Rendere potabile l'acqua con le nanotecnologie: ora si può!
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Scopri il progetto per il “removing e capture” dei microcontaminanti con materiali di recupero
I microinquinanti, o microcontaminanti, sono prodotti chimici come pesticidi, farmaci, medicamenti e altre sostanze organiche, presenti nelle acque in concentrazioni molto basse. Si tratta di sostanze pericolose per la salute umana e dell'ambiente, che monitoriamo costantemente e su cui svolgiamo attività di ricerca, per individuare meccanismi di rimozione e tecnologie di abbattimento efficaci.
"Removing e capture" dei microcontaminanti
Il progetto prevede l’impiego di materiali di recupero dalla produzione delle fibre cave per le membrane, come gli scaffold utilizzati in ambito medico, che combinati con il grafene, possono essere usati come materiale filtrante nel processo di potabilizzazione delle acque.
In questo modo, viene rimesso in circolo e data nuova vita a un materiale di grande valore, che altrimenti andrebbe perso come rifiuto di processo.
Sono stati eseguiti test di laboratorio che hanno messo a confronto materiali convenzionali, come il carbone attivo e materiali innovativi (PSU-GO, RGO, GNP, ecc.) per il trattamento della risorsa idrica della centrale di Pontelagoscuro (Ferrara).
Obiettivo del test era verificare l'efficacia di questi materiali nella rimozione di vari microinquinanti, quali: MIE (Micro Inquinanti Emergenti), ECs (Emerging Contaminants - Contaminanti emergenti) ed eventuali sottoprodotti dell’ozonazione, come i bromati.
I risultati hanno messo in evidenza l’efficacia di alcuni materiali filtranti e il prossimo passo sarà la realizzazione di un impianto pilota all’interno della centrale di Pontelagoscuro, per approfondire gli studi ed eseguire ulteriori test su scala maggiore.