Progetto di riutilizzo acque reflue per irrigazione
Search Bar
Tag Facet
Aggregatore Risorse
Search Results
119645 results for
Aggregatore Risorse
La tutela della risorsa idrica passa anche dal suo uso intelligente; per questo Hera in collaborazione con ENEA, Università di Bologna e Irritec, ha sviluppato un prototipo tecnologicamente avanzato in grado di depurare le acque reflue allo scopo di utilizzarle per irrigare e fertilizzare i campi coltivati.
La tutela dell’acqua e il suo uso intelligente sono da sempre temi che interessano il nostro Gruppo. Da anni, infatti, come multiutility investiamo in campagne di sensibilizzazione invitando i cittadini a usare al meglio questa risorsa e ad averne consapevolezza; ma lo sforzo non finisce qui. Per poter fornire un servizio eccellente, infatti, investiamo importanti risorse per l’innovazione del ciclo idrico integrato, oltre un miliardo da qui al 2025 che servirà per garantire un uso più efficiente della risorsa, aumentare la resilienza delle reti e trovare nuove soluzioni per la circolarità.
Un esempio che va in questa direzione è il progetto che abbiamo sviluppato in collaborazione con ENEA, Università di Bologna e Irritec: un prototipo tecnologicamente avanzato che permette di depurare le acque reflue allo scopo di utilizzare per irrigare e fertilizzare i campi coltivati. Il progetto che rientra nell’ambito dell’economia circolare, consente non solo di riutilizzare l’acqua, ma anche di ridurre l’utilizzo di concimi chimici rendendo la filiera depurativa ancora più sostenibile. L’innovazione, che rientra nell’ambito del progetto Value CE-I, è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sviluppo e Coesione.
La sperimentazione
Presso il nostro impianto di depurazione sito in via Calcinaro a Cesena, è stato realizzato un prototipo dimostrativo testato poi in via sperimentale su un campo con 120 colture di cui 66 piante di pesco e 54 di pomodoro. I risultati raccolti evidenziano la fattibilità del progetto, aprendo la strada a collaborazioni future con il settore industriale per trasformare gli impianti di depurazione in vere e proprie bioraffinerie da cui recuperare risorsa idrica primaria, prodotti secondari ad elevato valore aggiunto, come ammendanti e fertilizzanti in grado di garantire un apporto di nutrienti, tra cui azoto, fosforo e potassio, e ridurre il ricorso a concimi chimici di sintesi.
La sperimentazione si inserisce all’interno delle strategie del Gruppo che puntano a un uso sempre più efficiente delle risorse, con riduzione dei consumi, soluzioni per la circolarità e il riuso. Il depuratore di Cesena rappresenta, infatti, un esempio concreto di economia circolare nell’ambito del ciclo idrico, sia in termini di una tangibile e sicura possibilità di riutilizzare le acque reflue depurate per scopi agricoli, sia per la valorizzazione e il recupero di prodotti secondari dai fanghi di depurazione.
A livello aziendale il progetto rappresenta una best practice che speriamo possa catalizzare accordi tra istituzioni ed aziende della filiera per implementare queste pratiche su scala reale. Una buona notizia per il nostro Paese dove i prelievi pro capite di acqua dolce per uso agricolo rappresentano circa il 50% del fabbisogno idrico totale e i sempre più frequenti fenomeni di carenza idrica dovuti ai cambiamenti climatici pongono a serio rischio oltre un terzo della produzione agricola nazionale, con danni alla quantità ed alla qualità dei raccolti.