti, come tali, a una lettura etica e
consapevole. L’importanza crescente della gestione del dato,
infatti, implica anche una coerente evoluzione del livello di
attenzione e di risorse dedicate alla sua protezione.
Il modello organizzativo del Gruppo presenta una gestione
rinnovata dei rischi cyber allargando la platea degli
interlocutori; in particolare, esso ha definito un paradigma
nelle relazioni tra i vari business aziendali e chi si occupa
di cybersecurity, favorendo l’incremento dei controlli
relativi agli accessi in modalità virtual private network
(vpn) e pianificando altresì l’evoluzione di controlli
automatici.
Il modello Hera è concentrato su tre aspetti principali:
Queste attività consentono una riduzione del rischio complessivo, un netto innalzamento della cultura aziendale sulla cybersecurity e sui rischi connessi, nonché una “postura” del Gruppo, rispetto a possibili attacchi, che si concretizza in una maggiore velocità di azione e reazione.
Per quanto concerne il dettaglio della gestione dei rischi cyber si rimanda al paragrafo 1.02.03 “Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio”.
L’evoluzione della tecnologia e della digitalizzazione
sollecita altresì uno sviluppo continuo delle competenze dei
dipendenti e dei conseguenti percorsi formativi. Quest’ultimo
aspetto si è confermato strategico durante la pandemia, con
l’utilizzo massivo obbligato di strumenti di lavoro e
comunicazione alternativi che hanno consentito lo svolgimento
delle attività da remoto. In funzione delle crescenti esigenze
di smart working (già attivo per centinaia di dipendenti), le
opportunità di evoluzione tecnologica e digitalizzazione sono
state accompagnate dalla dotazione di device a tutta la
popolazione aziendale e da una formazione approfondita.
L’evoluzione della tecnologia e della digitalizzazione
sollecita altresì uno sviluppo continuo delle competenze dei
dipendenti e dei conseguenti percorsi formativi. Quest’ultimo
aspetto si è confermato strategico durante la pandemia, con
l’utilizzo massivo obbligato di strumenti di lavoro e
comunicazione alternativi che hanno consentito lo svolgimento
delle attività da remoto. In funzione delle crescenti esigenze
di smart working (già attivo per centinaia di dipendenti), le
opportunità di evoluzione tecnologica e digitalizzazione sono
state accompagnate dalla dotazione di device a tutta la
popolazione aziendale e da una formazione approfondita. La
scelta strategica di introdurre piattaforme cloud-based per
l’incremento della produttività individuale e come principali
strumenti di collaborazione si è rivelata tempestiva e
fruttuosa, conseguendo con piena efficienza tutti gli sfidanti
obiettivi che la situazione epidemiologica ha improvvisamente
richiesto di soddisfare. Al fine di accelerare la
trasformazione digitale, del resto, la cooperazione tra uomo e
tecnologia richiede una continua evoluzione del modo di
lavorare e degli spazi sia fisici che virtuali, permettendo di
ridurre gli sforzi a minor valore aggiunto. L’evoluzione del
rapporto tra persone e tecnologie all’interno del Gruppo
continuerà pertanto a essere affrontata con progetti di
automazione di processo che favoriscono la diffusione della
cultura dell’integrazione tecnologica, virtual factory e
digital lab focalizzati in iniziative di applicazione di
Intelligenza artificiale e potenziamento della community di
agenti del cambiamento, attraverso gli strumenti del digital
workplace. La strumentazione digitale apre nuove opportunità
di sviluppo per i business: i processi operativi, resi più
fluidi e digitali, presentano i presupposti per nuove
soluzioni basate su Intelligenza artificiale, la valutazione e
la misurazione dei benefici attesi dalle soluzioni stesse. Il
Gruppo intende utilizzare i dati per generare valore per le
persone e per il business; la progressiva digitalizzazione dei
processi human resources, piuttosto che la realizzazione
dell'architettura di riferimento per l’integrazione di sistemi
e dati disponibili in logica prescriptive analytics ne sono
alcuni esempi.
Nel corso dell’esercizio il Gruppo ha creato una nuova
struttura Data analytics e intelligent automation destinata a
raccogliere i dati e a supportarne l’analisi, a guidare la
strategia aziendale relativa ai dati (data strategy), a
divulgare esperienze e conoscenza attraverso laboratori e
partnership con aziende, osservatori e università sui temi
dell’Intelligenza artificiale. Infine, la visione strategica
verso le tecnologie di digitalizzazione, in un incrocio logico
con la dimensione di sostenibilità ambientale e sociale, ha
portato all’introduzione nel 2020 di un framework strategico
denominato Corporate Digital Responsibility (Cdr), di cui si
da ampia informativa all’interno del Bilancio di Sostenibilità
nella sezione “Innovazione e Digitalizzazione”.
L’estensione del remote working a oltre 4 mila dipendenti, modalità di lavoro consolidata delle persone del Gruppo, è stata accompagnata da una serie di misure volte a salute, sicurezza e responsabilità verso se stessi e verso gli altri, ovvero indirizzate a valorizzare e arricchire i servizi per i dipendenti. Per affrontare efficacemente il contesto attuale, in cui molti lavoratori stanno sperimentando modalità di lavoro nuove, nella strategia di Gruppo è diventato sempre più importante far percepire a ognuno quanto il proprio lavoro e il proprio senso di appartenenza siano correlati ai risultati e alle performance complessive dell’azienda. Il Gruppo prosegue in una strategia di sviluppo del capitale umano attenta a generare valore nel tempo: per la persona e per l’intera organizzazione. Per favorire il miglioramento continuo e la propensione all’innovazione, ad esempio, Hera ha attivato iniziative di ascolto che consentono di approfondire il livello di soddisfazione dei dipendenti sui temi legati all’ambiente di lavoro e ai valori aziendali. I dati emersi, analizzati anche grazie a strumenti digitali e Intelligenza artificiale, possono essere tradotti in azioni correttive nella direzione di riferimento di ciascun dipendente, ma anche attraverso la mobilità interna tra più direzioni. La strategia del Gruppo concorre alla creazione di valore accelerando anche i processi di ri-progettazione delle attività formative in logica blended learning, il consolidamento del percorso di implementazione di academy professionali, la realizzazione di un learning center HerAcademy quale punto di riferimento per il knowledge sharing interno ed esterno al Gruppo, senza dimenticare altri progetti per migliorare ulteriormente i livelli di employee engagement. Il tutto in una logica di armonizzazione del rapporto uomo-macchina allo scopo di rendere pienamente operativi i processi di automazione e digitalizzazione che coinvolgono tutta la popolazione aziendale; le diverse iniziative formative sono pertanto integrate allo sviluppo di percorsi di reskilling tesi a valorizzare l’employability delle risorse impiegate in attività caratterizzate da rilevante automazione e alta intensità tecnologica.
Il Gruppo Hera è inoltre impegnato nel continuo sviluppo di programmi formativi specifici per far sì che i principi dei Green Deal, Circular Economy Action Plan e Green Recovery Fund entrino nell’universo valoriale di riferimento di tutte le persone del Gruppo e, in una necessaria logica di lungo periodo, di quelle che vi entreranno; l’obiettivo di raggiungimento dei risultati in termini di green economy in relazione alla riduzione della carbon footprint di Gruppo, a titolo esemplificativo, è condiviso tramite la valorizzazione del contributo del remote working, oppure tramite il potenziamento dell’offerta green all’interno degli strumenti di welfare aziendale o, altresì, tramite la sensibilizzazione ai temi green già nel momento dell’assunzione.
Più in generale, il consolidato utilizzo dello strategic workforce planning, accorda l’evoluzione di competenze e ruoli alle esigenze del business tramite un dialogo strategico tra le linee di business e la funzione delle risorse umane, grazie al quale è possibile analizzare i più significativi trend in corso, condividere il significato delle sfide di business indirizzate in arco piano, ma anche il senso dei rischi e delle opportunità da esse implicate. L’obiettivo è quello di tradurre su tutti i processi delle risorse umane un piano di azione coerente, che seguiti a mostrarsi capace di identificare le migliori soluzioni per orientare la propria attuazione e coprire così i gap in termini di qualità, quantità, tempistiche e location della forza lavoro, nonché di farsi carico dei rischi profilati dall’adozione stessa di tali soluzioni.
I processi di gestione e sviluppo delle risorse umane sono disegnati per preservare le competenze e i valori distintivi costruiti nel tempo e, contemporaneamente, per sviluppare i talenti individuali, indipendentemente dal genere e dall’età, ricercando innovazione in tutti gli aspetti che possono generare valore aggiunto e sostenibile nel tempo. La strategia di Hera è incardinata allo sviluppo continuo di una cultura inclusiva delle diversità, intesa come motore per generare cambiamento, nel cui contesto i dipendenti possono giovarsi di un buon bilanciamento fra le azioni di sviluppo assegnate loro dal manager e le azioni di sviluppo in cui l’iniziativa parte invece dalla loro persona. Non a caso, oltre a mantenere la figura del Diversity Manager (introdotta nel 2011), Hera, firmataria del “Patto Utilitalia – La Diversità fa la differenza”, promuove politiche inclusive a tutti i livelli delle organizzazioni, affina progressivamente le misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro e adotta una gestione del merito non soltanto trasparente ma anche e soprattutto neutra rispetto alle diversità di genere, età e cultura, con l’adozione congiunturale di sistemi tesi a monitorare i progressi conseguiti e di politiche di sensibilizzazione interne ed esterne.
Dopo aver individuato quali sono i fattori di successo per le utility del futuro e gli obiettivi di crescita industriale, circolarità e rischi vengono tradotti in altrettante e coerenti policy aziendali.
Governance dei rischi
La struttura organizzativa adottata dal Gruppo Hera consente
di gestire l’esposizione al rischio derivante dai propri
business e contemporaneamente di preservare l’efficacia e la
redditività della gestione lungo l’intera catena del valore.
Il sistema di corporate governance adottato consente di
indirizzare le strategie in modo unitario e coerente. Il
principale organo manageriale di indirizzo, monitoraggio e
informativa relativamente alle strategie di gestione dei
rischi è il Comitato rischi. Accanto a esso, l’organo
consiliare, il Comitato per il controllo e rischi ha il
compito, in applicazione dell’articolo sette del Codice di
Autodisciplina, di vigilare sulla funzionalità del sistema di
controllo interno, sull’efficienza delle operazioni aziendali,
sull’affidabilità dell’informazione finanziaria, nonché sul
rispetto delle leggi e dei regolamenti e sulla salvaguardia
del patrimonio aziendale. Tali organi, al fine di massimizzare
la coerenza della strategia di gestione, si riuniscono
periodicamente. Nel corso del 2020, il Comitato rischi si è
riunito quattro volte e il Comitato per il controllo e rischi
si è riunito sette volte.
Il Gruppo ha adottato un approccio di difesa dei rischi articolato su tre livelli, definendo una opportuna separazione tra:
Il Comitato rischi definisce le linee guida generali per il processo di risk management, garantisce la mappatura e il monitoraggio dei rischi aziendali, assicura la definizione delle risk policy, definisce i protocolli informativi verso il Comitato controllo e rischi, la Direzione Internal Auditing e il Collegio sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione approva le risk policy e i parametri di misurazione, svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Comitato controllo e rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in merito alla definizione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi.
Il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato sovrintendono, per quanto di competenza, alla funzionalità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Vice Presidente sovrintende al coordinamento tra Comitato rischi e Comitato controllo e rischi, preservando il suo stato di indipendenza.
Si rappresenta di seguito l’architettura della risk governance:
Metodologia di gestione
Hera ha adottato il processo dell’Enterprise risk management (Erm) al fine di fornire al Consiglio di Amministrazione gli elementi utili alla valutazione della natura dei rischi aziendali e alla definizione del profilo di rischio in particolare nel medio-lungo termine. La definizione del profilo di rischio è esplicitata dallo stesso Consiglio di Amministrazione attraverso l’approvazione della Group risk management policy e dei limiti di rischio in essa definiti.
Il risk management framework è declinato attraverso tre elementi fondamentali:
In data 13 gennaio 2021 è stato presentato al Consiglio di Amministrazione il sesto report Enterprise risk management relativo al piano industriale 2021-2024.
Nel corso del 2020, l’analisi Erm ha realizzato ulteriori approfondimenti e affinamenti metodologici:
L’analisi Erm 2020 non ha evidenziato rischi in area critica
né per impatto reputazionale né economico-finanziario.
In area di rischi rilevanti si conferma quello con impatto
reputazionale derivante da possibili procedimenti di organi di
vigilanza/regolazione/indagine, generati dai gradi di
discrezionalità sull’avvio di procedure di verifica/indagine
in presenza di orientamenti interpretativi non univoci (pur in
presenza di comportamenti del Gruppo Hera conformi alle
disposizioni di legge), e quello economico-finanziario
derivante da eventi sismici ad alta intensità relativi alle
reti. Il rischio derivante dalla possibilità di incendi a
impianti di trattamento e recupero dei rifiuti è confermato,
ma i relativi impatti in termini di conseguenze sui risultati
di Gruppo sono valutati trascurabili, mentre quelli per
l’ambiente e la continuità operativa sono a impatto nullo. A
causa della crescente sensibilità sociale sul tema, tali
eventi possono tuttavia determinare conseguenze reputazionali
significative a causa del rischio percepito. Si segnala ancora
che il rischio derivante dai materiali critici delle reti gas
presente lo scorso anno è venuto meno, mentre il contesto
inficiato dall’emergenza Covid-19, ovvero l’indebolimento
economico-finanziario dei singoli soggetti e la conseguente
maggiore esposizione a comportamenti non virtuosi sui quali i
controlli effettuati dall’azienda hanno limitata efficacia,
conducono a una minore affidabilità dei soggetti stessi a cui
sono subappaltati parte dei lavori.
Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio
I rischi esistenti ed emergenti con cui Hera si deve confrontare appartengono a diverse tipologie: si tratta di rischi derivanti dall’evoluzione dei contesti macroeconomico e finanziario, di business (regolatorio e competitivo), tecnologico, ambientale e del capitale umano, declinati anche con riferimento al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. Nel paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo” è riportata un’analisi puntuale dei fattori che costituiscono alcuni dei presupposti fondamentali per l’identificazione di questi rischi.
Per mitigare l’esposizione a tali rischi, Hera svolge le
specifiche attività di analisi, misurazione, monitoraggio e
gestione che sono descritte nel proseguo.
Ambito Economico-finanziario
Identificazione del rischio prezzo commodity
Il Gruppo opera in maniera integrata nella filiera di
approvvigionamento e vendita di elettricità e gas nei diversi
stadi della catena del valore. Hera, pertanto, è esposta ai
rischi derivanti dalla volatilità dei mercati energetici, che
vengono solo parzialmente mitigati da una valutazione
integrata degli stessi e delle relative strategie di gestione.
I rischi del mercato energetico sono concentrati nella
Direzione Centrale Mercato, responsabile delle attività di
acquisto e vendita di energia elettrica e gas.
Gestione del rischio prezzo commodity
Con l’intento di uniformare l’approccio al rischio delle varie
strutture aziendali coinvolte e con l’obiettivo di ottimizzare
il ricorso al mercato per le operazioni di copertura, il
Gruppo si è dotato di specifiche policy volte a definire linee
guida e modalità operative del processo di controllo e
gestione del rischio energetico. Hera ha strutturato i
processi in modo da avere un’efficace gestione delle attività
di procurement e di hedging relativamente al mercato
energetico, con elevata focalizzazione delle competenze.
L’approccio adottato dal Gruppo prevede un’unica interfaccia
per la gestione del rischio verso il mercato rappresentata
dalla società Hera Trading. Una gestione unitaria dei rischi
nel rispetto delle policy assegnate consente vantaggi in
termini di raggiungimento di livelli di copertura più elevati,
ottimizzazione dei costi per il minor ricorso al mercato e
maggiore flessibilità nella strutturazione del procurement e
dell’offerta ai clienti.
Identificazione dei rischi relativi al mercato del
debito
Il contesto economico-finanziario, oltre alla fluttuazione dei
prezzi di energia e delle commodity, presenta variazioni dei
tassi di interesse, dei tassi di cambio, credit spread e
possibili crisi di liquidità. Tali fluttuazioni possono
riverberarsi sui risultati di Gruppo, la futura crescita e gli
investimenti strategici (ad esempio per effetto di costi di
rifinanziamento elevati).
Il Gruppo potrebbe non riuscire a far fronte ai propri impegni
di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o
di farlo solo a condizioni economiche sfavorevoli, a causa
dell’impossibilità di liquidare attività sul mercato o della
mutata percezione della sua rischiosità da parte del mercato.
Tra i fattori che definiscono tale rischiosità percepita, il
merito creditizio assegnato a Hera dalle agenzie di rating
riveste un ruolo determinante, poiché influenza la possibilità
di accedere alle fonti di finanziamento e le relative
condizioni economiche. La struttura dell’indebitamento del
Gruppo non è soggetta a covenant finanziari sulle posizioni
debitorie, a eccezione del limite di corporate rating definito
su una quota di debito pari a circa 150 milioni di euro
(ovvero nell’assegnazione di un rating di un livello inferiore
a BBB-). Sulla quota ulteriore del debito in essere, invece,
si prevede un rimborso anticipato obbligatorio solo in caso di
un cambiamento significativo dell’assetto di controllo del
Gruppo (change of control), nel caso della revoca di una
concessione (concession event) o della cessazione di un
business rilevante (sale of assets event) che comporti un
downgrade del Gruppo a un livello non-investment grade o
inferiore, piuttosto che la cessazione della pubblicazione del
rating.
Gestione dei rischi relativi al mercato del debito
La gestione finanziaria di Hera è accentrata nella Direzione
Centrale Amministrazione, Finanza e Controllo, che mira a
mantenere un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste
dell'attivo e del passivo, correlando gli impieghi a coerenti
fonti di finanziamento in termini di durata e modalità di
rimborso, tenendo conto delle necessità di rifinanziamento
dell’attuale struttura di debito. Al fine di rispettare gli
impegni di medio e lungo termine, Hera persegue una strategia
che prevede una struttura diversificata delle fonti di
finanziamento e un profilo di scadenze equilibrato,
monitorando costantemente gli indicatori del rating e la
disponibilità di linee di credito a lungo termine. Tale
strategia è ritenuta efficace nel minimizzare il rischio di
liquidità anche in caso di scenari particolarmente critici. I
debiti finanziari del Gruppo sono per circa l’87% a lungo
termine (oltre i cinque anni) e di questi l’80% è
rappresentato da bond con rimborso a scadenza.
Le azioni e le strategie del Gruppo, inoltre, sono
particolarmente attente e indirizzate a garantire il
mantenimento del massimo livello di rating (un notch superiore
al rating sovrano).
I processi di controllo e gestione dei rischi finanziari si
basano su un attento monitoraggio degli indicatori finanziari
del Gruppo, nonché su una costante presenza sui mercati di
riferimento al fine di minimizzare l’impatto della volatilità
dei tassi e spread per garantire un efficiente servizio del
debito. Il Gruppo si avvale, inoltre, di strumenti finanziari
derivati per ridurre la propria esposizione alle fluttuazioni
dei tassi di interesse e dei tassi di cambio. Al 31 dicembre
2020, il Gruppo presenta un’esposizione al rischio di
variazione dei tassi pari al 10,4%, mentre il restante 89,6%
del debito è a tasso fisso.
L’aumento dell’1% del tasso di interesse di riferimento rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, basato sull'ipotesi di uno shift di tasso cedolare e sulla struttura del debito di Gruppo di piano, determinerebbe un aumento degli oneri finanziari in media per circa 7 milioni di euro all’anno.
Hera opera con controparti che potrebbero essere incapaci di adempiere agli obblighi assunti, sia nel rispetto delle condizioni economiche che nell’esecuzione delle previsioni contrattuali (delivery del bene o servizio). ll rischio credito, inoltre, incide in modo trasversale nei vari ambiti ove l’attività commerciale è presente: vendita di commodity energetiche e servizi, attività di trattamento rifiuti e servizi di telecomunicazione.
Gestione dei rischi da controparte
In Hera è presente uno strutturato processo di origination,
formalizzato in specifiche procedure di gestione del rischio
credito; tale processo consente un’adeguata selezione delle
controparti mediante credit check e, ove opportuno, richieste
di garanzie. Viene inoltre svolto un costante monitoraggio
delle posizioni verso le controparti, prevedendo articolate
azioni proattive nella gestione delle stesse, che possono
anche comportare il trasferimento esterno del rischio mediante
cessione del credito. Le perdite attese sono costantemente
stimate e monitorate; il Gruppo utilizza misure di probabilità
di default, exposure at default e loss given default
sviluppate sulle proprie serie storiche, sul comportamento di
pagamento dei clienti e sulla base dei processi del credito
vigenti. Al fine di testare la tenuta dei modelli, vengono
utilizzate sia informazioni interne che esterne, le quali
possono svolgere una funzione di benchmark sull’evoluzione del
contesto macroeconomico. Si rimanda al paragrafo 1.08
“Gestione emergenza Covid-19”, per il dettaglio delle attività
aggiuntive di verifica sul modello di previsione di perdita
attesa dai crediti verso i clienti.
Nell’esercizio 2020, l’unpaid ratio a 24 mesi delle principali
società di vendita del Gruppo è pari allo 0,87%.
Ambito di Business e Regolatorio
Identificazione del rischio di natura competitiva ed
economica
Hera opera prevalentemente in Italia, dove permane un contesto
economico incerto e dove si registra una stagnazione dei
consumi di energia e dei volumi di rifiuti smaltiti, anche a
seguito dell’epidemia. La diminuzione della domanda di energia
comporta una pressione sui margini di vendita che, sommata
alla maggiore concorrenza sul mercato libero, può impattare
sulla redditività del Gruppo. I cambiamenti sui livelli di
consumo di energia al dettaglio, inoltre, potrebbero
richiedere a Hera di acquistare o vendere energia
supplementare a condizioni sfavorevoli.
La potenziale riduzione della produzione di rifiuti, che deriva non solo dal contesto economico e dagli orientamenti normativi europei e nazionali, ma anche da nuove tendenze comportamentali dei clienti, unita all’indisponibilità di infrastrutture di trattamento e recupero, potrebbero incidere negativamente sulla capacità del Gruppo di perseguire gli obiettivi prefissati. I rischi del business ambiente relativi alla direzione del parco impiantistico sono concentrati nel Gruppo Herambiente.
Gestione del rischio di natura competitiva ed
economica
Il Gruppo ha mantenuto un elevato grado di flessibilità nelle
fonti di approvvigionamento di commodity energetiche,
parallelamente allo sviluppo delle attività di copertura,
minimizzando l’esposizione ai rischi operativi della
generazione elettrica e consentendo un costante allineamento
al mercato e massimizzando il natural hedging.
Nelle attività di gestione e trattamento dei rifiuti, la diversificata dotazione impiantistica del Gruppo è caratterizzata da tecnologie all’avanguardia e performanti in termini di impatto ambientale, che fino a oggi ha permesso di conseguire gli obiettivi strategici assegnati. L’attuazione della strategia in tema di circolarità - mediante l’ingresso nel processo di riciclo di materiali polimerici svolto da Aliplast - e lo sviluppo delle linee di riciclo verso ulteriori tipologie di plastiche, permettono inoltre di cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione della normativa europea.
Nel corso degli anni, i business a mercato libero hanno assunto un peso crescente nel portafoglio del Gruppo, contribuendo in misura rilevante ai suoi risultati economici ma esponendolo al tempo stesso a una crescente pressione competitiva. Il Gruppo affronta la sfida della competizione attraverso la continua innovazione dell’offerta commerciale e la tempestiva proposizione della stessa, aumentando la sua presenza e la base clienti sul mercato libero, e assicurando la soddisfazione delle aspettative in termini di gamma e qualità del servizio.
Le analisi del rischio derivanti da variazioni di contesto
economico (Pil e inflazione) e delle condizioni del mercato
dell’energia (prezzo del gas e dell’energia elettrica)
consentono di quantificare la sensibilità del Mol di Gruppo
rispetto alla variazione delle grandezze economico-finanziarie
primarie.
In particolare, la riduzione dell’1% di Pil rispetto a quanto
assunto nello scenario di piano industriale, determinerebbe
una diminuzione media annua di Mol pari a circa 3 milioni di
euro.
La riduzione dell’1% del tasso di inflazione rispetto a quanto
assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una
diminuzione media annua di Mol pari a circa 12 milioni di
euro. La riduzione del prezzo dell’energia elettrica nel
mercato all’ingrosso di 1 €/MWh rispetto a quanto assunto
nello scenario di piano industriale determinerebbe una
diminuzione media annua di Mol pari a circa 0,5 milioni di
euro.
Infine, la riduzione del prezzo del gas di 1 €c/smc rispetto a
quanto assunto nello scenario di piano industriale
determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa
0,2 milioni di euro.
Hera svolge parte della sua attività in un mercato regolato, pertanto il suo operato è influenzato dagli interventi normativi delle autorità di settore e del legislatore (in particolare su tariffe e struttura di mercato), dagli incentivi governativi sulle rinnovabili, dalle concessioni delle autorità locali (nel caso di attività regolate relative ai servizi di raccolta dei rifiuti, distribuzione di gas, servizio idrico integrato e illuminazione pubblica) e nazionali (nel caso di distribuzione di energia elettrica), nonché dagli impatti attesi da mutamenti della struttura del mercato e dalla sua liberalizzazione, dall’evoluzione della domanda e dell'offerta nei settori energia e ambiente.
I periodici aggiornamenti del quadro normativo e
regolamentare, sia a livello nazionale che europeo, possono
avere un impatto rilevante, nei settori in cui Hera svolge la
propria attività influenzandone la redditività.
I rischi regolamentari impattano sui business a rete
(distribuzione idrica, gas ed energia elettrica) e sul
business igiene urbana e si manifestano nell’introduzione o
nella modifica di prescrizioni di natura economica,
organizzativa e informatica cui Hera è tenuta ad adempiere,
nonché su possibili variazioni di assetti di mercato da essi
indotti.
Le gare per la distribuzione di gas, servizio idrico integrato
e raccolta e spazzamento programmate in arco piano determinano
un rischio di perdita di alcuni degli ambiti attualmente
gestiti, specie in presenza di contesti competitivi
significativi. Va comunque ricordato che, in caso di perdita
della gestione, il Gruppo viene indennizzato della quota di
capitale investito non ancora ammortizzato.
Si segnala, infine, il rischio derivante dall’incertezza
normativa relativa alla fine del regime di maggior tutela, sia
in termini di modalità con le quali avverrà il passaggio al
libero mercato e meccanismi di salvaguardia previsti per la
clientela, sia in termini di tempistica di esecuzione.
Gestione dei rischi di natura regolatoria
Il Gruppo si è dotato di una struttura organizzativa che
gestisce i rapporti con le autorità nazionali e locali
svolgendo un’ampia attività di interlocuzione con i soggetti
istituzionali, partecipando attivamente ai gruppi di lavoro
istituiti dalle autorità e adottando un approccio di
trasparenza, collaborazione e proattività verso eventuali
situazioni di instabilità dell’assetto regolatorio.
Il Gruppo opera valorizzando la propria capacità tecnica e la
propria efficienza di gestione. L’attenzione di Hera verso la
qualità dei servizi, l’efficienza dei costi e le soluzioni
innovative rappresenta infatti una leva competitiva in
occasione delle gare per i servizi di distribuzione di gas,
servizio idrico integrato e per i servizi di raccolta e
spazzamento.
Identificazione dei rischi di natura strategica
I rischi strategici inerenti alla pianificazione di lungo
termine, la sostenibilità finanziaria, la partecipazione a
iniziative di valenza strategica e le decisioni di
investimento incidono sul grado di solidità dei risultati
declinati per le varie filiere e unità di business. La
capacità del Gruppo di raggiungere i propri obiettivi
strategici, inoltre, potrebbe essere compromessa se non si è
in grado di mantenere o ottenere le necessarie licenze, le
autorizzazioni e i permessi per il regolare svolgimento della
propria attività.
La realizzazione dei risultati pianificati è pertanto
condizionata dai differenti rischi endogeni ed esogeni
opportunamente simulati, misurati e controllati.
Gestione dei rischi di natura strategica
Hera ha sviluppato un modello strutturato di analisi del
rischio strategico (Erm) volto a misurare la solidità del
piano industriale a molteplici scenari di rischio avversi,
contribuendo alla rappresentazione integrata dei rischi in
logica enterprise wide. Il sistema consente di effettuare
analisi di scenario, stress testing e what if delle ipotesi di
piano, attraverso un’adeguata analisi dei fattori di rischio e
delle variabili a essi collegate, e consentendo una
valutazione adeguata del livello di rischiosità delle varie
filiere di business. Hera presidia costantemente i processi
autorizzativi e partecipa proattivamente ai tavoli di lavoro
per l’ottenimento di permessi, licenze e autorizzazioni,
affinché venga meno la possibilità di compromettere il
regolare svolgimento della propria attività.
Ambiti ambientale-catastrofale, climatico, tecnologico e del capitale umano
Eventi sismici, atmosferici e altri eventi climatici possono inficiare le risorse impiegate e conseguentemente le performance del Gruppo. Hera vuole valorizzare tali risorse garantendone la preservazione e lo sviluppo, allo scopo di continuare a goderne i benefici in futuro. In tale ambito assumono particolare rilevanza i rischi di natura ambientale conseguenti ai cambiamenti climatici, nonché gli incidenti alla dotazione impiantistica di Gruppo che, a loro volta, possono generare potenziali danni all’ambiente. A tal proposito il Gruppo ha sviluppato nel corso del 2020 un’analisi dettagliata delle raccomandazioni della TCFD che ha portato da un lato all’implementazione a livello operativo e strategico delle migliori pratiche di gestione dei rischi e delle opportunità relative ai cambiamenti climatici, dall’altro ha consentito di avviare un graduale allineamento degli attuali strumenti di rendicontazione alle raccomandazioni. Assumono altresì crescente importanza i rischi derivanti da crimini informatici (cybercrime), che Hera valuta anche in termini di impatto sulla continuità del servizio. Diventa inoltre cogente determinare se gli incidenti possono comportare un rischio per i diritti e le libertà delle persone, ovvero se possono cagionare un danno fisico, materiale o immateriale, in base ai parametri e ai valori di soglia di accettabilità definiti dalle policy del Gruppo (pubblicate sul portale web aziendale).
L’approccio di gestione del rischio è articolato in funzione degli specifici ambiti in cui i rischi ambientali, tecnologici e del capitale umano si manifestano.
Identificazione dei rischi ambientali-catastrofali
Hera utilizza risorse naturali per assicurare servizi
essenziali ai clienti. Poiché le proprie attività determinano
un’impronta ambientale, idrica e di carbonio, il Gruppo è
consapevole della necessità di preservare le risorse naturali
ovvero di adottare iniziative di mitigazione e adattamento
volte a ridurre tali rischi. Coerentemente con la traiettoria
sfidante di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto al
livello corrente, indicata dagli organismi internazionali,
sono stati identificati gli scenari di rischio da climate
change, fisici e transizionali, rilevanti per le proprie
attività. Per maggiori dettagli si rimanda alla sezione
successiva di “Identificazione dei rischi da cambiamento
climatico”.
Dal punto di vista degli standard ambientali che Hera deve
assicurare nello svolgimento dei propri business, le attività
del Gruppo sono sottoposte a diverse norme e regolamenti, tra
i quali quelli relativi alle emissioni di CO2, alle
emissioni di altre sostanze prodotte da combustione, agli
scarichi idrici e alla gestione dei rifiuti pericolosi e
solidi. Il mancato rispetto dei limiti relativi alla CO2
favorisce i cambiamenti ambientali, mentre il mancato rispetto
dei limiti di legge relativamente agli altri aspetti
ambientali determina un peggioramento delle condizioni
ambientali medesime oltre a esporre il Gruppo a sanzioni.
La scarsità di risorse idriche o la possibile contaminazione
delle relative riserve, possono influenzare la regolare
fornitura di acqua e provocare interruzioni dei servizi o
danni rilevanti sia di natura ambientale che di impatto
economico e sociale, accrescendo anche lo stress idrico cui le
risorse naturali – per soddisfare la domanda di acqua – sono
sottoposte.
Si segnalano inoltre i rischi relativi all’impatto indotto sul
Gruppo dalla variabilità delle condizioni meteorologiche sulla
domanda di energia elettrica e gas derivante dai diversi
scenari. Gli ambiti di impatto prevalente sono quelli della
Direzione Centrale Mercato, esposta con l’attività di vendita
di energia elettrica, gas e calore e alla variabilità della
domanda derivante dai diversi scenari meteorologici.
Gestione dei rischi ambientali-catastrofali
Gli investimenti per la prevenzione e la riduzione della
frequenza degli eventi dannosi nonché quelli che consentono di
ottenere misure di mitigazione per la riduzione della loro
severità assumono un ruolo fondamentale.
L’impegno del Gruppo nel ridurre la produzione di anidride
carbonica ha preso avvio dalla rendicontazione delle proprie
performance e dei propri impegni nei confronti del cambiamento
climatico, e continua nei progetti attivati per promuovere la
produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre i
consumi energetici e per fornire ai clienti opportunità
finalizzate a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Il
Gruppo è impegnato a contribuire alla mitigazione dei rischi
ambientali presentati ottemperando agli obiettivi di
efficienza energetica fissati dal legislatore e dalle Nazioni
Unite, proseguendo nel miglioramento continuo del parco
produttivo e incentivando forme virtuose e responsabili di
consumo da parte dei clienti. I fabbisogni elettrici per il
funzionamento dei siti produttivi del Gruppo sono soddisfatti
mediante energia da fonte rinnovabile. In relazione alle
conseguenze di eventi estremi per i quali è attesa una
crescente frequenza di accadimento, quale possibile
conseguenza dei cambiamenti climatici, Hera ha provveduto a
sviluppare importanti azioni, quale ad esempio il piano di
salvaguardia della balneazione di Rimini attualmente in corso
che, oltre ad assicurare il mantenimento della qualità della
risorsa marina, accresce la resilienza dell’infrastruttura di
drenaggio delle acque meteoriche a fronte di eventi estremi.
Per ulteriori approfondimenti sulle specifiche iniziative si
rimanda al paragrafo “Riduzione delle emissioni di gas serra”
del bilancio di sostenibilità del Gruppo Hera.
Hera si è dotata di un adeguato sistema di controllo
ambientale, sia per quanto attiene la governance dei processi
di certificazione ambientale e relativi audit, sia per quanto
attiene la gestione operativa di controlli e rilevazioni. Il
Gruppo riesce a far fronte ai rischi ambientali mediante una
continua attività di monitoraggio dei potenziali fattori di
inquinamento, assicurando trasparenza nelle rilevazioni,
nonché tramite significativi investimenti in impianti
tecnologici per garantire una qualità dell’aria e dell’acqua
costantemente migliore di quanto richiesto dai limiti di
legge. Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi “Tutela
dell’aria, del suolo e della biodiversità” e “Gestione
sostenibile della risorsa idrica” del bilancio di
sostenibilità. Hera, inoltre, in coerenza con la propria
strategia di economia circolare, ha già effettuato (e prosegue
nella pianificazione di medio-lungo termine) investimenti in
impianti di selezione, recupero e compostaggio, incrementando
la quota di rifiuti trattati e al contempo riducendo il
ricorso alle discariche, riuscendo ad anticipare quanto
previsto dalle norme europee e nazionali. Per maggiori
dettagli si rimanda al paragrafo “Transizione verso
un’economia circolare” del bilancio di sostenibilità.
E’ ancora in corso l’approfondimento della resilienza del
sistema di approvvigionamento e distribuzione idrico del
Gruppo avviato nel 2019 in una prospettiva di medio-lungo
periodo. La riduzione dell’impronta idrica, inoltre, viene
perseguita attraverso il sistema di water management, volto a
promuovere una gestione sostenibile della risorsa sia
all’interno delle attività svolte dal Gruppo (attraverso il
contrasto delle perdite di rete, la riduzione dei consumi
diffusi, il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione
delle aree verdi e il lavaggio dei mezzi) sia all’esterno
(attraverso il controllo dei consumi domestici e l’offerta di
consigli e soluzioni per ottimizzarli, il supporto di
soluzioni tecnologiche per il cliente idroesigente, il
servizio di supporto alla realizzazione di impianti di
trattamento per il riuso/recupero dell’acqua).
L’implementazione del servizio idrico integrato dei water
safety plan consente, inoltre, un approccio alla gestione
della qualità della risorsa idrica basato su valutazione e
gestione dei rischi, quindi su prevenzione e controllo.
Relativamente al rischio derivante dalla variabile
meteorologica, il Gruppo dispone di avanzati strumenti di
previsione della domanda tali da consentire l’ottimizzazione
dell’utilizzo delle fonti disponibili. Inoltre, è dotato di
adeguata flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di
commodity energetiche, che ne assicurano la disponibilità a
condizioni di mercato. L’aumento di un grado di temperatura
media invernale rispetto a quanto assunto nello scenario di
piano industriale determina una diminuzione media annua di Mol
pari a circa 13 milioni di euro.
Identificazione dei rischi da cambiamento climatico
Gli scenari di rischio da climate change, fisici e
transizionali, rilevanti per le proprie attività, sono stati
declinati in funzione delle potenziali conseguenze sui
business e sono stati oggetto di ulteriori valutazioni di
impatto e di mitigazione, in relazione alla loro materialità
(fenomeni metereologici estremi quali alluvioni e siccità
nonché rischi per la salute e per l’economia sono alcuni
esempi).
L’analisi di scenario in ambito climatologico è una
metodologia per testare la resilienza dei piani industriali in
base a diverse assunzioni di sviluppi futuri. Hera ha
selezionato due scenari più rilevanti tra i nove presi come
punto di partenza. In particolare, lo scenario di transizione
IEA ETP 2DS prodotto dall’International Energy Agency, scelto
come scenario climatico ambizioso prospetta un’evoluzione
futura caratterizzata da forti processi di decarbonizzazione
per mantenere l’incremento delle temperature al di sotto di
2°C. Lo scenario fisico IPCC RCP 8.5, scelto come scenario
pessimista, prospetta invece una traiettoria business as usual
e un conseguente forte incremento della temperatura (circa 4°
C).
Quest’ultimo scenario ha consentito di individuare otto rischi
fisici e otto rischi di transizione, associati a relativi
impatti sul business.
Per i rischi fisici e di transizione valutati e contraddistinti da un livello di priorità maggiore è in corso un’ulteriore analisi di approfondimento al fine di stimarne gli impatti economico-finanziari.
Gestione dei rischi da cambiamento climatico
Hera ha avviato una serie di iniziative volte a mitigare gli
effetti del cambiamento climatico e con l’obiettivo di ridurre
la propria impronta di carbonio.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Le esternalità negative che vengono generate da eventi
eccezionali, nonostante attente pianificazioni e coperture
assicurative, possono compromettere la continuità dei business
e accrescere il fabbisogno finanziario per il ripristino della
regolare operatività. L’erogazione dei servizi di pubblica
utilità richiede pertanto lo svolgimento sia di attività
preventive che di azioni per contrastare interruzioni, ritardi
di servizio o livelli di servizio non adeguati. Tra i rischi
in ambito tecnologico si annoverano la sicurezza operativa
delle reti di distribuzione (fluidi ed elettricità), la
sicurezza logica delle informazioni, la sicurezza delle reti
di comunicazione e dei sistemi informativi e l’affidabilità
dei sistemi di telecontrollo. Le principali minacce per i
sistemi on premise (ospitati presso i data center aziendali)
oppure in cloud comprendono il furto di identità, il phishing
mirato a prendere il controllo di un personal computer per poi
attaccare i sistemi centrali, gli attacchi sui servizi
esposti, quali ad esempio i siti web pubblici.
La sicurezza delle informazioni utilizzate, prodotte e
trasformate dall’azienda, dipende dalle modalità con cui sono
gestite e dalle risorse umane e tecnologiche coinvolte. La
perdita di riservatezza, integrità e disponibilità delle
informazioni aziendali, siano esse informazioni critiche per
il business o informazioni personali (ovvero qualsiasi dato
relativo a persone fisiche, come meglio definito dal codice
della privacy D.Lgs. 196/03) potrebbero causare serie perdite
finanziarie con conseguente perdita di immagine sul mercato.
Per l’identificazione e la valutazione del rischio è stata
adottata la metodologia basata sul framework internazionale
Magerit ovvero vengono valutate le tre dimensioni di
sicurezza: disponibilità, integrità e riservatezza.
Gestione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
I sistemi centralizzati di monitoraggio delle reti
(telecontrollo fluidi e rete elettrica) permettono una
costante attività di monitoraggio e supervisione delle stesse
in tempo reale e in alcuni ambiti la gestione da remoto,
consentendo di segnalare con tempestività potenziali fattori
critici alle strutture tecniche del pronto intervento e, ove
possibile, di intervenire direttamente a risoluzione della
potenziale criticità. Tali sistemi hanno avuto modo di essere
applicati in molteplici situazioni, consentendo il ripristino
del servizio in tempi adeguati e garantendo adeguata
resilienza ai servizi offerti.
Il Gruppo effettua un monitoraggio costante del livello di
rischio della sicurezza informatica, conduce test per valutare
continuamente il livello di penetrabilità dei propri sistemi e
di sicurezza delle reti, oltre a realizzare campagne di
formazione per la sensibilizzazione di tutti gli utenti.
Nel corso del 2020 è proseguita l’esecuzione di interventi
finalizzati a garantire l’integrità e la disponibilità dei
sistemi Hera; le principali iniziative realizzate, oggetto di
continui rinnovi tecnologici, sono orientate all’incremento
della sicurezza Ict a protezione di infrastrutture,
dispositivi e identità personali e sono intraprese attraverso
l’introduzione delle migliori tecnologie sul mercato e di
servizi di monitoraggio e controllo continui (24 ore al giorno
per 365 giorni all’anno). Il percorso di ulteriore
rafforzamento del presidio di sicurezza informatica, istituito
mediante le figure di owner del processo di qualità, sicurezza
e ambiente (responsabile della compliance normativa e
dell’analisi del rischio) e di owner del processo di Ict
security (sotto la cui responsabilità ricadono la strategia
operativa, la definizione di procedure e requisiti di Ict
security e i piani di intervento e mitigazione del rischio)
sono proseguiti nel corso dell’esercizio. L’analisi del
traffico dati sulla rete interna consente inoltre un’ulteriore
protezione. L’ottimizzazione del sistema di intrusion
detection supera la mera segnalazione di eventuali tentativi
di intrusione passando al blocco automatico degli stessi. Al
fine di intercettare eventuali vulnerabilità presenti su
sistemi o applicazioni che potrebbero essere sfruttate da un
attaccante, sono state inoltre intensificate le attività di
vulnerability assessment.
E’ stato avviato un servizio di threat intelligence che,
attraverso il monitoraggio dei principali bollettini forniti
dai diversi enti privati e pubblici e attraverso una relazione
diretta con il Computer security incident response team
(CSIRT) nazionale, permette di monitorarne lo stato. Dato che
la gestione delle informazioni aziendali e dei sistemi
informativi influenza la reputazione di cui gode il Gruppo
Hera, il management esecutivo ha avviato un processo di
gestione della sicurezza delle informazioni secondo le linee
definite dallo standard Iso/Iec 27001:2005 che implica la
partecipazione e il supporto di tutti i dipendenti del Gruppo.
Nel corso del 2020, il Gruppo non ha ricevuto alcun reclamo
avente a oggetto temi di privacy o di perdita dati dei propri
clienti.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo
delle persone
Gli ambiti climatico-ambientale, tecnologico e del capitale
umano hanno come comune denominatore le persone e i relativi
comportamenti, che possono influenzare in modo sempre più
rilevante l’efficacia delle strategie aziendali. La tutela
delle persone resta pertanto elemento cardine, che deve
declinarsi nella sicurezza sul lavoro e nella dimensione della
protezione sociale. L’identificazione dei pericoli e la
valutazione dei rischi sono basate sull’analisi dei ruoli,
delle attività lavorative, dei processi, dei luoghi di lavoro,
delle attrezzature, dei mezzi, degli impianti e delle sostanze
utilizzate. Le esigenze e i bisogni emergenti delle diverse
categorie di dipendenti sono oggetto di continua attenzione
del Gruppo.
Gestione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle
persone
Al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e
mitigare il rischio di incidenti infortunistici, il Gruppo è
impegnato costantemente verso iniziative finalizzate a un più
efficace monitoraggio e miglioramento dei processi di
protezione e prevenzione in tema di sicurezza, volti alla
riduzione della frequenza e della severità degli incidenti. Le
didattiche scelte per la formazione ai lavoratori non avranno
più solo carattere tecnico-normativo ma saranno orientate allo
sviluppo della consapevolezza di sé nella percezione del
rischio e nel mettere in campo comportamenti sicuri e
consapevoli. L’attenzione a tali aspetti è elemento
imprescindibile dell’operatività per continuare a confermare
il continuo decremento del numero di infortuni, dell’indice di
frequenza degli stessi, di quello di gravità degli incidenti e
del numero di giornate di assenza per infortunio. A tal
proposito, sono stati ricevuti importanti riconoscimenti quali
la Iso 9001 (sistema di gestione qualità), la Iso 14001
(sistema di gestione ambientale) e la Ohsas 45001, sulla
salute e sicurezza sul lavoro. Il procedimento di
identificazione dei pericoli e di valutazione e controllo dei
rischi è eseguito in maniera preventiva e proattiva (piuttosto
che reattiva) al fine di individuare adeguate misure di
riduzione e controllo dei rischi. L’impegno costante delle
persone e l’integrazione della sicurezza nei processi e nella
formazione sono gli elementi fondanti della cultura della
sicurezza del Gruppo. Questo elemento strategico nella
gestione del rischio si basa sul presupposto che ciascuno è
responsabile della propria salute e sicurezza, così come di
quella delle persone con cui interagisce. Tale principio è
stato trasposto nella procedura di Gestione del processo di
identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi per la
salute e sicurezza dei lavoratori e nei relativi collegamenti
disponibili sul Portale Informativo Aziendale di Hera. Tale
procedura prevede, in particolare, che ogni dipendente sia
tenuto a segnalare e fermare tempestivamente qualsiasi
situazione a rischio o comportamento non sicuro.
Con riferimento al benessere sociale, con l’obiettivo di
favorire un ambiente di lavoro positivo, Hera ha creato un
sistema di welfare fondato sull’attenzione alle persone. Tale
sistema comprende interventi di natura monetaria e legati alla
qualità della vita, quali servizi aventi a oggetto interventi
su famiglia, istruzione, conciliazione vita-lavoro, benessere
e tempo libero e salute.
La strategia del Gruppo Hera, bilanciata tra attività regolamentate e a libera concorrenza, con l’attenzione verso la sostenibilità e l’economia circolare, guida i risultati dell’esercizio 2020. I driver principali sono sia nella crescita organica, grazie allo sviluppo commerciale e alla semplificazione organizzativa, che nelle opportunità offerte dal mercato, attraverso lo sviluppo per linee esterne e partecipazione a gare pubbliche inerenti alle attività svolte.
La partnership con Ascopiave Spa e la crescita organica sono stati il principale volano per i risultati conseguiti dal Gruppo Hera nell’esercizio del 2020. Tali azioni hanno permesso di contenere gli effetti legati all’emergenza pandemica da Covid-19. La strategia industriale multi-business, che bilancia le attività regolamentate con quelle a libera concorrenza, continua a essere un punto di forza rilevante per il Gruppo, che dimostra la sua resilienza anche in un periodo molto difficile come quello che stiamo attraversando.
Le società entrate nel perimetro del Gruppo per l’operazione con Ascopiave Spa, non consolidate dal punto di vista del conto economico nell’esercizio precedente, e la conseguente uscita del ramo distribuzione gas di alcuni territori in Veneto e Friuli sono considerate come variazione di perimetro nel prosieguo della relazione. Per maggiori informazioni sulle altre operazioni societarie si rimanda al paragrafo 1.03.01.
Di seguito vengono illustrati i risultati economici al 31 dicembre 2020 e 2019:
Conto economico (mln/euro) |
dic-20 |
Inc. % |
dic-19 |
Inc. % |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
7.079,0 |
6.912,8 |
166,2 |
+2,4% |
||
Altri ricavi operativi |
467,8 |
6,6% |
530,8 |
7,7% |
(63,0) |
(11,9)% |
Materie prime e materiali |
(3.410,6) |
(48,2)% |
(3.458,2) |
(50,0)% |
(47,6) |
(1,4)% |
Costi per servizi |
(2.424,9) |
(34,3)% |
(2.318,2) |
(33,5)% |
106,7 |
+4,6% |
Altre spese operative |
(58,9) |
(0,8)% |
(59,3) |
(0,9)% |
(0,4) |
(0,7)% |
Costi del personale |
(572,7) |
(8,1)% |
(560,4) |
(8,1)% |
12,3 |
+2,2% |
Costi capitalizzati |
43,3 |
0,6% |
37,6 |
0,5% |
5,7 |
+15,1% |
Margine operativo lordo |
1.123,0 |
15,9% |
1.085,1 |
15,7% |
37,9 |
+3,5% |
Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni |
(571,7) |
(8,1)% |
(542,6) |
(7,8)% |
29,1 |
+5,4% |
Margine operativo netto |
551,3 |
7,8% |
542,5 |
7,8% |
8,8 |
+1,6% |
Gestione finanziaria |
(116,7) |
(1,6)% |
(100,0) |
(1,4)% |
16,7 |
+16,7% |
Risultato prima delle imposte |
434,6 |
6,1% |
442,5 |
6,4% |
(7,9) |
(1,8)% |
Imposte |
(111,8) |
(1,6)% |
(125,4) |
(1,8)% |
(13,6) |
(10,8)% |
Risultato netto |
322,8 |
4,6% |
317,1 |
4,6% |
5,7 |
+1,8% |
Risultato da special item |
‐ |
0,0% |
84,9 |
1,2% |
(84,9) |
+100,0% |
Utile netto dell'esercizio |
322,8 |
4,6% |
402,0 |
5,8% |
(79,2) |
(19,7)% |
Attribuibile a: |
||||||
Azionisti della Controllante |
302,7 |
4,3% |
385,7 |
5,6% |
(83,0) |
(21,5)% |
Azionisti di minoranza |
20,1 |
0,3% |
16,3 |
0,2% |
3,8 |
23,3% |
I ricavi sono in aumento di 166,2 milioni di euro, pari al
2,4%, rispetto all’analogo periodo del 2019. Per quanto
riguarda le attività dei settori dell’energia, si evidenziano
la variazione di perimetro, che ha portato un aumento di 548
milioni di euro, la crescita del business della gestione
calore, grazie alle attività legate al bonus facciate e alle
opere di efficienza energetica, che contribuiscono per circa
50 milioni di euro e la contrazione dei ricavi legati alle
attività di intermediazione, produzione e vendita di energia
elettrica, gas e teleriscaldamento per circa 275 milioni di
euro, per il minor prezzo delle commodity e per i minori
volumi, legati in parte all’emergenza sanitaria in atto;
inoltre, sono presenti minori ricavi per il vettoriamento
extra rete e per gli oneri di sistema per circa 148 milioni di
euro, invarianti sui costi.
Sono in diminuzione i ricavi del ciclo idrico per commesse
conto terzi per circa 13 milioni di euro e i ricavi da
somministrazione per gli effetti della riduzione dei costi
perequabili per circa 11 milioni di euro. Sono in calo anche i
ricavi del settore ambiente per i minori ricavi di produzione
energia e i minori rifiuti trattati per circa 19 milioni di
euro.
Infine, si segnala la diversa contabilizzazione dei ricavi per
la vendita dei materiali recuperati con la raccolta
differenziata, per una diversa classificazione da altri ricavi
operativi a ricavi, per circa 35 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree
d’affari.
Gli altri ricavi operativi diminuiscono, rispetto all’anno precedente, di 63,0 milioni di euro, pari all’11,9%. Tale andamento è dovuto principalmente alla diversa contabilizzazione dei ricavi per la vendita dei materiali recuperati precedentemente citati per 35 milioni di euro, ai minori contributi di efficienza energetica per circa 12 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro dovuti alle variazioni di perimetro in uscita, alla diminuzione dei ricavi per attività in concessione per circa 7 milioni di euro, alla perdita di incentivi energetici su un impianto per 4,3 milioni di euro e a minori rimborsi e contributi presenti nell’esercizio 2019.
I costi delle materie prime e materiali diminuiscono di 47,6 milioni di euro rispetto al 2019 con una variazione percentuale dell’1,4%. Questo calo è dovuto ai minori costi per il prezzo della materia prima e per i minori volumi di energia elettrica e gas venduti nonostante l’effetto delle variazioni di perimetro che aumentano i costi per circa 280 milioni di euro. Sono in calo anche i costi di acquisto delle materie plastiche, della materia prima acqua destinata alla somministrazione e dell’energia elettrica per il funzionamento degli impianti.
Gli altri costi operativi aumentano complessivamente di 106,3
milioni di euro (maggiori costi per servizi per 106,7 milioni
di euro e minori spese operative per 0,4 milioni di euro). Al
netto delle variazioni di perimetro per circa 197 milioni di
euro, si evidenziano i maggiori costi per le spese del
comparto Ict a seguito del processo di digitalizzazione e
innovazione che il Gruppo sta effettuando, per circa 11
milioni di euro, maggiori costi di stoccaggio del gas per
circa 23 milioni di euro, maggiori costi legati all’attività
della gestione calore per circa 42 milioni di euro e maggiori
costi di raccolta e trattamento rifiuti per circa 6,3 milioni
di euro. I maggiori costi precedentemente indicati sono in
parte compensati da minori costi per opere conto terzi per
circa 12,0 milioni di euro, minori costi per migliorie
incrementali su beni oggetto di concessione per circa 11
milioni di euro e da minori costi per il vettoriamento extra
rete e per gli oneri di sistema per circa 148 milioni di euro.
Infine, in relazione all’emergenza sanitaria in atto, sono
presenti maggiori costi di sanificazione, pulizie e acquisto
DPI, compensati dai minori costi per le mense e per le utenze
degli edifici del Gruppo, in seguito all’aumento delle
attività di smart working.
Il costo del personale cresce di 12,3 milioni di euro, pari al 2,2%. Questo aumento è legato alle variazioni di perimetro per 10,3 milioni di euro e agli incrementi retributivi previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro, ma viene contenuto grazie ai benefici del piano massivo di fruizione delle ferie adottato dal Gruppo in relazione alla emergenza sanitaria e alla minore presenza media.
I costi capitalizzati aumentano di 5,7 milioni di euro per le maggiori opere a investimento su beni di proprietà del Gruppo e tra le società stesse.
Il margine operativo lordo cresce di 37,9 milioni di euro,
pari al 3,5%. La crescita del margine operativo lordo è da
attribuire alle performance delle aree energy che
complessivamente crescono di 42,5 milioni di euro
principalmente grazie all’ingresso delle società del Gruppo
EstEnergy. L’area altri servizi è in crescita di 1,2 milioni
di euro, mentre l’area ciclo idrico è in crescita di 0,5
milioni di euro. Infine, l’area ambiente è in contrazione per
6,2 milioni di euro. Sull’esercizio del 2020 impatta
trasversalmente alle aree d’affari l’emergenza sanitaria da
Covid-19, che ha determinato complessivamente una riduzione di
marginalità di circa 31,4 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Ammortamenti e accantonamenti aumentano di 29,1 milioni di
euro. Si rilevano maggiori ammortamenti principalmente per le
variazioni di perimetro per 16,7 milioni di euro, derivanti
dall'ammortamento delle liste clienti iscritte a seguito
dell'operazione di acquisizione delle società commerciali di
Ascopiave, e per il delta prezzo dei conferimenti in
discarica, compensati in parte dalla revisione, effettuata
nello scorso esercizio, delle vite utili tecnico-economiche
dei beni del ciclo idrico integrato, condotta in
collaborazione con una società operante nel settore delle
valutazioni di beni; in seguito a questa revisione, le
aliquote di ammortamento del ciclo idrico integrato risultano
sostanzialmente allineate a quelle definite da Arera per il
periodo tariffario 2020–2023. Al netto delle variazioni di
perimetro, gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti
sono in leggero aumento per 0,6 milioni di euro, mentre
considerando tutto il Gruppo si incrementano di 2,9 milioni di
euro.
Il margine operativo netto è in crescita di 8,8 milioni di
euro, pari all’1,6%, l’incremento derivante dalla crescita del
Mol risulta bilanciato da maggiori ammortamenti correlati
all’iscrizione di liste clienti, come descritto in precedenza.
Il risultato della gestione finanziaria evidenzia maggiori
oneri netti per 16,7 milioni di euro, pari al 16,7%, rispetto
al 31 dicembre 2019. L’incremento è dovuto principalmente ai
maggiori oneri figurativi generati dall’opzione di vendita
PUT, detenuta da Ascopiave Spa, per la quota di partecipazione
del 48% in EstEnergy (19,4 milioni di euro) e sul
finanziamento contabilizzato a seguito della cessione del 3%
in HeraComm (3,2 milioni di euro).
Impattano positivamente minori oneri derivanti da efficienze
della struttura finanziaria per circa 7,1 milioni di euro e
proventi non ricorrenti per 8,8 milioni di euro (di cui 3,4
milioni di euro derivanti da dividendi e negoziazioni di
imprese partecipate e 2,3 milioni di euro interessi attivi
relativi al rimborso di imposte effettuato dall’Agenzia delle
Entrate in luglio 2020), che hanno più che mitigato
l’incremento degli oneri figurativi da attualizzazione costi
dei post mortem delle discariche e minori utili da joint
venture per i minori risultati dovuti dalla crisi sanitaria
Covid-19.
Il risultato prima delle imposte diminuisce di 7,9 milioni di euro, pari all’1,8%, per i motivi descritti in precedenza.
Le imposte dell’esercizio sono in calo di 13,6 milioni di euro, pari al 10,8%. Il tax rate risulta pari al 25,7% e quindi in netto miglioramento rispetto al 28,3% registrato nell’esercizio precedente. A questo risultato particolarmente positivo hanno contributo, come negli esercizi passati, i benefici colti in termini di maxi e iper-ammortamenti, oltre al credito d’imposta introdotto dalla Legge di bilancio 2020, a fronte dei significativi investimenti che il Gruppo effettua costantemente in relazione alla trasformazione tecnologica, ambientale e digitale. Il tax rate 2020 risente inoltre del beneficio contabilizzato a seguito dell’affrancamento operato ai sensi del D.L. 185/2008 (convertito nella L. 2/2009) di alcuni maggiori valori originatesi in seguito ad altrettante operazioni di acquisizione. Al riguardo, per maggiori dettagli, si rinvia alla nota 12 a commento delle imposte del paragrafo 2.02.05 “Note di commento agli schemi di bilancio”.
Il risultato netto è in aumento dell’1,8%, per un controvalore di 5,7 milioni di euro.
Nell’esercizio 2019 era presente un risultato da special item per un valore complessivo di 84,9 milioni di euro. Le descrizioni di dettaglio sui contenuti sono presenti in apertura del paragrafo 1.04 “Sintesi andamento economico-finanziario e definizione degli indicatori”.
L’utile netto è dunque in diminuzione del 19,7%, pari a 79,2
milioni di euro, per la presenza degli special item
nell’esercizio 2019.
L’utile di pertinenza del Gruppo è in diminuzione di 83,0
milioni di euro per la presenza degli special item
dell’esercizio 2019, pari a 84,9 milioni di euro. L’utile
netto post minorities adjusted del 2019 è quindi di 300,8
milioni di euro, e l’esercizio 2020 risulta in aumento di 1,9
milioni di euro, pari allo 0,6%.
Nell’esercizio 2020, gli investimenti del Gruppo ammontano a
528,5 milioni di euro, comprensivi di 46,8 milioni di euro
relativi all’acquisto di partecipazioni finanziarie che si
riferiscono principalmente a una partecipazione del 4,9% in
Ascopiave Spa.
I contributi in conto capitale ammontano a 24,8 milioni di
euro, di cui 13,6 milioni per gli investimenti FoNI, come
previsto dal metodo tariffario per il servizio idrico
integrato. Gli investimenti operativi netti sono pari a 481,7
milioni di euro, in diminuzione di 27,3 milioni di euro
rispetto all’anno precedente.
Di seguito la suddivisione per settore di attività, con
evidenza dei contributi in conto capitale:
Totale investimenti (mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Area gas |
135,3 |
138,3 |
(3,0) |
(2,2)% |
Area energia elettrica |
47,7 |
43,4 |
4,3 |
+9,9% |
Area ciclo idrico integrato |
166,2 |
175,8 |
(9,6) |
(5,5)% |
Area ambiente |
68,3 |
81,8 |
(13,5) |
(16,5)% |
Area altri servizi |
11,1 |
16,0 |
(4,9) |
(30,6)% |
Struttura centrale |
77,9 |
78,2 |
(0,3) |
(0,4)% |
Totale investimenti operativi lordi |
506,4 |
533,5 |
(27,1) |
(5,1)% |
Contributi conto capitale |
24,8 |
24,5 |
0,3 |
+1,2% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi investimenti) |
13,6 |
13,4 |
0,2 |
+1,5% |
Totale investimenti operativi netti |
481,7 |
509,0 |
(27,3) |
(5,4)% |
Investimenti finanziari |
46,9 |
0,2 |
46,7 |
+100,0% |
Totale investimenti netti |
528,5 |
509,2 |
19,3 |
+3,8% |
Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti
operativi del Gruppo sono pari a 506,4 milioni di euro, in
riduzione di 27,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente
e sono riferiti principalmente a interventi su impianti, reti
e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti
normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per
la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e
fognario.
I commenti sugli investimenti delle singole aree sono
riportati nell’analisi per area d’affari.
Nella struttura centrale, gli investimenti riguardano gli
interventi sugli immobili nelle sedi aziendali, sui sistemi
informativi, sul parco automezzi, oltre a laboratori e
strutture di telecontrollo. Complessivamente, gli investimenti
di struttura sono inferiori di 0,3 milioni di euro rispetto
all’anno precedente, con una riduzione sulle flotte aziendali
e un aumento degli interventi sui sistemi informativi di
Gruppo.
Di seguito viene analizzata l'evoluzione dell'andamento del capitale investito netto e delle fonti di finanziamento del Gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020.
Capitale investito e fonti di finanziamento (mln/euro) |
dic-20 |
Inc.% |
dic-19 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette |
6.983,6 |
+109,4% |
6.846,3 |
+108,9% |
137,3 |
+2,0% |
Capitale circolante netto |
53,6 |
+0,8% |
87,0 |
+1,4% |
(33,4) |
(38,4)% |
(Fondi) |
(654,9) |
(10,2)% |
(649,1) |
(10,3)% |
(5,8) |
(0,9)% |
Capitale investito netto |
6.382,3 |
+100,0% |
6.284,2 |
+100,0% |
98,1 |
+1,6% |
Patrimonio netto |
(3.155,3) |
+49,4% |
(3.010,0) |
+47,9% |
(145,3) |
(4,8)% |
Debiti finanziari a lungo |
(3.617,1) |
+56,7% |
(3.383,4) |
+53,8% |
(233,7) |
(6,9)% |
Indebitamento finanziario corrente netto |
390,1 |
(6,1)% |
109,2 |
(1,7)% |
280,9 |
+257,2% |
Indebitamento finanziario netto |
(3.227,0) |
+50,6% |
(3.274,2) |
+52,1% |
47,2 |
+1,4% |
Totale fonti di finanziamento |
(6.382,3) |
(100,0)% |
(6.284,2) |
+100,0% |
(98,1) |
(1,6)% |
Il maggior valore del capitale investito netto (Cin) rispetto al 31 dicembre 2019 è collegato all’incremento delle immobilizzazioni nette ed è principalmente dovuto all’attività di investimento effettuata nel corso del 2020. In particolare si segnala l’acquisizione del 4,9% della partecipazione in Ascopiave Spa, che ha rafforzato la partnership già avviata in dicembre 2019, e l’acquisizione, da parte di Hera Comm Spa, del 90% della società Wolmann Spa, attiva nella realizzazione di impianti a energia solare.
Il decremento del capitale circolante netto dell’esercizio 2020 è dovuto principalmente al buon andamento dei crediti commerciali, grazie al continuo e attento controllo dei processi di gestione del credito. Gli impatti legati alla crisi sanitaria non sono significativi e per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo 1.08 “Gestione emergenza Covid-19”.
La variazione dei fondi rispetto all’esercizio precedente deriva dagli accantonamenti di periodo e degli adeguamenti dei fondi post mortem discariche e ripristino beni di terzi che hanno compensato le uscite per utilizzi. Per i dettagli sui movimenti dei fondi si rimanda alle informazioni contenute nel paragrafo 2.02.05 “Note di commento agli schemi di bilancio”.
Il patrimonio netto dell’esercizio rafforza la solidità del Gruppo grazie al positivo risultato netto della gestione 2020, pari a 322,8 milioni di euro, parzialmente compensato dall’impatto derivante dalla distribuzione dei dividendi, dalla movimentazione delle azioni proprie e dalla diminuzione di interessenze di minoranza.
Il rendimento sul capitale investito netto (Roi), si attesta a 8,6% nel 2020, rispetto al Roi Adj del 2019 pari a 9,4%, rettificato per gli impatti economici e patrimoniali dell’operazione Ascopiave.
*adj per partite non ricorrenti
**adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
Il rendimento sul capitale proprio (Roe), si attesta a 10,2%, sostanzialmente in linea con i livelli registrati nel 2019.
*adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’analisi dell'indebitamento finanziario netto riclassificato
è riportata nella tabella qui di seguito esposta:
mln/euro |
31-dic-20 |
31-dic-19 |
31-dic-19 |
|
---|---|---|---|---|
a |
Disponibilità liquide |
987,1 |
364,0 |
345,9 |
b |
Altri crediti finanziari correnti |
32,8 |
70,1 |
53,7 |
Debiti bancari correnti |
(188,6) |
(111,5) |
(111,5) |
|
Parte corrente dell'indebitamento |
(307,1) |
(63,1) |
(63,1) |
|
Altri debiti finanziari correnti |
(114,0) |
(130,9) |
(130,9) |
|
Passività correnti per leasing |
(20,1) |
(19,4) |
(18,3) |
|
c |
Indebitamento finanziario corrente |
(629,8) |
(324,9) |
(323,8) |
d=a+b+c |
Indebitamento finanziario corrente netto |
390,1 |
109,2 |
75,8 |
Finanziamenti non correnti e obbligazioni emesse |
(3.047,3) |
(2.815,1) |
(2.815,1) |
|
Altri debiti finanziari non correnti (esclusa opzione di vendita) |
(27,7) |
(20,2) |
(13,2) |
|
Passività non correnti per leasing |
(73,5) |
(76,1) |
(73,6) |
|
e |
Indebitamento finanziario non corrente |
(3.148,5) |
(2.911,4) |
(2.901,9) |
f=d+e |
Posizione finanziaria netta |
(2.758,4) |
(2.802,2) |
(2.826,1) |
g |
Crediti finanziari non correnti |
140,8 |
135,3 |
135,3 |
h=f+g |
Indebitamento finanziario netto (esclusa opzione di vendita) |
(2.617,6) |
(2.666,9) |
(2.690,8) |
Quota nominale - fair value opzione di vendita |
(456,4) |
(450,6) |
||
Indebitamento finanziario netto con opzione di vendita rettificata (NetDebt put option adj) |
(3.074,0) |
(3.117,5) |
(2.690,8) |
|
Quota dividendi futuri - fair value opzione di vendita |
(153,0) |
(156,7) |
||
Indebitamento finanziario netto (NetDebt) |
(3.227,0) |
(3.274,2) |
(2.690,8) |
Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto
risulta pari a 3.227,0 milioni di euro, registrando un
decremento di circa 47,2 milioni di euro rispetto all’anno
precedente. I valori adjusted riferiti al 31 dicembre 2019
riflettono le rettifiche effettuate nello scorso esercizio per
garantire una maggiore comparabilità con riferimento
all’operazione di partnership con Ascopiave. Per il dettaglio
delle stesse si rimanda al fascicolo di bilancio consolidato
del 31 dicembre 2019.
La struttura finanziaria presenta un indebitamento finanziario
corrente pari a 629,8 milioni di euro, di cui 307,1 milioni di
euro riferiti alla parte corrente dell’indebitamento che
comprende 249,9 milioni di euro riferiti al bond in scadenza
il 4 ottobre 2021 oltre a 58,8 milioni di euro riferiti alla
quota in scadenza entro l’anno dei finanziamenti bancari a
medio termine. La quota di indebitamento corrente verso altri
finanziatori è pari a 114,0 milioni di euro mentre 188,6
milioni di euro sono i debiti verso banche riferiti a
interessi passivi su finanziamenti per 49,6 milioni di euro e
utilizzi di linee di conto corrente per circa 139 milioni di
euro.
La quota corrente di leasing operativi è pari a 20,1 milioni
di euro mentre la quota non corrente risulta pari a 73,5
milioni di euro livelli sostanzialmente in linea con quelli
registrati nel 2019.
L’ammontare relativo ai “debiti bancari non correnti e alle
obbligazioni emesse” risulta in aumento rispetto all’anno
precedente per effetto dell’emissione di un prestito
obbligazionario di 500 milioni di euro con scadenza dieci
anni, come descritto nel paragrafo 1.3 “Fatti di rilievo
avvenuti nel corso dell’esercizio”. L’incremento risulta
mitigato dalla riclassificazione del bond in scadenza nel 2021
di 249,9 milioni fra l’indebitamento corrente sopra citato.
Per effetto dell’operazione di emissione obbligazionaria,
realizzata per cogliere il favorevole scenario di mercato, si
evidenzia l’incremento delle disponibilità liquide che passano
da 364,0 milioni di euro del 2019 a 987,1 milioni di euro del
31 dicembre 2020.
Al 31 dicembre 2020 il debito a medio/lungo termine è rappresentato per una quota pari a 80,3% da titoli obbligazionari (bond) con rimborso alla scadenza, di cui il 79% quotati sui mercati europei. Il totale indebitamento presenta una durata residua media superiore a sei anni, di cui 63,8% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
L’indebitamento finanziario netto si riduce di 47,2 milioni di
euro, passando da 3.274,2 milioni di euro del 2019 a 3.227,0
milioni di euro del 2020.
La gestione caratteristica ha generato flussi di cassa
operativi positivi per 343,1 milioni di euro che hanno
finanziato integralmente la distribuzione dei dividendi e le
operazioni di acquisto di partecipazioni, tra le quali si
segnala il 4,9% di Ascopiave Spa e il 90% di Wolmann Spa da
parte di Hera Spa ed Hera Comm Spa rispettivamente.
*adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
Il rapporto NetDebt/Ebitda del 2020 è lievemente aumentato a
2,87 volte rispetto al 2,48 del 2019 Adj, per gli impatti
economici e patrimoniali dell’operazione Ascopiave. Il valore
dell’esercizio 2020 non riflette la rettifica patrimoniale
correlata all’operazione Ascopiave, che invece era stata
effettuata sui valori dell’esercizio 2019, al fine di
garantire la comparabilità con l’esercizio precedente. A
partire dall’esercizio corrente è quindi compreso nel valore
del “NetDebt” il fair value delle opzioni di vendita
riconosciute ai soci di minoranza.
*adj per partite non ricorrenti
** adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’indice Fund from operation (Ffo)/NetDebt si attesta a 25,2%
confermando la solidità finanziaria del Gruppo e la capacità
di fare fronte alle proprie obbligazioni finanziarie, grazie
al positivo andamento dei flussi di cassa operativi.
L’impegno del Gruppo nella rendicontazione agli stakeholder
dei risultati ottenuti nelle dimensioni della Creating shared
value (Csv - creazione di valore condiviso) e della
sostenibilità trova conferma anche quest’anno nella
predisposizione del bilancio di sostenibilità, disponibile
all’indirizzo bs.gruppohera.it e nel sito del Gruppo nella
sezione sostenibilità.
Il bilancio di sostenibilità rappresenta la dichiarazione
consolidata di carattere non finanziario del Gruppo Hera
predisposta ai sensi del D.Lgs. 254/16 e costituisce una
relazione distinta rispetto alla presente relazione sulla
gestione, come previsto dall’art. 5 comma 3, lettera b) del
D.Lgs. 254/16. Il bilancio di sostenibilità include anche gli
indicatori e le informazioni relative all’ambiente, al
personale e alle attività di ricerca e sviluppo.
Di seguito si riporta una sintesi dei principali risultati
rendicontati nel bilancio di sostenibilità 2020.
Ulteriori progressi sono stati conseguiti negli ambiti Csv e nelle prospettive della sostenibilità nel corso del 2020 sia in termini di risultati ottenuti e nuovi progetti avviati sia in termini di misurazione e rendicontazione all’esterno. Relativamente a questi ultimi aspetti, sono diversi gli elementi che hanno arricchito il profilo di responsabilità sociale d’impresa e di accountability del Gruppo:
Il bilancio di sostenibilità 2020 consolida la innovativa
rappresentazione dei contenuti introdotta fin dal 2017 e
focalizzata sulla creazione di valore condiviso seguendo
l’approccio strategico del Gruppo ispirato alle indicazioni
offerte da Porter e Kramer. I risultati conseguiti e gli
obiettivi fissati per il futuro sono affiancati a una sintesi
dello scenario relativo ai tre driver per la creazione di
valore condiviso definiti nel 2016 e aggiornati nel 2020 sulla
base dell’analisi delle politiche europee, nazionali e locali,
dei megatrend e di un’attività di ascolto. I tre driver per la
creazione di valore condiviso sono: (i) Energia - perseguire
la neutralità di carbonio, (ii) Ambiente - rigenerare le
risorse e chiudere il cerchio, (iii) Territorio (e Impresa) -
abilitare la resilienza e innovare e ad essi sono dedicati,
anche nel bilancio 2020, altrettanti capitoli che
rappresentano la parte più significativa del rapporto.
Uno dei punti di forza della rendicontazione Csv del Gruppo è
la quantificazione del Mol a valore condiviso (Mol Csv) ovvero
della quota parte di margine operativo lordo che deriva dalle
attività di business in grado di rispondere agli obiettivi
dell’Agenda Globale, ossia a quelle call to action per una
crescita sostenibile (e pertinenti con le attività del Gruppo)
indicate da 98 politiche a livello globale, europeo, nazionale
e locale analizzate dal 2016 e sintetizzate nei tre driver
richiamati in precedenza.
Nel 2020 il Mol Csv è pari a 420,0 milioni di euro e
corrisponde al 37,4% del Mol totale di Gruppo. Il Mol Csv
registra nel 2020 un incremento del 7,2% rispetto al valore
del 2019 allineato ai nuovi criteri di calcolo definiti e ai
nuovi driver Csv. Il Mol Csv 2020 si colloca così nella
traiettoria segnata dal piano industriale 2021-2024, costruito
affinché circa il 50% del Mol al 2024 derivi da attività di
business che rispondono alle priorità dell’Agenda Globale. Il
contributo del Gruppo alla creazione di valore condiviso passa
anche dalla realizzazione di investimenti nei tre driver Csv
che nel 2020 ammontano a 297,4 milioni di euro, circa il 55%
del totale.
La quantificazione del Mol e degli investimenti a valore
condiviso relativi all’anno 2020 è stata sottoposta per il
secondo anno consecutivo alla verifica di una società di
revisione con l’obiettivo di avvalorare nei confronti di tutti
gli stakeholder tali aspetti distintivi della rendicontazione
del Gruppo.
L’impegno del Gruppo Hera nelle dimensioni Csv è testimoniato
anche dalla partecipazione attiva a numerosi network nazionali
e internazionali come la Fondazione Ellen MacArthur, la rete
delle imprese più impegnate a livello globale nella
transizione verso un’economia circolare. Si evidenzia in
particolare la partecipazione al New Plastics Economy Global
Commitment attraverso la esplicitazione di specifici obiettivi
di incremento della raccolta e del riciclo della plastica con
orizzonte 2025 e alla seconda rendicontazione effettuata nel
2020 in relazione agli obiettivi dichiarati che evidenziano
risultati positivi per la plastica raccolta, selezionata e
riciclata.
Hera persegue la neutralità di carbonio delle proprie attività e di quelle dei propri clienti attraverso la promozione dell’efficienza energetica e i progetti nell’ambito della transizione energetica e delle energie rinnovabili.
Relativamente all’efficienza energetica si evidenzia che:
Per quanto riguarda la transizione energetica e le energie rinnovabili, Hera ha continuato a promuovere anche nel 2020 l’offerta Hera Impronta Zero e in generale la propria proposizione commerciale improntata alla neutralità di carbonio consuntivando a fine anno:
Per il terzo anno consecutivo Hera ha inoltre continuato a
garantire energia elettrica 100% da fonti rinnovabili a tutti
i propri clienti residenziali a mercato libero.
Sul fronte interno Hera ha consuntivato nel 2020 una
produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti
pari a 7,8 milioni di mc (+20% rispetto al 2019), la copertura
con energia elettrica da fonti rinnovabili pari all’83% dei
propri consumi e la riduzione del 22% dell’indice di intensità
di carbonio della produzione di energia rispetto alla baseline
2013.
Infine, sulla base della prima rendicontazione effettuata
secondo la metodologia della Science Based Target initiative
richiamata in precedenza, le emissioni di gas serra del Gruppo
hanno registrato nel 2020 una riduzione del 5,4% rispetto al
2019.
Hera rigenera le risorse e “chiude il cerchio” attraverso
iniziative e progetti in tre ambiti: (i) transizione verso
un’economia circolare, (ii) gestione sostenibile della risorsa
idrica, (iii) tutela dell’aria, del suolo e della
biodiversità.
Relativamente alla transizione verso un’economia circolare, il
2020 ha registrato un ulteriore incremento della raccolta
differenziata, giunta al 65,3% (media Italia 2019: 61,3%) e un
ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani
molto contenuto: 3,4% (media Italia 2019: 23%). Su questo
aspetto Hera anticipa di quasi 20 anni l’obiettivo UE in
materia di economia circolare e si posiziona ai livelli dei
paesi europei più virtuosi. Nel novembre dello scorso anno
Hera ha pubblicato l’undicesima edizione del report Sulle
tracce dei rifiuti, verificato da Dnv-Gl, fornendo così
garanzia ai cittadini dell’effettivo recupero della raccolta
differenziata che risulta pari al 92%. Il report contiene il
posizionamento del territorio servito da Hera rispetto agli
obiettivi di riciclo definiti dalla UE nell’ambito del
pacchetto sull’economia circolare: il tasso di riciclo
complessivo, nel quale Hera con il 56% è già oltre l’obiettivo
del 55% fissato per il 2025, e il tasso di riciclo degli
imballaggi, dove il Gruppo con il 72% ha già raggiunto
l’obiettivo fissato per il 2030.
Sempre sul fronte dell’economia circolare l’anno 2020 registra
una quota di recupero di materia ed energia negli impianti di
selezione di Herambiente Spa pari all’81% e quantitativi di
plastica riciclata dal Gruppo Aliplast pari a circa 69 mila
tonnellate che seppur in riduzione del 5% rispetto al 2019 in
conseguenza dell’emergenza sanitaria, rimangono comunque
superiori del 16% rispetto al 2017, baseline degli impegni
presi nel già citato New Plastics Economy Global Commitment.
Sul fronte della gestione sostenibile della risorsa idrica,
anche nel 2020 è proseguito l’impegno nel comparto
fognario-depurativo con il piano pluriennale di adeguamento
alla normativa degli agglomerati urbani: a fine 2020 il 97,6%
degli agglomerati risulta adeguato in termini di abitanti
equivalenti (era il 96,5% nel 2019). Importanti anche le
iniziative per preservare la risorsa idrica, come il progetto
di water management interno, che ha permesso una riduzione dei
consumi del 12% nel 2020 (rispetto alla baseline 2017), gli
accordi con gli enti del territorio che rendono riutilizzabile
il 5% dell’acqua in uscita dai depuratori e il già citato
Diario dei consumi che è stato diffuso a circa il 20% dei
clienti domestici del servizio idrico.
Per quanto riguarda la tutela dell’aria si confermano i
risultati positivi relativamente alle performance ambientali
dei termovalorizzatori del Gruppo, che anche nel 2020 hanno
registrato livelli di emissioni in atmosfera molto contenute e
mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e
della centrale di cogenerazione di Imola con concentrazioni
medie di PM10 inferiori del 99% rispetto ai limiti. Infine,
per quanto riguarda la tutela del suolo si segnala che nel
2020 le progettazioni realizzate da HeraTech hanno comportato
un riutilizzo di suolo per l’87% del totale.
Significativi i risultati conseguiti dal Gruppo nel 2020 nelle
aree Csv collegate allo sviluppo economico e occupazionale del
territorio, all’innovazione e alla digitalizzazione. Così come
sono importanti le iniziative e i progetti finalizzati a
garantire la resilienza delle proprie attività operative e
quindi del territorio servito. Il valore economico
complessivamente distribuito al territorio è stato pari a
2.118 milioni di euro, pari al 75% del valore economico
totale. La quota distribuita ai fornitori locali è stata pari
al 65% del totale e ha raggiunto i 740 milioni (+6% rispetto
all’anno precedente) mentre l’indotto occupazionale è stimato
in circa 8.800 persone; tali dati confermano il ruolo primario
del Gruppo nello sviluppo del territorio. Relativamente
all’indotto occupazionale si segnala l’inserimento lavorativo
di soggetti svantaggiati (pari a 864) che sono collegati alle
forniture da cooperative sociali pari a 67,1 milioni di euro
nel 2020.
In ambito innovazione gli investimenti sono pari a circa 86
milioni di euro e relativi a progetti in tre ambiti:
transizione energetica, economia circolare e trasformazione
digitale. Per quanto riguarda la trasformazione digitale, il
bilancio di sostenibilità 2020 introduce per 24 progetti
un’innovativa rendicontazione di obiettivi, risultati e
impatti sulla base del framework della Corporate digital
responsibility, definita come l’insieme di pratiche e
comportamenti che aiutano un’organizzazione a utilizzare i
dati e le tecnologie digitali in maniera etica e responsabile,
dai punti di vista sociale, ambientale, economico e
tecnologico. Oltre ai progetti di trasformazione digitale
rivolti alla ulteriore ottimizzazione dei processi operativi a
vantaggio di qualità, sicurezza e continuità dei servizi,
della qualità del lavoro e dell’efficienza interna, nel 2020 è
proseguito lo sforzo nello sviluppo dei canali digitali di
relazione con i clienti. Le app Acquologo e Rifiutologo hanno
raggiunto a fine 2020 circa 622 mila download e superato le 61
mila fotosegnalazioni da parte dei cittadini (+2% rispetto al
2019) mentre l’app My Hera dedicata ai clienti residenziali ha
superato i 415 mila download. La digitalizzazione nelle
relazioni con i clienti è anche caratterizzata dal costante
incremento delle pratiche gestite attraverso il canale web:
nel 2020 i clienti iscritti ai servizi on-line salgono al
28,7% mentre quelli che hanno richiesto la bolletta
elettronica raggiungono quota 34,3%. L’impegno su questo
fronte, unito all’attenzione alle comunità locali, si è
tradotto nel 2020 nel lancio della quarta edizione della
campagna di promozione della bolletta elettronica e dei
comportamenti digitali dei clienti, denominata Digi e Lode,
destinando ulteriori 125 mila euro in premi economici per la
digitalizzazione delle scuole del territorio.
Sempre sul fronte della digitalizzazione, l’esperienza
maturata dal Gruppo fin dal 2017 ha consentito, nel 2020, di
poter gestire in modo resiliente la situazione emergenziale.
Da metà 2020 i lavoratori coinvolti in maniera stabile nel
progetto smart working sono circa 4 mila pari al 77% del
totale dei dipendenti a tempo indeterminato, con esclusione
dei soli operai.
I risultati conseguiti in termini di valore condiviso generato integrano quelli relativi ai seguenti ambiti che completano il profilo della responsabilità sociale e della sostenibilità del Gruppo.
Nel corso dell’anno 2020 è stato sviluppato un percorso di allineamento alle raccomandazione della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) che ha coinvolto trasversalmente l’intera organizzazione aziendale. La Task force è nata a seguito dell’Accordo di Parigi del 2015, con il quale gli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si sono impegnati a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e possibilmente limitarne l’aumento a 1,5°C entro la fine del XXI secolo. Nello stesso anno, il Financial stability board (Fsb) del G20 ha istituito la TCFD, con lo scopo di facilitare una maggiore trasparenza sulle opportunità e i rischi finanziari associati ai cambiamenti climatici. Nel 2017 la TCFD ha pubblicato le raccomandazioni per la rendicontazione citate in premessa, che oggi rappresentano un riferimento internazionale per la disclosure in materia di cambiamento climatico da parte delle imprese. Le raccomandazioni della TCFD sono applicabili alle organizzazioni di tutti i settori e sono classificate in quattro aree: governance, strategy, risk management e metrics & targets.
Il percorso avviato dal Gruppo è stato sviluppato in tre passaggi principali:
Di seguito saranno analizzati i risultati della gestione realizzati nelle aree di business del Gruppo: area gas, che comprende i servizi di distribuzione e vendita di gas metano, teleriscaldamento e gestione calore; area energia elettrica, che comprende i servizi di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica; area ciclo idrico integrato, che comprende i servizi di acquedotto, depurazione e fognatura; area ambiente, che comprende i servizi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti; area altri servizi, che comprende i servizi di illuminazione pubblica, telecomunicazione e altri servizi minori.
I conti economici del Gruppo comprendono i costi di struttura e includono gli scambi economici tra le aree d’affari valorizzati a prezzi di mercato.
L’analisi per aree d’affari considera la valorizzazione di maggiori ricavi e costi, senza impatto sul margine operativo lordo, relativi all’applicazione dell’Ifric 12. I settori d’affari che risentono dell’applicazione di questo principio sono il servizio di distribuzione del gas metano, il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, i servizi del ciclo idrico integrato, il servizio di raccolta rifiuti e il servizio d’illuminazione pubblica.
Gas
L’anno 2020 mostra una crescita rispetto all’esercizio precedente, sia in termini di marginalità che di volumi venduti. Questo risultato è stato ottenuto principalmente grazie allo sviluppo commerciale legato all’operazione di partnership con il Gruppo Ascopiave, che ha previsto l’acquisizione delle società del Gruppo EstEnergy e di AmgasBlu Srl a fronte della cessione di un ramo di distribuzione nell’area del triveneto (relativo agli Atem di Padova 1, Padova 2, Udine 3 e Pordenone), ed è riuscita a mitigare gli effetti negativi dovuti alla pandemia del Covid-19. Infine, Hera Comm Spa si è aggiudicata, tramite gara, per il periodo 1° ottobre 2020 – 30 settembre 2021:
MOL AREA GAS 2020
|
MOL AREA GAS 2019
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
374,4 |
341,6 |
32,8 |
+9,6% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.123,0 |
1.085,1 |
37,9 |
+3,5% |
Peso percentuale |
33,3% |
31,5% |
+1,8 p.p. |
Il numero di clienti gas è in aumento di 26,8 mila clienti,
pari all’1,3%, rispetto all’esercizio precedente. I nuovi
lotti aggiudicati tramite gare hanno contribuito all’aumento
di 62 mila clienti circa che ha più che compensato il calo
della base clienti a mercato libero per circa 35 mila clienti.
I volumi di gas complessivamente venduti aumentano di 3.395,4 milioni di mc, pari al 34,5%. I volumi di Intermediazione evidenziano una crescita di 2.600,7 milioni di mc, pari al 34,5% per i maggiori scambi all’estero. I volumi venduti a clienti finali presentano una crescita del 34,5% rispetto all’esercizio 2019, pari a 794,8 milioni di mc, grazie all’apporto delle società del Gruppo EstEnergy e di AmgasBlu Srl, per 812,6 milioni di mc. Tale crescita è in parte attenuata dal calo dei mercati tradizionali e di ultima istanza per 17,9 milioni di mc, causati principalmente dall’effetto climatico di un esercizio mite che ha registrato temperature medie superiori del 3% rispetto all’esercizio 2019 e dagli effetti negativi dell’emergenza Covid-19.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-20 |
Inc.% |
dic-19 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
3.361,3 |
2.971,9 |
389,4 |
+13,1% |
||
Costi operativi |
(2.883,4) |
(85,8)% |
(2.529,2) |
(85,1)% |
354,2 |
+14,0% |
Costi del personale |
(116,5) |
(3,5)% |
(114,1) |
(3,8)% |
2,4 |
+2,1% |
Costi capitalizzati |
13,0 |
+0,4% |
13,0 |
0,4% |
‐ |
+0,0% |
Margine operativo lordo |
374,4 |
11,1% |
341,6 |
11,5% |
32,8 |
+9,6% |
I ricavi mostrano una crescita di 389,4 milioni di euro, pari
al 13,1% rispetto all’esercizio precedente. Le ragioni sono
principalmente da imputare ai maggiori ricavi per le
acquisizioni delle società del Gruppo EstEnergy e di AmgasBlu
Srl per 450,3 milioni di euro, dalle maggiori attività di
intermediazione, per circa 20,0 milioni di euro e dai maggiori
ricavi del business della gestione calore per le attività
legate al bonus facciate per circa 45 milioni di euro.
Tale crescita viene contenuta dai minori ricavi per il minor prezzo della materia prima gas, circa 73,6 milioni di euro, coerentemente all’andamento medio annuo della componente tariffaria Cmem, che diminuisce del 34% rispetto al 2019, e dai minori volumi venduti di gas e teleriscaldamento per circa 23 milioni di euro, per gli effetti negativi del clima e dell’emergenza Covid-19, già citati in precedenza.
Sono in calo sia i titoli di efficienza energetica, per circa
10,0 milioni di euro, sia i ricavi regolati della
distribuzione, per un valore di 23,9 milioni di euro, per la
cessione ad Ascopiave degli Atem di PD1, PD2, UD3 e PN.
Al netto della variazione di perimetro, i ricavi regolati
aumentano di 0,7 milioni di euro. Da un punto di vista
normativo, infatti, si fa presente che il 2020 è il primo anno
del V periodo regolatorio (approvato con delibera
570/2019/R/Gas), che prevede un’importante riduzione del
riconoscimento dei costi operativi, oltre a una riduzione del
Wacc della misura (allineato a quello della distribuzione), ma
che viene più che compensato dalle dinamiche tariffarie legate
all’aggiornamento fisiologico della RAB per i nuovi
investimenti, dalla ripresa di competenze pregresse e altri
effetti regolatori residuali.
L’incremento dei ricavi si riflette in maniera proporzionale
sulla crescita dei costi operativi che evidenziando quindi una
crescita complessiva di 354,2 milioni di euro. Tale andamento
è dovuto principalmente alle variazioni di perimetro già
citate, alla maggiore attività della gestione calore e di
intermediazione.
Il margine operativo lordo aumenta di 32,8 milioni di euro,
pari al 9,6%, grazie all’ingresso delle nuove società del
Gruppo EstEnergy e di AmgasBlu Srl e al business della
gestione calore per il bonus facciate, che compensano i minori
volumi venduti di gas e i minori margini del teleriscaldamento
a causa del clima mite e degli effetti negativi derivanti
dall’emergenza Covid-19; questi ultimi incidono sulla
riduzione di marginalità per 15,7 milioni di euro.
Nell’esercizio 2020, gli investimenti netti nell’area gas sono
pari a 134,1 milioni di euro, in diminuzione di 4,2 milioni di
euro rispetto all’anno precedente. Nella distribuzione del
gas, si registra complessivamente una riduzione di 3,2 milioni
di euro che deriva principalmente dai minori investimenti sul
ramo distribuzione gas di AcegasApsAmga Spa relativo agli Atem
di Padova 1, Padova 2, Udine 3 e Pordenone, ceduto con
efficacia dal 31 dicembre 2019 nell’ambito dell’operazione
Ascopiave e dai minori interventi nel territorio di Marche
Multiservizi Spa. Risultano in crescita gli investimenti di
Inrete Distribuzione Energia Spa, principalmente per i
maggiori interventi per la sostituzione massiva dei contatori
(delibera 554). Nella vendita gas si registrano investimenti
di 9,0 milioni di euro per le attività connesse
all’acquisizione di nuovi clienti, in crescita di 0,7 milioni
di euro rispetto all’anno precedente. Gli investimenti sono
complessivamente in diminuzione di 0,6 milioni di euro nel
servizio di teleriscaldamento e gestione calore, con una
riduzione nel teleriscaldamento di Hera Spa e un aumento delle
attività nelle società Hera Servizi Energia Srl e
AcegasApsAmga Servizi Energetici Spa. Le richieste di nuovi
allacciamenti sono inferiori all’anno precedente nella
distribuzione gas, principalmente per effetto della cessione
del ramo di AcegasApsAmga Spa e nel teleriscaldamento.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area gas:
Gas (mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
99,9 |
103,1 |
(3,2) |
(3,1)% |
Acquisizione clienti gas |
9,0 |
8,3 |
0,7 |
+8,4% |
Tlr/gestione calore |
26,3 |
26,9 |
(0,6) |
(2,2)% |
Totale gas lordi |
135,3 |
138,3 |
(3,0) |
(2,2)% |
Contributi conto capitale |
1,2 |
0,0 |
1,2 |
+100,0% |
Totale gas netti |
134,1 |
138,3 |
(4,2) |
(3,0)% |
La Regulatory asset base (Rab) degli asset di proprietà, che
determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per
la remunerazione del capitale investito, è in diminuzione
rispetto al 2019 per l’uscita dal perimetro del Gruppo delle
reti all’interno dell’operazione di partnership con Ascopiave.
Negli altri territori la Rab è in aumento per la crescita
degli investimenti principalmente per il roll out dei
misuratori elettronici.
Energia elettrica
Alla fine dell’esercizio del 2020, la marginalità dell’area
energia elettrica registra un aumento rispetto all’anno
precedente, grazie all’operazione di partnership con il Gruppo
Ascopiave per l’acquisizione delle società del Gruppo
EstEnergy e di AmgasBlu Srl e ai margini delle attività di
produzione di energia elettrica, nonostante gli effetti
negativi dovuti alla pandemia del Covid-19.
|
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
188,2 |
178,5 |
9,7 |
+5,5% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.123,0 |
1.085,1 |
37,9 |
+3,5% |
Peso percentuale |
16,8% |
16,4% |
+0,4 p.p. |
Il numero di clienti energia elettrica è in aumento del 3,5%
(44,8 mila unità) rispetto al 2019. La crescita è avvenuta nel
mercato libero, per il 5,4% del totale, per effetto del
rafforzamento dell’azione commerciale messa in atto. Tale
crescita riesce a mitigare il calo dei clienti a maggior
tutela, mentre i clienti in salvaguardia sono allineati
all’anno precedente.
I volumi venduti di energia elettrica presentano un risultato
sostanzialmente in linea all’esercizio precedente.Tale
andamento è causato principalmente dal calo dei volumi in
salvaguardia per 440,3 GWh, pari al 3,4% rispetto al totale,
per effetto principalmente dell’emergenza Covid-19, e nei
mercati tradizionali per 205,9 GWh, pari al 1,6%, compensati
interamente dalle acquisizioni societarie sopra citate, che
contribuiscono per 636,7 GWh, pari al 5,0%.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-20 |
Inc.% |
dic-19 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
2.315,9 |
2.590,4 |
(274,5) |
(10,6)% |
||
Costi operativi |
(2.090,3) |
(90,3)% |
(2.376,1) |
(91,7)% |
(285,8) |
(12,0)% |
Costi del personale |
(48,7) |
(2,1)% |
(45,0) |
(1,7)% |
3,7 |
8,2% |
Costi capitalizzati |
11,3 |
0,5% |
9,1 |
0,4% |
2,2 |
24,2% |
Margine operativo lordo |
188,2 |
8,1% |
178,5 |
6,9% |
9,7 |
5,5% |
I ricavi registrano un calo di 234,3 milioni di euro, pari al
12,1%, rispetto all’analogo periodo del 2020. Le principali
cause sono i minori ricavi per attività di intermediazione per
85 milioni di euro, il minor prezzo della materia prima per
circa 60 milioni di euro e i minori ricavi di produzione
energia elettrica per circa 33,0 milioni di euro. Tutti questi
effetti sono in parte collegati all’andamento medio annuo del
Pun che diminuisce del 24% rispetto all’esercizio precedente.
Inoltre, gli effetti negativi dell’emergenza Covid-19
confermano la diminuzione dei volumi venduti, già citata in
precedenza, che genera minori ricavi per circa 56 milioni di
euro e minori ricavi di vettoriamento extra rete e oneri di
sistema per 154 milioni di euro, invarianti sui costi. Tale
calo è soltanto in parte mitigato dai maggiori ricavi per le
acquisizioni delle società del Gruppo EstEnergy e di AmgasBlu
Srl per circa 116 milioni di euro.
I ricavi regolati risultano in crescita rispetto al 2019 di
0,8 milioni di euro. Tale incremento è reso possibile dalle
dinamiche tariffarie legate agli aggiornamenti capex, dalla
rilevazione di competenze pregresse e altri effetti regolatori
residuali. Tali effetti positivi sono solo parzialmente
mitigati dai minori costi operativi riconosciti nel
semiperiodo regolatorio 2020-2023 regolato da delibera
568/2019.
Infine, sono in diminuzione i contributi per i titoli di
efficienza energetica per circa 3,0 milioni, come già
evidenziato nei capitoli precedenti.
La diminuzione dei ricavi si riflette in maniera proporzionale
anche sui costi operativi che evidenziano una diminuzione di
285,8 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente
ai minori prezzi della materia prima e ai minori volumi,
nonostante la crescita per le variazioni di perimetro.
Il margine operativo lordo dell’esercizio aumenta di 9,7
milioni di euro, pari al 5,5%, per la maggiore marginalità
derivante dall’ingresso delle nuove società del Gruppo
EstEnergy e di AmgasBlu Srl e dalle attività di produzione di
energia elettrica nel mercato del servizio di dispacciamento
che compensano i minori volumi e margini dovuti all’emergenza
del Covid-19, con un impatto complessivo di minore marginalità
per 8,4 milioni di euro.
Nell’area energia elettrica gli investimenti dell’esercizio 2020 ammontano a 47,7 milioni di euro, in crescita di 4,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Gli interventi realizzati riguardano prevalentemente la
manutenzione straordinaria di impianti e reti di distribuzione
nei territori di Modena, Imola, Trieste e Gorizia.
Rispetto all’anno precedente, l’incremento si registra nella
distribuzione energia elettrica per 3,5 milioni di euro,
mentre per 0,9 milioni di euro si registra nella vendita di
energia, per le attività connesse all’acquisizione di nuovi
clienti. Anche le richieste di nuovi allacciamenti sono in
crescita rispetto all’anno precedente.
Gli investimenti operativi nell’area energia elettrica:
Energia elettrica (mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
31,4 |
27,9 |
3,5 |
+12,5% |
Acquisizione clienti energia elettrica |
16,4 |
15,5 |
0,9 |
+5,8% |
Totale energia elettrica lordi |
47,7 |
43,4 |
4,3 |
+9,9% |
Contributi conto capitale |
‐ |
‐ |
‐ |
+0,0% |
Totale energia elettrica netti |
47,7 |
43,4 |
4,3 |
+9,9% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti
dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è
allineata al valore dell’esercizio 2019.
Ciclo idrico integrato
Nell’esercizio 2020 l’area ciclo idrico integrato presenta
risultati in leggera crescita rispetto allo scorso anno,
registrando un aumento di marginalità pari allo 0,2%. Dal
punto di vista normativo si segnala che il 2020 è il primo
anno di applicazione del metodo tariffario, definito
dall’Autorità per il terzo periodo regolatorio (Mti-3),
2020-2023 (delibera 580/2019). A ciascun gestore è
riconosciuto un ricavo (Vrg) determinato sulla base dei costi
operativi e dei costi di capitale, in funzione degli
investimenti realizzati, in un’ottica di crescente efficienza
dei costi, nonché di misure tese a promuovere e valorizzare
interventi per la sostenibilità e la resilienza.
MOL AREA CICLO IDRICO 2020
|
MOL AREA CICLO IDRICO 2019
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine
operativo lordo
(mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
265,8 |
265,3 |
0,5 |
+0,2% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.123,0 |
1.085,1 |
37,9 |
+3,5% |
Peso percentuale |
23,7% |
24,5% |
(0,8) pp |
Il numero di clienti acqua aumenta rispetto allo scorso anno
di 3,0 migliaia, pari allo 0,2%, a conferma della moderata
tendenza di crescita organica nei territori di riferimento del
Gruppo, prevalentemente nel territorio emiliano-romagnolo
gestito da Hera Spa.
Di seguito i principali indicatori quantitativi dell’area:
QUANTITÀ GESTITE 2020 (mln/mc)
|
QUANTITÀ GESTITE 2019 (mln/mc)
|
I volumi erogati, tramite acquedotto si attestano a 285,9
milioni di mc e presentano una lieve contrazione pari all’1,2%
rispetto al 2019 con un controvalore di 3,5 milioni di mc. A
dicembre 2020 le quantità gestite relative alla fognatura
valgono 240,8 milioni di mc, con calo del 2,3% rispetto allo
scorso anno, mentre quelle della depurazione si attestano a
236,7 milioni di mc, con una leggera flessione pari all’ 1,8%,
rispetto al 2019. I volumi somministrati, a seguito della
delibera 580/2019 dall’Autorità, sono un indicatore di
attività dei territori in cui il Gruppo opera e sono oggetto
di perequazione per effetto della normativa che prevede il
riconoscimento di un ricavo regolato indipendente dai volumi
distribuiti.
L’energia elettrica consumata dagli impianti evidenzia un calo
di 14,4 GWh. Tale calo è correlabile prevalentemente ai minori
volumi erogati nel 2020 già in precedenza descritti.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-20 |
Inc.% |
dic-19 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
883,6 |
911,9 |
(28,3) |
(3,1)% |
||
Costi operativi |
(439,8) |
(49,8)% |
(471,8) |
(51,7)% |
(32,0) |
(6,8)% |
Costi del personale |
(183,7) |
(20,8)% |
(179,9) |
(19,7)% |
3,8 |
+2,1% |
Costi capitalizzati |
5,8 |
0,7% |
5,2 |
0,6% |
0,6 |
+11,6% |
Margine operativo lordo |
265,8 |
30,1% |
265,3 |
29,1% |
0,5 |
+0,2% |
La flessione nei ricavi è legata, per complessivi 17,0 milioni
di euro, ai minori ricavi per commesse e opere conto terzi
realizzate nel corso del 2020. Si segnalano minori altri
ricavi per circa 0,9 milioni di euro legati prevalentemente a
contributi ricevuti alla copertura dei costi straordinari per
l’emergenza idrica del 2017 rilevati nel 2019. I ricavi da
somministrazione presentano un calo di 11,1 milioni di euro,
dovuto principalmente alla riduzione dei costi perequabili di
energia elettrica e della materia prima acqua, compensati in
parte dall’adeguamento tariffario del nuovo metodo, Mti-3.
La contrazione nei costi operativi a dicembre 2020 è
riconducibile prevalentemente ai minori costi correlati alle
minori opere realizzate già descritte tra i ricavi per
complessivi 17,0 milioni di euro; inoltre si evidenziano
minori costi della materia prima acqua e dell’energia
elettrica per circa 13,5 milioni di euro e per la restante
parte minori costi operativi per la gestione di reti e
impianti per circa 1,4 milioni di euro.
Il margine operativo lordo presenta una leggera crescita pari
allo 0,2%. Gli effetti negativi sul business dovuti
all’epidemia del Covid-19 comportano complessivamente una
flessione di marginalità di 1,6 milioni di euro da leggersi in
termini di minori allacciamenti, richieste cliente e opere
conto terzi, assorbite dalle azioni di efficienza messe in
atto dal Gruppo.
Nell’esercizio 2020 gli investimenti netti nell’area ciclo idrico integrato ammontano a 143,3 milioni di euro, in diminuzione di 8,2 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, gli investimenti effettuati ammontano a 166,2 milioni di euro, in diminuzione di 9,6 milioni di euro.
Gli investimenti sono riferiti principalmente a estensioni,
bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre che agli
adeguamenti normativi riguardanti soprattutto l’ambito
depurativo e fognario. Gli investimenti sono stati realizzati
per 98,8 milioni di euro nell'acquedotto, per 39,1 milioni di
euro nella fognatura e per 28,2 milioni di euro nella
depurazione.
Fra i principali interventi si segnalano: nell’acquedotto,
l’incremento delle attività di bonifica su reti e allacci
legato anche alla delibera Arera 917/2017 sulla regolazione
della qualità tecnica del servizio idrico integrato, il
potenziamento e rinnovo di adduttrici di due comuni del
bolognese, l’adeguamento sismico e riqualificazione delle aree
dei serbatoi pensili; nella fognatura continua l’avanzamento
delle importanti opere del piano per la salvaguardia della
balneazione di Rimini, anche se nel 2020 è previsto un minore
impatto degli interventi a carico Hera rispetto all’anno
precedente. Continuano anche gli interventi manutentivi di
riqualificazione della rete fognaria in altri territori e le
opere di adeguamento scarichi alla Dgr 201/2016; nella
depurazione, in evidenza, gli adeguamenti del depuratore di
Lido di Classe e del depuratore di Lugo con la realizzazione
della linea pioggia e il revamping del depuratore di Ferrara.
Le richieste per nuovi allacciamenti idrici e fognari sono in
crescita rispetto all’anno precedente.
I contributi in conto capitale, pari a 22,9 milioni di euro,
sono comprensivi di 13,6 milioni di euro derivanti dalla
componente della tariffa prevista dal metodo tariffario per il
Fondo Nuovi Investimenti (FoNI) e risultano in diminuzione di
1,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ciclo idrico integrato:
Ciclo idrico integrato (mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Acquedotto |
98,8 |
99,7 |
(0,9) |
(0,9)% |
Depurazione |
28,2 |
27,7 |
0,5 |
+1,8% |
Fognatura |
39,1 |
48,3 |
(9,2) |
(19,0)% |
Totale ciclo idrico integrato lordi |
166,2 |
175,8 |
(9,6) |
(5,5)% |
Contributi conto capitale |
22,9 |
24,2 |
(1,3) |
(5,4)% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
13,6 |
13,4 |
0,2 |
+1,5% |
Totale ciclo idrico integrato netti |
143,3 |
151,5 |
(8,2) |
(5,4)% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti
dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è
in aumento rispetto al 2019.
Ambiente
Nel 2020 l’area ambiente contribuisce con il 23,0% alla
marginalità del Gruppo Hera, presentando un margine operativo
lordo in calo rispetto al 2019. Il 2020 sconta gli effetti
negativi dovuti all’epidemia del Covid-19. Le conseguenti e
necessarie misure restrittive sulle persone e la chiusura
della maggior parte delle attività commerciali e industriali
nel periodo di lockdown hanno portato a una contrazione nella
produzione di rifiuti e, per quanto riguarda il mercato del
recupero e riciclo degli scarti plastici, alla contrazione
della domanda di materia plastica riciclata oltre al calo dei
prezzi dei prodotti riciclati. In questo contesto
straordinario, il Gruppo Hera ha saputo reagire
tempestivamente mettendo a disposizione la propria
professionalità alle comunità dei territori serviti e ai
propri clienti per superare insieme l’emergenza. L’ampiezza e
la varietà del portafoglio clienti e il consolidamento delle
partnership commerciali hanno permesso a tutti gli impianti di
trattamento rifiuti di lavorare a buon regime. La tutela delle
risorse ambientali si conferma anche nel 2020 un obiettivo
prioritario, così come la massimizzazione del loro riutilizzo;
ne è dimostrazione la particolare attenzione dedicata allo
sviluppo della raccolta differenziata che si incrementa di
quasi un punto percentuale rispetto a dicembre 2019.
MOL AREA AMBIENTE 2020
|
MOL AREA AMBIENTE 2019
|
Di seguito le variazioni a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
258,0 |
264,2 |
(6,2) |
(2,3)% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.123,0 |
1.085,1 |
37,9 |
+3,5% |
Peso percentuale |
23,0% |
24,3% |
(1,3) pp |
Nella tabella di seguito riportata è esposta l’analisi dei
volumi commercializzati e trattati dal Gruppo nel corso del
2020:
Dati quantitativi (mgl/t) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Rifiuti urbani |
2.219,1 |
2.347,8 |
(128,7) |
(5,5)% |
Rifiuti da mercato |
2.187,6 |
2.211,1 |
(23,5) |
(1,1)% |
Rifiuti commercializzati |
4.406,7 |
4.558,9 |
(152,2) |
(3,3)% |
Sottoprodotti impianti |
2.203,2 |
2.616,2 |
(413,0) |
(15,8)% |
Rifiuti trattati per tipologia |
6.609,9 |
7.175,1 |
(565,2) |
(7,9)% |
L’analisi dei dati quantitativi evidenzia una flessione dei rifiuti commercializzati dovuta sia al calo dei rifiuti urbani che ai rifiuti da mercato. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, il 2020 fa evidenziare una contrazione pari al 5,5%, in particolare sono in calo sia le quantità di differenziato e arenile, che le quantità di indifferenziato.
I volumi da mercato presentano una leggera flessione rispetto allo scorso anno per la minore attività causata dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Infine, i sottoprodotti degli impianti presentano valori in
calo rispetto all’anno precedente a causa sia delle minori
quantità trattate sia della minore piovosità.
La raccolta differenziata di rifiuti urbani registra un ulteriore progresso crescendo di 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente. A dicembre 2020 nei territori emiliano romagnoli la raccolta differenziata aumenta di 0,7 p.p., nel Triveneto la crescita si attesta a 0,7 p.p. e nelle Marche è presente una crescita di 0,9 p.p.
Il Gruppo Hera opera nel ciclo completo dei rifiuti con 93
impianti di trattamento di rifiuti urbani e speciali e di
rigenerazione dei materiali plastici. Tra i principali
impianti si evidenziano: nove termovalorizzatori, 12
compostaggi/digestori, 14 impianti di selezione.
La cura e l’attenzione al parco impiantistico è anche nel 2020
un elemento distintivo della propensione all’eccellenza del
Gruppo: sono stati definiti due nuovi progetti di revamping di
impianti esistenti per la produzione di biometano e l’avvio
del secondo ciclo di ammodernamento di tre termovalorizzatori
del Gruppo.
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2020
|
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2019
|
Dati quantitativi (mgl/t) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Discariche |
677,4 |
663,5 |
13,9 |
+2,1% |
Termovalorizzatori |
1.275,4 |
1.259,9 |
15,5 |
+1,2% |
Impianti di selezione e altro |
530,7 |
572,8 |
(42,1) |
(7,3)% |
Impianti di compostaggio e stabilizzazione |
509,4 |
506,1 |
3,3 |
+0,7% |
Impianti di inertizzazione e chimico-fisici |
1.208,4 |
1.600,2 |
(391,8) |
(24,5)% |
Altri impianti |
2.408,7 |
2.572,7 |
(164,0) |
(6,4)% |
Rifiuti trattati per impianto |
6.609,9 |
7.175,1 |
(565,2) |
(7,9)% |
Il trattamento dei rifiuti evidenzia una flessione
complessiva, pari al 7,9%, rispetto a dicembre 2019. Al
riguardo, si segnalano i maggiori quantitativi in discarica
per la piena attività delle discariche di Loria e Serravalle
Pistoiese. Sulla filiera dei termovalorizzatori, l’andamento è
dovuto prevalentemente al diverso scheduling dei fermi
impianto e delle manutenzioni programmate rispetto all’analogo
periodo del 2019 e all’incremento dei rifiuti conferiti. La
flessione delle quantità negli impianti di selezione è
imputabile alle minori quantità trattate, principalmente negli
impianti di Rimini e di Bologna. Negli impianti di
compostaggio e stabilizzazione i volumi sono sostanzialmente
allineati. I minori quantitativi nella filiera degli impianti
d’inertizzazione e chimico-fisici sono riconducibili
prevalentemente alla riduzione dei percolati delle discariche
per la minore piovosità e alla minore attività correlabile
all’emergenza sanitaria. Infine, la flessione nella filiera
altri impianti è riconducibile prevalentemente ai minori
sottoprodotti, principalmente reflui, trattati in impianti di
terzi.
Una sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-20 |
Inc.% |
dic-19 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.190,3 |
1.190,5 |
(0,2) |
(0,0)% |
||
Costi operativi |
(740,2) |
(62,2)% |
(733,5) |
(61,6)% |
6,7 |
+0,9% |
Costi del personale |
(203,6) |
(17,1)% |
(201,2) |
(16,9)% |
2,4 |
+1,2% |
Costi capitalizzati |
11,4 |
1,0% |
8,4 |
0,7% |
3,0 |
+35,6% |
Margine operativo lordo |
258,0 |
21,7% |
264,2 |
22,2% |
(6,2) |
(2,3)% |
I ricavi sono sostanzialmente allineati allo scorso anno. Si
evidenziano i minori ricavi da produzione di energia elettrica
conseguenza sia della perdita d’incentivi energetici su un
impianto che della flessione dei prezzi dell’energia a mercato
e della termica, nonostante le maggiori produzione sui Wte. Si
rileva inoltre il minor contributo di Aliplast Spa conseguente
sia alla flessione di prodotti venduti, che agli incentivi
ricevuti lo scorso anno in quanto impresa a forte consumo di
energia. Infine, si segnala la contrazione delle attività di
bonifica e il calo nei volumi trattati, nonostante i maggiori
ricavi legati allo sviluppo dell’attività commerciale e
dell’intermediazione. Tali effetti negativi sono solo in parte
compensati dal trend positivo dei prezzi dei rifiuti speciali
e dai maggiori ricavi per lo sviluppo della raccolta
differenziata del servizio di igiene urbana.
I costi operativi a dicembre 2020 crescono dello 0,9%. Si segnalano maggiori costi per lo sviluppo dell’attività commerciale e per il trattamento dei sottoprodotti e, per quanto riguarda l’igiene urbana, si segnalano maggiori costi legati allo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata. Tale crescita è attenuata dai minori costi di manutenzione programmata sugli impianti del Gruppo, dai minori costi correlabili ai minori volumi trattati e dalla contrazione delle attività di bonifica. Inoltre, si evidenzia il calo dei costi di acquisto del PET sostenuti da Aliplast Spa correlato all’andamento dei ricavi già in precedenza citati.
La flessione nel margine operativo lordo è dovuta ai minori ricavi relativi della produzione di energia elettrica, solamente in parte attenuati dai maggiori prezzi sui trattamenti dei rifiuti speciali. L’impatto complessivo degli effetti conseguenti all’epidemia del Covid-19, da leggersi in termini di minori volumi trattati, minore marginalità nel recupero della plastica e nonostante le azioni di contenimento messe in atto dal Gruppo durante il lockdown nazionale, è pari a 4,4 milioni di euro di minore marginalità.
Gli investimenti netti nell’area ambiente riguardano gli
interventi di manutenzione e potenziamento degli impianti di
trattamento rifiuti e ammontano a 67,6 milioni di euro, in
diminuzione di 13,9 milioni di euro rispetto all’anno
precedente.
La filiera compostaggi/digestori presenta una diminuzione di
3,6 milioni di euro, dovuta agli importanti interventi
realizzati l’anno precedente sull’impianto di compostaggio di
Sant’Agata Bolognese per le attività legate alla realizzazione
dell’impianto di biometano entrato a regime nel 2019, oltre ad
altri interventi fra cui l’adeguamento dell’impianto di
trattamento meccanico biologico di Tre Monti.
Gli investimenti sulle discariche si riducono di 6,3 milioni
di euro per gli interventi effettuati nel 2019 su Cordenons,
sul decimo settore della discarica di Ravenna e sugli impianti
della società Marche Multiservizi Spa, solo parzialmente
compensati dai lavori iniziati nel 2020 sull’impianto Il Pago.
La filiera Wte presenta investimenti in linea con l’anno
precedente e riguardano le attività di manutenzione
straordinaria dei principali impianti sul territorio.
Gli investimenti nella filiera impianti rifiuti industriali
sono in crescita di 2,1 milioni di euro rispetto all’anno
precedente e riguardano principalmente le attività di
revamping dell’impianto F3 di Ravenna e gli interventi
sull’impianto Tapo (trattamento acque produzione organica),
sempre a Ravenna.
La filiera isole ecologiche e attrezzature di raccolta
presenta investimenti in diminuzione per 2,6 milioni di euro
rispetto all’anno precedente, principalmente nei territori di
AcegasApsAmga Spa, mentre la riduzione di 3,0 milioni di euro
nella filiera degli impianti di selezione e recupero dipende
principalmente dai maggiori investimenti effettuati nell’anno
precedente dal Gruppo Aliplast e dalla consegna avvenuta nel
2019 dell’impianto mobile soil washing di Chioggia.
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ambiente:
Ambiente (mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Compostaggi/digestori |
4,7 |
8,3 |
(3,6) |
(43,4)% |
Discariche |
10,8 |
17,1 |
(6,3) |
(36,8)% |
WTE |
14,0 |
14,0 |
‐ |
+0,0% |
Impianti RI |
6,6 |
4,5 |
2,1 |
+46,7% |
Isole ecologiche e attrezzature di raccolta |
14,4 |
17,0 |
(2,6) |
(15,3)% |
Impianti trasbordo, selezione e altro |
17,9 |
20,9 |
(3,0) |
(14,4)% |
Totale ambiente lordi |
68,3 |
81,8 |
(13,5) |
(16,5)% |
Contributi conto capitale |
0,7 |
0,3 |
0,4 |
+133,3% |
Totale ambiente netti |
67,6 |
81,5 |
(13,9) |
(17,1)% |
Altri servizi
L’area altri servizi raccoglie i business minori gestiti dal Gruppo. Ne fanno parte la pubblica illuminazione, in cui l’impegno del Gruppo Hera è rivolto alla progettazione, realizzazione e mantenimento degli impianti di illuminazione creando sicurezza sul territorio impiegando tecnologie all’avanguardia e con costante attenzione all’economia circolare e alla sostenibilità, le telecomunicazioni, in cui il Gruppo attraverso la propria digital company offre servizi di connettività per privati e aziende, telefonia e Data Center, e, infine, i servizi cimiteriali. Nel 2020, il risultato dell’area presenta un incremento pari al 3,4% con un controvalore di 1,2 milioni di euro.
MOL ALTRI SERVIZI 2020
|
MOL ALTRI SERVIZI 2019
|
Di seguito le variazioni del margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
Margine operativo lordo area |
36,7 |
35,5 |
+1,2 |
+3,4% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.123,0 |
1.085,1 |
+37,9 |
+3,5% |
Peso percentuale |
3,3% |
3,3% |
‐ |
Gli indicatori principali dell’area riferiti all’attività dell’illuminazione pubblica:
Dati quantitativi |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Illuminazione pubblica |
||||
Punti luce (mgl) |
571,3 |
548,7 |
+22,6 |
+4,1% |
di cui a led |
35,1% |
27,5% |
+7,6 |
+0,0% |
Comuni serviti |
188,0 |
181,0 |
+7,0 |
+3,9% |
Il Gruppo Hera nel corso del 2020 ha acquisito circa 24,3 mila
punti luce in 10 nuovi comuni. Le acquisizioni maggiormente
significative sono state: in Lombardia per circa 8,3 mila
punti luce, in Friuli-Venezia Giulia per circa 9,1 mila punti
luce, in Sardegna per circa 1,1 mila punti luce, nelle regioni
del centro Italia per circa 3,4 mila punti luce e infine si
segnalano maggiori punti luce gestiti nei comuni già serviti
per circa 2,4 mila punti luce. Gli incrementi dell’anno hanno
pienamente assorbito la perdita di circa 1,7 mila punti luce e
di 3 comuni gestiti in Friuli-Venezia Giulia.
Cresce anche la percentuale dei punti luce che utilizzano lampade a led che si attesta al 35,1% in crescita di 7,6 p.p. Tale andamento evidenzia l’attenzione costante del Gruppo a una gestione sempre più efficiente e sostenibile dell’illuminazione pubblica.
Tra gli indicatori quantitativi dell’area altri servizi si evidenziano anche i 4.300 km di rete proprietaria a banda ultra-larga in fibra ottica che il Gruppo Hera possiede attraverso la propria digital company, Acantho Spa. Tale rete serve le principali città del territorio emiliano-romagnolo, Padova e Trieste e fornisce ad aziende e privati una connettività ad alte prestazioni, elevata affidabilità e massima sicurezza di sistemi, dati e continuità del servizio.
I risultati economici dell’area sono:
Conto economico (mln/euro) |
dic-20 |
Inc.% |
dic-19 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
147,1 |
148,1 |
(1,0) |
(0,7)% |
||
Costi operativi |
(92,0) |
(62,5)% |
(94,3) |
(63,7)% |
(2,3) |
(2,4)% |
Costi del personale |
(20,3) |
(13,8)% |
(20,2) |
(13,7)% |
0,1 |
+0,5% |
Costi capitalizzati |
1,8 |
1,2% |
2,0 |
1,4% |
(0,2) |
(10,0)% |
Margine operativo lordo |
36,7 |
24,9% |
35,5 |
24,0% |
1,2 |
+3,4% |
La leggera contrazione dei ricavi è dovuta principalmente
all’illuminazione pubblica ed è imputabile prevalentemente
all’assorbimento della variazione di prezzo dell’energia
elettrica nei canoni di gestione (effetto passante sui costi)
e ai conguagli dell’esercizio precedente parzialmente
compensati dalla ripresa dei lavori eseguiti da Hera Luce.
Tale contrazione è solo parzialmente attenuata dai maggiori
ricavi del business delle telecomunicazioni, legati alle
maggiori richieste di servizi di sicurezza informatica, di
connettività, di supporti informatici e di dispositivi smart,
dovuti anche all’incremento dello smart working nelle imprese
clienti.
Il contenimento dei costi operativi è correlabile
principalmente alla variazione del prezzo dell’energia
elettrica già citato in precedenza e solo in parte contenuto
dal maggiore avanzamento dei lavori di illuminazione pubblica.
La crescita del margine operativo lordo è dovuta ai maggiori
margini dei servizi delle telecomunicazioni che compensano
pienamente il minor contributo dell’illuminazione e gli
effetti negativi dovuti all’epidemia del Covid-19 che
comportano una flessione di marginalità di 1,3 milioni di
euro.
Nell’esercizio 2020 gli investimenti nell’area altri servizi
sono pari a 11,1 milioni di euro, in diminuzione di 4,9
milioni di euro rispetto all’analogo periodo dell’anno
precedente.
Nelle telecomunicazioni sono stati realizzati 8,1 milioni di
euro di investimenti in rete e in servizi Tlc e Idc (Internet
data center), in diminuzione di 2,0 milioni di euro rispetto
all’anno precedente. Nel servizio di illuminazione pubblica,
gli investimenti per 3,0 milioni di euro sono relativi agli
interventi di manutenzione, riqualificazione e ammodernamento
degli impianti di illuminazione dei territori gestiti, in
diminuzione rispetto all’anno precedente principalmente per la
diversa contabilizzazione delle commesse di illuminazione
pubblica in base all’Ifric 12.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area altri
servizi:
Altri Servizi (mln/euro) |
dic-20 |
dic-19 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Tlc |
8,1 |
10,1 |
(2,0) |
(19,8)% |
Illuminazione pubblica e semaforica |
3,0 |
5,9 |
(2,9) |
(49,2)% |
Totale altri servizi lordi |
11,1 |
16,0 |
(4,9) |
(30,6)% |
Contributi conto capitale |
‐ |
‐ |
‐ |
+0,0% |
Totale altri servizi netti |
11,1 |
16,0 |
(4,9) |
(30,6)% |
Da ormai più di un anno la pandemia da Coronavirus che ha colpito l’intero pianeta sta ponendo persone, istituzioni e imprese di fronte a nuove sfide: prima di tutto quella sanitaria per la salvaguardia della salute delle persone, ma anche quella economica, per gli effetti sulle attività produttive, e quella sociale, per un cambio repentino delle abitudini di vita delle persone.
Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria il Gruppo ha adottato, grazie alla sua resilienza declinata in ogni ambito strategico, un modello di gestione della crisi strutturato e organico, impegnandosi proattivamente ad aggiornare costantemente i piani operativi in base all’evolvere della situazione, a garantire il rispetto delle misure a sostegno dei servizi e della sicurezza, ad assicurare un’informazione continua al personale aziendale e agli stakeholder, oltre ad attuare tutte le azioni di contenimento per ridurre gli impatti economici e finanziari. In relazione a quest’ultimo aspetto il management si è dotato di una reportistica settimanale che, attraverso indicatori specifici, consente di monitorare l’andamento dei business in relazione agli impatti della pandemia sul tessuto socioeconomico in cui il Gruppo opera. Il focus, in particolare, è stato posto sia su dati quantitativi di business (consumi rilevati, volumi gestiti, prestazioni eseguite) che meglio rappresentano con le loro oscillazioni l’indicazione dell’andamento economico del settore industriale, sia su dati relativi alla gestione della clientela per meglio comprendere le dinamiche finanziarie correlate al rischio di liquidità. Questo monitoraggio continuo permette al management di intraprendere tempestivamente le azioni correttive necessarie a calmierare o compensare gli effetti negativi derivanti dalla crisi. Il Gruppo ha inoltre saputo cogliere una serie di opportunità da questo contesto di crisi, specialmente in chiave di trasformazione digitale di servizi e processi, gestendo al tempo stesso i conseguenti rischi emergenti, specie in ambito della sicurezza informatica.
Nel proseguo sono illustrate, per ogni ambito chiave impattato dalla crisi, le azioni poste in essere dal Gruppo per fare fronte all’emergenza sanitaria e adattarsi al nuovo contesto in cui devono essere declinati i propri processi operativi.
Al fine di garantire la continuità dei servizi essenziali per
i cittadini nel rispetto dei criteri di sicurezza,
affidabilità ed efficienza, sono stati rivisti i programmi di
conduzione e manutenzione di reti e impianti, limitandoli a
quelli indifferibili e rinviando quelli non indispensabili in
funzione delle limitazioni previste dalla normativa
emergenziale. I contatti fisici sono limitati ai soli casi di
attività essenziali alla continuità del servizio per cui sia
effettivamente necessaria la presenza fisica del personale.
Gli sportelli commerciali, seguendo le disposizioni
governative, sono stati chiusi durante i periodi più critici
dell’emergenza. In tale frangente il Gruppo ha comunque sempre
garantito la continuità dei servizi ai clienti, attraverso i
canali telefonici e digitali già in essere, che sono stati
ulteriormente potenziati. Nelle fasi di riapertura degli
sportelli sono state messe in atto adeguate misure di
prevenzione e protezione per lavoratori e utenti.
In accordo con le amministrazioni comunali sono stati
effettuati interventi mirati di sanificazione stradale e sono
stati istituiti servizi dedicati di raccolta dei rifiuti
prodotti dai cittadini positivi al Covid-19 o in quarantena.
Nel caso del porta a porta è stata data la possibilità di
richiedere un ritiro straordinario aggiuntivo. Per i soggetti
in isolamento, come da indicazioni dei Comuni serviti, è stato
attivato un servizio di ritiro presso il domicilio con
fornitori specializzati.
Il Gruppo è stato coinvolto nel progetto sperimentale avviato
dall’Istituto Superiore di Sanità relativo alla rilevazione
della presenza del Covid-19 nei reflui fognari urbani, per
ricercare e misurare le concentrazioni di virus nei campioni
raccolti, con l’obiettivo di consentire monitoraggi in grado
di dare indicazioni sull’andamento epidemico. Il Gruppo ha
inoltre collaborato attivamente con Utilitalia per fornire
alla Protezione Civile e al Ministero della Salute i dati
necessari per dimensionare i quantitativi di vaccino da
riservare a tutti i dipendenti delle multiutility italiane
quali addetti a servizi pubblici essenziali.
Al fine di prevenire le criticità legate alla catena di fornitura, sono state identificate le categorie essenziali alle attività del Gruppo, nonché introdotti alcuni indicatori di monitoraggio. È richiesto ai fornitori che collaborano con il Gruppo di adottare le stesse misure di tutela per i loro dipendenti già individuate da Hera. I criteri di accesso presso le sedi continuano a essere ristretti e contingentati alle sole situazioni necessarie. Per supportare le piccole e medie imprese creditrici di forniture o servizi e permettere a queste aziende di disporre di una fonte aggiuntiva di finanziamento, il Gruppo continua a rendersi disponibile ad accettare lo smobilizzo dei crediti vantati nei propri confronti, fornendo ogni supporto necessario a finalizzare le operazioni di factoring relative.
I clienti sono incentivati a utilizzare i canali digitali, anche per l’effettuazione delle letture. Arera ha adottato specifiche disposizioni regolamentari a tutela degli utenti energia elettrica, gas e servizio idrico integrato (per maggiori dettagli si rimanda alla sezione “Business e regolazione” del paragrafo 1.01 “I trend di contesto”). Il Gruppo aveva comunque deciso di muoversi anticipatamente, riconoscendo una rateizzazione a tutti i clienti in cassa integrazione, beneficiari di misure di sostegno al reddito e ai titolari di attività economiche chiuse per disposizioni nazionali o locali. Le dilazioni accordate non hanno avuto comunque impatti negativi sulla liquidità del Gruppo, grazie alle attività di gestione del credito e al sostanziale miglioramento delle tempistiche di incasso a scadenza dei crediti.
In attuazione del protocollo nazionale sottoscritto dalle
parti sociali alla presenza del Governo, è stato sviluppato un
documento di regolamentazione che rappresenta l’insieme delle
misure di prevenzione e protezione adottate per il contrasto
alla diffusione del virus. Tale documento è stato oggetto di
diverse valutazioni da parte delle autorità competenti
(Ausl/Ispettorato del lavoro), che ne hanno confermato la
bontà dei contenuti ed è stato presentato e sottoscritto dalle
organizzazioni sindacali nazionali già in data 15 maggio 2020.
Il protocollo è continuamente aggiornato sulla base
dell’andamento della pandemia, al fine di mantenerlo sempre
coerente con lo sviluppo del quadro normativo nazionale e
l’evoluzione delle misure di prevenzione e protezione.
Con riferimento alla specificità del proprio business e della
sua presenza territoriale, il Gruppo ha stabilito dei criteri
per l’individuazione degli scenari di rischio dovuti alla
diffusione del virus Covid-19 in logica Enterprise risk
management. Tali criteri, assieme alle misure definite nel
protocollo di Gruppo, sono stati utilizzati per
l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi. La
scelta effettuata di avere un unico modello di Gruppo per la
valutazione dei rischi e la definizione delle misure di
prevenzione e protezione hanno permesso di avere un approccio
integrato e sinergico. A valle dell’elaborazione del
protocollo, infatti, vengono periodicamente monitorate le
misure adottate e l’implementazione delle stesse. A tal
proposito è stata sviluppata una check list di controllo
specifica per il monitoraggio periodico da parte dei
responsabili delle varie unità organizzative. Alla data della
redazione della presente relazione sono state completate e
gestite circa 5 mila check list di controllo.
In coerenza con le indicazioni delle autorità sanitarie e a
tutela e protezione dei dipendenti, è stata definita una
specifica procedura per la gestione dei lavoratori con
particolari fragilità, ovvero i portatori di patologie attuali
o pregresse che li rendano suscettibili di conseguenze
particolarmente gravi in caso di contagio. Questa procedura è
stata sviluppata con la collaborazione dei medici competenti e
nel pieno rispetto della privacy. Al fine di interrompere
tempestivamente eventuali catene di trasmissione del virus
negli ambienti di lavoro, è prevista l’effettuazione di test
rapidi per individuare persone positive asintomatiche. Sono
stati individuati 42 laboratori accreditati presenti sui
territori dove opera il Gruppo che possono essere attivati in
caso di necessità con la collaborazione attiva dei medici
competenti. Le misure introdotte dal Gruppo sin dall’inizio
della pandemia si sono dimostrate efficaci nel limitare la
diffusione del virus fra i dipendenti: ne è testimonianza il
fatto che il tasso di incidenza (numero di casi ogni mille
persone) del Gruppo Hera risulta inferiore di circa il 15%
rispetto al valore riscontrato in generale fra la popolazione
del nord Italia.
Sono state previste attività aggiuntive (rispetto a quelle
standard) di pulizia e sanificazione dei locali aziendali,
prevedendo l’uso di disinfettanti e ne è stata intensificata
la frequenza. A tutto il personale in servizio esterno sono
stati costantemente forniti i dispositivi di protezione
individuale necessari per poter affrontare l’emergenza
sanitaria (es. mascherine di protezione delle vie
respiratorie, gel disinfettanti, guanti e tute monouso). Nelle
sedi aziendali sono stati posizionati distributori di gel
disinfettanti negli accessi e nei pressi dei luoghi comuni, e
sono state distribuite dotazioni di mascherine chirurgiche a
ogni dipendente. Nelle mense aziendali e negli altri spazi
comuni sono state definite norme comportamentali che prevedono
uno scaglionamento dell’orario di ingresso e una specifica
logistica di gestione degli spazi che consenta un congruo
distanziamento tra le persone.
Sono state definite, infine, modalità di svolgimento dei
servizi sul campo introducendo norme di sicurezza sanitaria
per i lavoratori, tra le quali la riduzione degli spostamenti
(anche attraverso l’estensione della modalità “mezzo a casa”
per gli addetti alla manutenzione) e l’eliminazione
dell’utilizzo degli spogliatoi o, qualora non possibile, la
rivisitazione dei turni di lavoro per ridurre la
sovrapposizione delle squadre operative.
Hera ha infine attivato, con costi completamente a carico
dell’azienda, una polizza di copertura assicurativa Covid-19 a
favore di tutti i dipendenti che risultassero contagiati dal
virus. La polizza fornisce, come benefit aggiuntivo, un
pacchetto di garanzie e servizi e, in particolare, prevede
indennità da ricovero, indennità da convalescenza e assistenza
post ricovero.
L’utilizzo massivo di strumenti di lavoro e comunicazione alternativi reso necessario dalla pandemia ha rappresentato un’importante sfida per il Gruppo, che si è dato fin da subito l’obiettivo di permettere a migliaia dei suoi dipendenti di poter continuare a lavorare anche da remoto, al fine di assicurare la continuità del servizio, ma anche consentire ai dipendenti stessi una più agevole gestione della vita privata dei propri dipendenti. Valorizzando l’esperienza pregressa di adozione dello smart working per centinaia di propri dipendenti, il Gruppo ha saputo estenderlo affrontando in modo efficace gli importanti impatti tecnici e organizzativi, nel rispetto dei requisiti di sicurezza informatica e senza interruzione delle attività lavorative. In particolare, lo smart working è stato confermato quale elemento strutturale dell’organizzazione aziendale del lavoro e le attività formative sono state indirizzate all’ulteriore diffusione di una cultura agile, basata su flessibilità, capacità di delega, programmazione delle attività e collaborazione a distanza. Questo approccio strategico ha consentito di estendere ulteriormente il remote working, inteso come possibilità di lavorare dalla propria abitazione o più in generale in un luogo diverso dalla sede assegnata, per due giorni a settimana in modo strutturale.
Per garantire la sicurezza dei sistemi informativi sono aumentati i controlli relativi agli accessi in modalità virtual private network (vpn) e sono in continua evoluzione controlli automatici sempre più approfonditi. L’aumento dell’utilizzo degli strumenti di remote working ha tuttavia aumentato il rischio di rimanere esposti ad attacchi informatici. Dal punto di vista organizzativo il Gruppo ha deciso di dotarsi di strutture centrali, dedicate in particolare ad analisi e misurazione dei rischi e alla gestione della sicurezza informatica per tutti gli ambiti aziendali. Nell’approccio alla gestione delle minacce cyber ci si è concentrati su tre aspetti principali:
Sono state attivate politiche di awareness attraverso
l’utilizzo di piattaforme dedicate e sono state rese
sistematiche le campagne di ethical phishing, correlando gli
esiti delle campagne a proposte di formazione mirate.
Da un punto di vista tecnologico sono stati introdotti
strumenti evoluti per la protezione delle postazioni di lavoro
e dei server, e sono state attivate funzionalità volte a
rendere sempre più sicura la gestione delle identità digitali
e dei relativi accessi informatici. È stata rafforzata la
protezione attraverso l’analisi del traffico dati sulla rete
interna e, grazie all’ottimizzazione del sistema di intrusion
detection, si è passati da una modalità di mera segnalazione
di eventuali tentativi di intrusione al blocco automatico
degli stessi al verificarsi di talune condizioni. Sono state
intensificate le attività di vulnerability assessment per
intercettare eventuali vulnerabilità presenti su sistemi o
applicazioni che potrebbero essere sfruttate da un attaccante.
È stato inoltre avviato un servizio di threat intelligence
che, attraverso il monitoraggio dei principali bollettini e
attraverso una relazione diretta con il Computer security
incident response team nazionale, permette di monitorare lo
stato dei sistemi rispetto a vulnerabilità particolarmente
gravi che richiedono interventi di remediation tempestivi.
La pandemia ha comportato, infine, una riduzione drastica delle trasferte lavorative, la cancellazione di eventi interni e, di conseguenza, l’aumento esponenziale di riunioni a distanza e aule di formazione virtuali. Avendo il Gruppo avviato già da tempo, grazie all’adozione del digital workplace, un processo di digitalizzazione dei processi, grazie all’adozione del digital workplace, l’architettura informatica è risultata già adeguata nel supportare l’incrementato utilizzo degli strumenti digitali di collaborazione.
Si rimanda alla sezione “Tecnologico e del capitale umano: l’innovazione” del paragrafo 1.01.02 “L’approccio strategico e le politiche di gestione” per un maggior approfondimento circa la strategia adottata dal Gruppo in tema di cybersecurity, nonché al paragrafo 1.02.03 “Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio” per l’analisi dei correlati rischi e delle metodologie di gestione.
Il Gruppo, come l’intero settore delle utility, non ha subito
direttamente l’interruzione delle attività per effetto del
lockdown e delle restrizioni successive, ma ha dovuto
fronteggiare il calo dei consumi conseguente alla situazione
di crisi. Tale riduzione non ha determinato una riduzione dei
risultati complessivi del Gruppo, che risultano ancora in
crescita, seppur parzialmente influenzati dagli effetti della
pandemia. Non si ravvisa pertanto alcuna criticità in
relazione alla continuità aziendale.
Il settore che ha subito gli effetti più rilevanti è stato
quello delle commodity, dove si è assistito a una riduzione
della domanda di energia elettrica e gas soprattutto del
comparto industriale, causata in primo luogo dalle restrizioni
collegate al lockdown e dal progresso lento della ripresa
economica per effetto degli ulteriori provvedimenti del
Governo e delle Regioni. La riduzione dei consumi è stata
localizzata principalmente nel nord Italia, in virtù della
presenza di un tessuto industriale e produttivo caratterizzato
da un uso energetico intensivo. Parallelamente alla riduzione
della domanda, si è anche assistito a una riduzione dei prezzi
dell’energia elettrica e del gas. Va precisato che la
riduzione dei prezzi non è stata determinata solamente
dall’impatto economico delle misure restrittive, ma queste
hanno accentuato un trend ribassista legato all’entrata di
nuovi player e alla modifica del mix delle fonti di
generazione, che ha causato una riduzione del Pun di circa il
24% rispetto all’esercizio precedente. Con riferimento al gas
la riduzione del prezzo è ben evidenziata dall’andamento medio
annuo della componente tariffaria Cmem che si è ridotta del
34% rispetto al 2019. Per una disamina più di dettaglio degli
effetti economici si rimanda ai paragrafi 1.07.01 “Gas” e
1.07.02 “Energia elettrica”.
Meno marcati sono invece risultati gli impatti per quanto
riguarda gli altri business, nel settore ambientale si è
registrata una riduzione dei volumi sia dei rifiuti urbani che
dei rifiuti speciali, come conseguenza del blocco di molte
attività produttive e commerciali, ma al tempo stesso una
tenuta dei prezzi di mercato. Inoltre, il rallentamento del
settore delle costruzioni ha determinato una riduzione degli
allacci e delle prestazioni conto cliente. Tali andamenti sono
illustrati nei paragrafi 1.07.03 “Ciclo idrico integrato” e
1.07.04 “Ambiente”.
Di fronte a questa situazione di crisi, la composizione del
portafoglio di business del Gruppo, caratterizzato da un
bilanciamento tra attività a libero mercato e attività
regolate, è un primo elemento che ha consentito di ridurre gli
impatti economici, essendo le attività regolate non
influenzate nel breve periodo dai fenomeni di mercato
collegati alla pandemia. L’elevata resilienza che caratterizza
il Gruppo, non solo in termini di infrastrutture, ma anche da
un punto di vista operativo e organizzativo, ha consentito di
mantenere un trend positivo di crescita, contenendo gli
impatti economico-finanziari della crisi. I valori consuntivi
indicano, complessivamente per tutte le aree di business, una
riduzione di marginalità causata dell’emergenza sanitaria
Covid-19 pari a circa 31,4 milioni di euro (si rimanda al
paragrafo 1.04.01 “Risultati economici e investimenti”).
Da un punto di vista finanziario, stante un andamento positivo
della generazione di cassa, nella prima parte dell’anno si è
assistito a un incremento delle richieste di rateizzazione,
che è poi ripreso nell’ultimo trimestre con l’arrivo della
seconda ondata dell’epidemia. Tale andamento è stato tuttavia
più che compensato da un miglioramento delle performance di
incasso dei crediti, poiché grazie all’ottimizzazione del
processo di origination e monitoraggio del credito il Gruppo
ha saputo mantenere le percentuali di crediti incassati sui
livelli dell’anno precedente.
Con riferimento alla gestione prospettica dei fabbisogni
finanziari e del relativo costo, si segnala che il Gruppo al
31 dicembre 2020 ha disponibilità liquide pari a circa 987,1
milioni di euro, liberamente utilizzabili, e ha linee di
credito committed per 650 milioni di euro e linee di credito
uncommitted per 537 milioni di euro (come indicato alla nota
27 “Passività finanziarie non correnti e correnti” del
paragrafo 2.02.05 “Note di commento agli schemi di bilancio”).
Nel corso del dicembre 2020, il Gruppo ha inoltre emesso un
nuovo bond per 500 milioni di euro di durata 10 anni al tasso
nominale molto contenuto, pari allo 0,25%, fattore che
dimostra ampiamente la capacità di ottenere risorse sui
mercati finanziari a costi sostenibili. La situazione
finanziaria attuale, supportata dall’attenta gestione di tutte
le fasi del processo del credito e alle prospettive di
performance futura dei business gestiti, permette al Gruppo di
mantenere, seppure nel perdurare della crisi pandemica, la
pianificazione finanziaria prevista in sede di budget per
l’esercizio 2021. Sono dunque confermati gli investimenti
preventivati, volano necessario per lo sviluppo in particolare
delle attività a rete, e la distribuzione dei dividendi,
quest’ultima in incremento rispetto all’esercizio precedente,
così come già previsto dal piano industriale 2021-2024.
Si riportano di seguito le considerazioni effettuate e le analisi condotte, anche alla luce delle informazioni di pianificazione aggiornate, a seguito dell’approvazione da parte del Cda in data 13 gennaio 2021 del piano industriale al 2024.
Il costante monitoraggio degli indicatori quantitativi, descritto in premessa e posto in essere dal Gruppo evidenzia una situazione ancora di crisi, ma meno critica rispetto a quella riscontrata nei primi mesi dell’esercizio 2020. Allo stato non si prevedono effetti derivanti dalla pandemia sul business model del Gruppo in tutti i suoi settori di operatività nel medio/lungo termine, e pertanto sulla sua capacità di generare reddito e sulle sue performance finanziarie. Gli obiettivi economici e finanziari dell’esercizio 2021 risultano pertanto confermati, dal momento che allo stato attuale il Gruppo non ritiene che le condizioni esigano di rivedere le previsioni di crescita.
mln/euro |
note |
2020 |
2019 |
---|---|---|---|
Ricavi |
1 |
7.079,0 |
6.912,8 |
Altri ricavi operativi |
2 |
467,8 |
530,8 |
Materie prime e materiali |
3 |
(3.410,6) |
(3.458,2) |
Costi per servizi |
4 |
(2.424,9) |
(2.318,2) |
Costi del personale |
5 |
(572,7) |
(560,4) |
Altre spese operative |
6 |
(58,9) |
(59,3) |
Costi capitalizzati |
7 |
43,3 |
37,6 |
Ammortamenti accantonamenti e svalutazioni |
8 |
(571,7) |
(542,6) |
Utile operativo |
551,3 |
542,5 |
|
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate |
9 |
8,2 |
13,4 |
Proventi finanziari |
10 |
73,4 |
108,2 |
Oneri finanziari |
10 |
(198,3) |
(247,6) |
Gestione finanziaria |
(116,7) |
(126,0) |
|
Altri ricavi (costi) non operativi |
11 |
‐ |
111,6 |
Utile prima delle imposte |
434,6 |
528,1 |
|
Imposte |
12 |
(111,8) |
(126,1) |
Utile netto dell'esercizio |
322,8 |
402,0 |
|
Attribuibile: |
|||
azionisti della Controllante |
302,7 |
385,7 |
|
azionisti di minoranza |
20,1 |
16,3 |
|
Utile per azione |
|||
di base |
13 |
0,206 |
0,262 |
diluito |
13 |
0,206 |
0,262 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli
effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati
nell'apposito schema di conto economico riportato al paragrafo
2.04.01 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
2020 |
2019 |
---|---|---|---|
Utile (perdita) netto dell'esercizio |
322,8 |
402,0 |
|
Componenti riclassificabili a conto economico |
|||
Fair value derivati, variazione del periodo |
21 |
60,8 |
(76,8) |
Effetto fiscale relativo alle componenti riclassificabili |
(17,5) |
22,4 |
|
Componenti non riclassificabili a conto economico |
|||
Utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
28 |
(1,9) |
(5,6) |
Partecipazioni valutate al fair value |
18 |
(3,5) |
‐ |
Effetto fiscale relativo alle componenti non riclassificabili |
0,4 |
1,4 |
|
Totale utile (perdita) complessivo dell'esercizio |
361,1 |
343,4 |
|
Attribuibile: |
|||
azionisti della controllante |
341,7 |
327,3 |
|
azionisti di minoranza |
19,4 |
16,1 |
mln/euro |
note |
31-dic-20 |
31-dic-19 |
---|---|---|---|
ATTIVITÀ |
|||
Attività non correnti |
|||
Immobilizzazioni materiali |
14, 32 |
1.926,5 |
1.992,7 |
Diritti d'uso |
15, 32 |
95,9 |
96,9 |
Attività immateriali |
16, 32 |
3.924,4 |
3.780,2 |
Avviamento |
17, 32 |
812,8 |
812,9 |
Partecipazioni |
18, 32 |
187,9 |
143,5 |
Attività finanziarie non correnti |
19, 36 |
140,8 |
135,3 |
Attività fiscali differite |
20 |
156,6 |
174,8 |
Strumenti derivati |
21 |
14,4 |
41,1 |
Totale attività non correnti |
7.259,3 |
7.177,4 |
|
Attività correnti |
|||
Rimanenze |
22 |
171,7 |
176,5 |
Crediti commerciali |
23, 36 |
1.971,6 |
2.065,3 |
Attività finanziarie correnti |
19, 36 |
32,8 |
70,1 |
Attività per imposte correnti |
24, 36 |
11,7 |
42,1 |
Altre attività correnti |
25, 36 |
487,5 |
395,7 |
Strumenti derivati |
21 |
113,1 |
72,2 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti |
19, 34 |
987,1 |
364,0 |
Totale attività correnti |
3.775,5 |
3.185,9 |
|
Attività destinate alla vendita |
‐ |
‐ |
|
TOTALE ATTIVITÀ |
11.034,8 |
10.363,3 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.04.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-20 |
31-dic-19 |
---|---|---|---|
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
|||
Capitale sociale e riserve |
|||
Capitale sociale |
26 |
1.460,0 |
1.474,8 |
Riserve |
26 |
1.198,1 |
948,0 |
Utile (perdita) dell'esercizio |
302,7 |
385,7 |
|
Patrimonio netto del Gruppo |
2.960,8 |
2.808,5 |
|
Interessenze di minoranza |
26 |
194,5 |
201,5 |
Totale patrimonio netto |
3.155,3 |
3.010,0 |
|
Passività non correnti |
|||
Passività finanziarie non correnti |
27, 36 |
3.678,7 |
3.456,3 |
Passività non correnti per leasing |
15, 36 |
73,5 |
76,1 |
Trattamento di fine rapporto e altri benefici |
28 |
116,7 |
127,3 |
Fondi per rischi e oneri |
29 |
538,2 |
521,8 |
Passività fiscali differite |
20 |
120,5 |
154,5 |
Strumenti derivati |
21 |
20,1 |
27,4 |
Totale passività non correnti |
4.547,7 |
4.363,4 |
|
Passività correnti |
|||
Passività finanziarie correnti |
27, 36 |
616,9 |
305,5 |
Passività correnti per leasing |
15, 36 |
20,1 |
19,4 |
Debiti commerciali |
30, 36 |
1.497,5 |
1.391,8 |
Passività per imposte correnti |
24, 36 |
25,4 |
86,9 |
Altre passività correnti |
31, 36 |
1.056,2 |
1.047,9 |
Strumenti derivati |
21 |
115,7 |
138,4 |
Totale passività correnti |
3.331,8 |
2.989,9 |
|
TOTALE PASSIVITÀ |
7.879,5 |
7.353,3 |
|
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
11.034,8 |
10.363,3 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.04.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-20 |
31-dic-19 |
---|---|---|---|
Risultato ante imposte |
434,6 |
528,1 |
|
Rettifiche per ricondurre l'utile netto al flusso di cassa da attività operative |
|||
Ammortamenti e perdite di valore di attività |
457,1 |
433,7 |
|
Accantonamenti ai fondi |
114,6 |
108,9 |
|
Effetto valutazione con il metodo del patrimonio netto |
(8,2) |
(13,4) |
|
Altri ricavi non operativi |
(111,6) |
||
(Proventi) oneri finanziari |
124,9 |
139,4 |
|
(Plusvalenze) minusvalenze e altri elementi non monetari |
(6,7) |
7,0 |
|
Variazione fondi rischi e oneri |
(30,2) |
(28,5) |
|
Variazione fondi per benefici ai dipendenti |
(13,5) |
(12,2) |
|
Totale cash flow prima delle variazioni del capitale circolante netto |
1.072,6 |
1.051,4 |
|
(Incremento) decremento di rimanenze |
(3,8) |
(17,9) |
|
(Incremento) decremento di crediti commerciali |
4,8 |
(162,5) |
|
Incremento (decremento) di debiti commerciali |
101,9 |
(65,0) |
|
Incremento/decremento di altre attività/passività correnti |
(65,1) |
103,6 |
|
Variazione capitale circolante |
37,8 |
(141,8) |
|
Dividendi incassati |
10,1 |
13,3 |
|
Interessi attivi e altri proventi finanziari incassati |
37,4 |
44,9 |
|
Interessi passivi, oneri netti su derivati e altri oneri finanziari pagati |
(81,9) |
(115,0) |
|
Imposte pagate |
33 |
(184,6) |
(123,1) |
Disponibilità generate dall'attività operativa (a) |
891,4 |
729,7 |
|
Investimenti in immobilizzazioni materiali |
(140,6) |
(164,2) |
|
Investimenti in attività immateriali |
(365,8) |
(369,0) |
|
Investimenti in imprese controllate e rami aziendali al netto delle disponibilità liquide |
34 |
(1,8) |
(185,4) |
Investimenti in altre partecipazioni |
34 |
(46,8) |
(10,3) |
Prezzo di cessione di immobilizzazioni materiali e immateriali |
3,6 |
4,7 |
|
Disinvestimenti in partecipazioni e contingent consideration |
34 |
2,0 |
168,2 |
(Incremento) decremento di altre attività d'investimento |
30,8 |
(31,1) |
|
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di investimento (b) |
(518,6) |
(587,1) |
|
Nuove emissioni di debiti finanziari a lungo termine |
35 |
512,6 |
315,0 |
Rimborsi di debiti finanziari non correnti |
35 |
(2,0) |
(100,7) |
Rimborsi e altre variazioni nette di debiti finanziari |
35 |
(18,9) |
(377,0) |
Canoni pagati per leasing |
35 |
(22,1) |
(19,0) |
Acquisto quote di partecipazioni in imprese consolidate |
35 |
(1,2) |
(2,2) |
Dividendi pagati ad azionisti Hera e interessenze di minoranza |
(163,3) |
(161,5) |
|
Variazione azioni proprie in portafoglio |
(54,8) |
31,3 |
|
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di finanziamento (c) |
250,3 |
(314,1) |
|
Incremento (decremento) disponibilità liquide (a+b+c) |
623,1 |
(171,5) |
|
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all'inizio del periodo |
364,0 |
535,5 |
|
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine del periodo |
987,1 |
364,0 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di rendiconto finanziario riportato al paragrafo 2.04.03 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
Capitale sociale |
Riserve |
Riserve strumenti derivati valutati al fair value |
Riserve utili (perdite) attuariali fondi benefici dipendenti |
Riserve partecipazioni valutate al fair value |
Utile dell’ esercizio |
Patrimonio netto |
Interessenze di minoranza |
Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Saldo al 31-dic-18 |
1.465,3 |
926,8 |
16,5 |
(29,8) |
281,9 |
2.660,7 |
186,0 |
2.846,7 |
|
Adozione Ifrs 16 |
(3,4) |
(19,3) |
(0,6) |
(19,9) |
|||||
Saldo al 01-gen-19 |
1.465,3 |
923,4 |
16,5 |
(29,8) |
‐ |
281,9 |
2.657,3 |
185,4 |
2.842,7 |
Utile dell'esercizio |
385,7 |
385,7 |
16,3 |
402,0 |
|||||
Altre componenti del risultato complessivo: |
|||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio |
(54,4) |
(54,4) |
(54,4) |
||||||
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
(4,0) |
(4,0) |
(0,2) |
(4,2) |
|||||
Utile complessivo dell'esercizio |
‐ |
‐ |
(54,4) |
(4,0) |
‐ |
385,7 |
327,3 |
16,1 |
343,4 |
variazione azioni proprie in portafoglio |
9,5 |
22,6 |
32,1 |
(0,8) |
31,3 |
||||
variazione interessenza partecipativa |
(0,7) |
(0,7) |
(1,5) |
(2,2) |
|||||
variazione area consolidamento |
(58,4) |
(58,4) |
13,7 |
(44,7) |
|||||
Ripartizione dell’utile: |
|||||||||
dividendi distribuiti |
(149,1) |
(149,1) |
(11,4) |
(160,5) |
|||||
destinazione a riserve |
132,8 |
(132,8) |
‐ |
‐ |
|||||
Saldo al 31-dic-19 |
1.474,8 |
1.019,7 |
(37,9) |
(33,8) |
‐ |
385,7 |
2.808,5 |
201,5 |
3.010,0 |
Saldo al 01-gen-20 |
1.474,8 |
1.019,7 |
(37,9) |
(33,8) |
‐ |
385,7 |
2.808,5 |
201,5 |
3.010,0 |
Utile dell'esercizio |
302,7 |
302,7 |
20,1 |
322,8 |
|||||
Altre componenti del risultato complessivo: |
|||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio |
43,8 |
43,8 |
(0,5) |
43,3 |
|||||
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
(1,3) |
(1,3) |
(0,2) |
(1,5) |
|||||
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio |
(3,5) |
(3,5) |
(3,5) |
||||||
Utile complessivo dell'esercizio |
‐ |
‐ |
43,8 |
(1,3) |
(3,5) |
302,7 |
341,7 |
19,4 |
361,1 |
variazione azioni proprie in portafoglio |
(14,8) |
(29,9) |
(44,7) |
(44,7) |
|||||
variazione interessenza partecipativa |
‐ |
(11,3) |
(11,3) |
||||||
altri movimenti |
2,4 |
2,4 |
0,9 |
3,3 |
|||||
Ripartizione dell’utile: |
|||||||||
dividendi distribuiti |
(147,1) |
(147,1) |
(16,0) |
(163,1) |
|||||
destinazione a riserve |
238,6 |
(238,6) |
‐ |
‐ |
|||||
Saldo al 31-dic-20 |
1.460,0 |
1.230,8 |
5,9 |
(35,1) |
(3,5) |
302,7 |
2.960,8 |
194,5 |
3.155,3 |
31-dic-20 |
31-dic-19 |
||
---|---|---|---|
a |
Disponibilità liquide |
987,1 |
364,0 |
b |
Altri crediti finanziari correnti |
32,8 |
70,1 |
Debiti bancari correnti |
(188,6) |
(111,5) |
|
Parte corrente dell'indebitamento bancario |
(307,1) |
(63,1) |
|
Altri debiti finanziari correnti |
(114,0) |
(130,9) |
|
Passività correnti per leasing |
(20,1) |
(19,4) |
|
c |
Indebitamento finanziario corrente |
(629,8) |
(324,9) |
d=a+b+c |
Indebitamento finanziario corrente netto |
390,1 |
109,2 |
Finanziamenti non correnti e obbligazioni emesse |
(3.101,8) |
(2.869,1) |
|
Altri debiti finanziari non correnti |
(582,6) |
(573,5) |
|
Passività non correnti per leasing |
(73,5) |
(76,1) |
|
e |
Indebitamento finanziario non corrente |
(3.757,9) |
(3.518,7) |
f=d+e |
Posizione finanziaria netta - comunicazione Consob 15519/2006 |
(3.367,8) |
(3.409,5) |
g |
Crediti finanziari non correnti |
140,8 |
135,3 |
h=f+g |
Indebitamento finanziario netto |
(3.227,0) |
(3.274,2) |
Una sintesi delle performance di Hera per consentire agli interessati di investire in Hera con piena consapevolezza dei ritorni che la società si attende dal piano di investimenti e avendo chiara la politica definita nella distribuzione degli utili. I dati presentati sono relativi al Bilancio d'esercizio 2020 e forniscono una panoramica sui diversi business, sui fattori di crescita e sull’approccio sostenibile del Gruppo, mirato alla creazione di valore condiviso.
Hera nasce nel 2002 dalla fusione
di 11 multi-utility operanti nel Nord Italia.
La società, quotata alla Borsa di Milano dal 2003,
ha mostrato un
aumento del 50% degli utili netti già nella sua
prima relazione finanziaria annuale.
Tali risultati sono stati conseguiti grazie a
diversi fattori:
La crescita ininterrotta ha portato il MOL e il
Capitale Investito Netto a un aumento di 5,8 volte
e a riconoscere agli azionisti un dividendo per
azione costantemente stabile e in crescita.
Oggi il Gruppo è attivo nell’area settentrionale,
centrale e nord-orientale dell'Italia e presenta
delle ottime prospettive di ulteriore sviluppo,
grazie alla sua capacità di accogliere le costanti
sfide del mercato e di sfruttare i suoi forti
vantaggi competitivi.
Il nostro BUSINESS MULTI-UTILITY
EBITDA 2020 (M€)
POSIZIONAMENTO DI MERCATO
Basso profilo di rischio
RETI
AMBIENTE
ENERGIA
Rating S&P’s AND MOODY’s
Fattori di crescita
Crescita storica del MOL per driver (M€)
Forte generazione di cassa
Flusso di cassa resiliente e crescita ininterrotta
Debito/MOL
*Includendo il consolidamento degli effetti non monetari derivanti dal deal con Ascopiave
Creazione di valore
(ROI% vs WACC%)
Capex
Sviluppo delle infrastrutture (M€)
Valutazione
Multipli di Mercato (P/E, x)
MOL per dipendente
(Ebitda per dipendente in k€)
Evoluzione dell'EPS e del capitale sociale
EPS (c€)
Aumento del capitale sociale in seguito alle fusioni (mln di azioni)
Debito/MOL
2002-2012: rinnovamento delle infrastrutture e significativi investimenti (Debt/Ebitda)
2012-2020: estrazione di valore da una solida base (Debt/Ebitda)
*Include il consolidamento degli effetti non monetari derivanti dal deal con Ascopiave
Consiglio di Amministrazione (n° di BdD members)
Dividendo garantito stabile/in crescita
Dividendo per Azione (c€)
(al 31/12/2020)
Dividendo per Azione
Dividendo per Azione (c€)
Payout
Fin dalla sua costituzione, Hera si è sempre
impegnata a favore dei propri stakeholder, in un
costante tentativo di combinare lo sviluppo
economico con quello sociale.
Dal 2016 ha avviato un percorso per identificare
l’approccio alla Creazione di valore
condiviso (Creating Shared Value, CSV).
Per Hera la creazione di valore condiviso avviene tramite tutte quelle attività di
business che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’agenda globale UN, ossia quelle ‘‘call to action’’ al cambiamento per gli
ambiti di competenza, indicate dalle politiche a
livello mondiale, europeo, nazionale e locale.
E’ per Hera obiettivo strategico migliorare le condizioni ambientali; garantire la qualità e la sicurezza; dialogare con gli stakeholder, operare in trasparenza; selezionare fornitori e dipendenti qualificati per perseguire con essi una crescita sostenibile.
Profilo di sostenibilità
Principali indicatori di sostenibilità dell’esercizio 2020
420,0 m€
da attività a valore condiviso
Pari al 37,4% del Mol totale di Gruppo, +7%
rispetto al 2019
297,4 m€
investimenti a valore condiviso nel
2020
Pari al 55,5% del totale investimenti di
Gruppo
Dow Jones Sustainability Index World e
Europe
Oltre all’ingresso nell’indice borsistico,
al Gruppo anche la Gold Medal 2020 e la
menzione di Industry Mover grazie al
punteggio complessivo di 87/100 ottenuto
Thomson Reuters Diversity & Inclusion
index
Il Gruppo al 2° posto in Italia e 12° al
mondo nell’indice D&I
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